Giappone: l'ultima polemica social evidenzia le difficoltà a gestire il turismo straniero
Ristoratore chiude momentaneamente il proprio esercizio dopo polemiche sugli avventori stranieri
di ingiro
L'ultimo dei casi che evidenziano questa problematica è addirittura diventato virale sul web. Un ristorante a Tokyo ha dovuto infatti chiudere temporaneamente dopo che il suo proprietario si era lamentato sui social media riguardo a una coppia di clienti stranieri la cui "colpa" era quella di non conoscere il giapponese.
Il ristorante in questione è un negozio di izakaya (dove servono bevande alcoliche e piccoli piatti) nella città di Sumida a Tokyo. Il proprietario ha recentemente utilizzato il proprio account X (ex Twitter) per raccontare come una "coppia bianca" sia entrata nel suo ristorante e abbia chiesto, in inglese, se fosse disponibile un menu in inglese. Il proprietario dice di aver risposto "no" in giapponese, non venendo capito e quindi non servendo la coppia.
Normalmente la storia si sarebbe conclusa qui, però il proprietario ha continuato a lamentarsi online: “Questo è il Giappone. Se andassi in un paese di lingua inglese, parlerei inglese. Sforzati di parlare giapponese in Giappone. Se è una seccatura, porta un interprete”.
Lo sfogo, tuttavia, non si è fermato qui:
“I giapponesi indigeni potrebbero non saperlo. Ma se vai in un altro paese, parlare la lingua di quel paese è dato per scontato. Come ai miei tempi quando sono andato a Barcellona, non potevi cavartela con l'inglese e nemmeno con lo spagnolo, perché tutti parlavano catalano. Gli stupidi giapponesi potranno finalmente smetterla con questa mentalità del tipo “abbiamo perso la guerra?””.
Il proprietario conclude con una lamentela comune espressa anche da altri ristoranti. Accettavano ordini da stranieri che non parlavano giapponese, ma ci voleva troppo tempo ed era “noioso”.
Il post principale del thread ha generato oltre 65.000 Mi piace e 10.000 retweet. Mentre alcune persone simpatizzavano con il proprietario, altri lo rimproveravano per il suo atteggiamento.
Un commento, con oltre 2.000 Mi piace, dice: “Non sembra qualcosa per cui valga la pena lottare? Mi sono salvato andando all'estero e trovando disponibile un menu inglese. Non è necessario conoscere l’inglese, ma attualmente si sta diffondendo come lingua franca nel mondo e conoscerlo porta grandi vantaggi sia per le aziende che per i privati”.
Un altro utente è d’accordo, sostenendo che è “meschino” rispondere come ha fatto il ristoratore. "10 anni fa, quando chiedevo agli stranieri cosa pensavano dei giapponesi, rispondevano in modo uniforme 'sono molto gentili!' Ma ora sento alcuni dire: 'Sono così freddi!' Credo che siamo sovraffollati [di turisti]”.
La polemica sembra aver richiesto il suo prezzo. Il titolare ha riferito che avrebbero chiuso temporaneamente il ristorante a causa dello “stress mentale e fisico” derivante dalla controversia. Tuttavia, invece di cancellare i tweet o scusarsi, ha continuato e nell’ultimo messaggio, ha ironizzato con: "Non so quando riapriremo, ma sarà come un bar che non dipende da personaggi bianchi così preziosi che non sanno leggere il giapponese".
Il Giappone riceve la maggior parte dei turisti dalla Corea del Sud, dalla Cina, da Hong Kong, da Taiwan e dagli Stati Uniti. Per gestire questo "problema", la maggior parte dei locali di ristorazione ha deciso di includere almeno l’inglese nei menu. Tuttavia, in un recente sondaggio condotto dal sito di prenotazioni TableCheck, circa il 70% dei ristoranti ha affermato di non avere alcun piano per servire l’afflusso di turisti in entrata.
Un fattore che rende difficile risolvere il problema è che turisti e ristoranti hanno preoccupazioni diverse.
Un sondaggio del 2016 condotto dall’Agenzia giapponese per il turismo ha rilevato che le principali problematiche che riscontrano i turisti quando giungono in Giappone sono legate alla lingua, in particolare per ordinare il cibo, e al trovare i ristoranti. D’altro canto, le principali preoccupazioni dei ristoratori sono che i clienti non comprendono le usanze locali e che cancellano le prenotazioni senza preavviso.
Nel sondaggio sopracitato, il motivo principale riportato è che tradurre i menu è troppo difficile (o costoso). Tuttavia, almeno il 10% degli intervistati ha affermato che servire i turisti allontana i clienti abituali.
President Online fa notare che la maggior parte dei ristoranti giapponesi di fascia alta sono ben attrezzati per soddisfare i clienti stranieri. Il problema spesso si presenta nei ristoranti più piccoli che vendono izakaya, soba, udon, ramen, teppanyaki, okonomiyaki, ecc.; in cui i turisti entrano perché vogliono provare l’autentica cucina giapponese.
Secondo i dati del Ministero degli Affari Interni e delle Comunicazioni, oltre l'80% del personale di realtà così piccole è costituito da lavoratori part-time. Ciò rende difficile trovare e formare persone in grado di soddisfare gli ospiti in più di una lingua, e molte di queste aziende hanno difficoltà a reintegrare il personale dopo la pandemia.
Altri fattori che giocano un ruolo nel non riuscire a soddisfare i turisti in Giappone includono il ritardo della diffusione del pagamento senza contanti e il basso livello in generale di conoscenza della lingua inglese. Mentre le imprese stanno facendo buoni progressi nel primo caso, ci sono poche soluzioni a breve termine per il secondo (a parte l’aumento dell’immigrazione).
Comunque, sta diventando più semplice effettuare una prenotazione online se non parli giapponese. TableCheck, l'app Toreta, Omakase e Tabelog ora supportano l'inglese, con TableCheck che supporta ben 18 lingue.
Fonte consultata:
unseen-japan