Warhammer 40k Space Marine 2 - Recensione dello sparatutto più brutale che ci sia

In alto i fucili e le spade catena: PER L'IMPERATORE!

di Klarth Curtiss

Tanti anni orsono, in un'epoca non piagata da cose come contenuti scaricabili o politicamente corretto a tutti i costi, c'era un genere che spopolava su tutte le console, quello che noi oggigiorno definiamo "Boomer Shooter", ossia tutti gli sparatutto che facevano parte del filone inaugurato da Doom e proseguito negli anni con altri esponenti come Duke Nukem o Quake, titoli con poche pretese di trama dove l'importante era disintegrare qualsiasi cosa apparisse sullo schermo con un vasto arsenale; questo genere oggigiorno è purtroppo ormai confinato a produzioni indie come Project WarlockProdeus o tutte le opere targate New Blood Interactive, eppure si è sempre rimasti ancorati ai canoni del genere senza provare a pensare: "e se lo facessimo completamente 3D?" "Magari cambiando la prospettiva da prima a terza persona?"; a dirla tutta un po' l'eredità di questo filone caciarone l'ha presa al balzo la serie Earth Defense Force (del quale potete leggere qui la recensione del sesto capitolo uscito giusto qualche mese fa), ma si è sempre rimasti nel campo delle produzioni a basso budget, senza che qualche casa di sviluppo grossa prendesse per le mani la questione; quest'anno però è arrivato il famoso vento del cambiamento, già a febbraio infatti le acque sono state smosse da Helldivers II, il fenomeno di massa targato Sony che dandoci la possibilità di fare stragi di insettoidi alieni in compagnia senza preoccuparci del resto ha riacceso la speranza per il genere; arriviamo al mese corrente ed ecco che a farsi portabandiera di questa (è il caso di dirlo) crociata è Saber Interactive, che con il supporto del team francese Focus Entertainment ha deciso di resuscitare dopo ben 13 anni dall'originale la saga di Warhammer 40k Space Marine, che manco a farlo apposta già si era approcciata al genere originale proprio lo scorso anno con Boltgun, insomma con queste premesse le carte in tavola per un successo sembrano esserci tutte, ma è stato davvero così?

Abbiamo indossato per diverse ore le nostre armature da Ultramarine ed oggi siamo pronti a raccontarvi se valga pena unirsi alla lotta per la gloria dell'Imperatore (qualora foste ancora degli eretici infedeli)
 
Space Marine 2 è la dimostrazione di come fare un sequel più grosso e più divertente con poco

La trama di Space Marine 2 riprende parzialmente dal finale del primo episodio ma fortunatamente non a tal punto da sentire la necessità di averlo giocato, vi basti sapere che il nostro protagonista Demetrian Titus, dopo servito per parecchi anni nella Deathwatch (la forza anti-alieni degli Space Marine) viene richiamato in servizio per fronteggiare un'invasione di Tiranidi sul sistema Recidious, che purtroppo elimina completamente la sua squadra e lo riduce in fin di vita, costringendo i suoi compagni a riportarlo di corsa alla base per sottoporlo ad una rischiosa operazione chirurgica atta a trasformarlo in Primaris (la più potente "versione" di uno Space Marine); scampato questo pericolo Titus e la sua squadra vengono incaricati dall'Arcimagus Nozick di recuperare dei dati sensibili sul pianeta sul quale si trova prima di procedere con la sua estrazione, a compito finito però la navicella sul quale si trova viene fatta schiantare e Nozick viene ritrovato impalato, il nostro protagonista non ha dubbi: ciò è opera del Caos, la forza malevola risiedente nell'universo parallelo al loro, che ha provveduto all'eliminazione dello sventurato poiché i dati in suo possesso facevano parte del Progetto Aurora, atto a debellare completamente la loro presenza dall'esistenza; più inaciditi che mai i nostri marine dovranno quindi farsi carico dell'eredità del Magus e portare a termine anche per lui la crociata contro il Caos ed i Tiranidi prima che questi li sovvergano completamente.
 
Non c'é niente di sfondo, tutti i nemici che vedrete dovrete affrontarli

Per quanto i vari filmati e trailer potessero far sembrare il titolo un semplice sparatutto in terza persona all'atto pratico Space Marine 2 è molto di più, riuscendo a mischiare ed amalgamare perfettamente un gameplay a distanza con uno da mischia, nonostante infatti la struttura dei livelli non sia niente di rivoluzionario (costituiti da enormi corridoi con pause ogni cinque o meno minuti per effettuare la strage di turno) giocare attraverso questi scenari non risulta affatto noioso: ogni combattimento è infatti un glorioso tripudio di violenza, proiettili e budella volanti, se nel primo capitolo ci siamo sempre trovati di fronte a scontri a fuoco più ragionati data l'elevata presenza degli Orchi, in questa seconda iterazione i nostri principali avversari saranno le forze Tiranidi ed i soldati del Caos e, per quanto chiaramente i secondi ci costringeranno per forza di cose ad adattare un gameplay più conservativo, i primi non si faranno troppi problemi a sciamarci in massa e lì starà a noi decidere come approcciare la situazione, scaricargli addosso un inferno di proiettili, lanciare granate nei gruppi o utilizzare le nostre armi da mischia per farne sushi spaziale, tutto è lecito, permesso ed anzi anche altamente incentivato, poiché gli sviluppatori hanno inserito diverse meccaniche che rendono il sistema melee decisamente divertente da usare, in primis va detto infatti che il nostro marine avrà a disposizione tre diverse barre della salute, con la prima di esse che sarà l'armatura (costituita da tre barre sotto la salute effettiva) e che non solo si ricaricherà nel tempo, ma potremo noi stessi far ricaricare effettuando esecuzioni sui nemici storditi, la seconda e la terza invece saranno due versioni della nostra barra della salute, che prima di ridursi diventerà parzialmente grigia, permettendoci di riprendere quanto perso riempiendo di mazzate in mischia i nostri avversari (Bloodborne docet), in generale va detto che il titolo premia parecchio un playstyle aggressivo, in quanto anche nei momenti più disperati riuscire a portarci a casa delle finisher sui nostri avversari potrebbe ricaricare la nostra armatura e ribaltare una situazione sfavorevole, ma attaccare a testa bassa senza essere consapevoli degli avversari sarebbe deleterio ed ecco che il titolo pensa anche a questo grazie a diverse meccaniche di counter e schivata, capiterà infatti di vedere i nemici brillare per un istante con un cerchio azzurro e premendo un tasto dedicato in quel momento gli avversari più piccoli verranno presi per la collottola e trasformati in un parquet cremisi, mentre quelli più grossi subiranno una parata e verranno sbilanciati, proprio a tal proposito è addirittura possibile lockarli ed iniziare una danza di fendenti e schivate (soprattutto nel caso in cui il cerchio sopracitato brillerà di rosso, indicatore di attacchi che andranno per forza schivati), che saranno sensibilmente differenti in base all'arma da mischia scelta, per esempio con il coltello molto più adatto a scontri 1v1 mentre il martello l'arma prediletta per decimare gli sciami, è inoltre presente un basico sistema di combo, che ci chiederà di tenere premuto il tasto dedicato dopo un tot di attacchi per effettuare una finisher diversa, qualora inoltre un nemico colpito in mischia non dovesse essere stordito comparirà su di lui un mirino rosso e premendo il tasto di fuoco effettueremo un colpo guidato verso di lui che infliggerà massicci danni; insomma non si può certo dire che i Marine siano degli sprovveduti.

La crociata di morte fortunatamente non si fermerà una volta terminata la campagna (campagna per altro affrontabile totalmente in cooperativa online e con checkpoint che funzioneranno sia in singolo che in multi, manna dal cielo visto che certe missioni superano l'ora di durata), ma si estenderà grazie alle modalità multigiocatore Operazioni e Guerra Eterna, delle quali la prima rappresenta il vero fulcro della rigiocabilità: si tratta infatti di una modalità cooperativa (ma affrontabile anche in singolo) che reinterpreta alcune missioni della campagna principale (non in maniera casuale, poiché queste si legano direttamente ad essa, in quanto impersoneremo una squadra atta a fare da supporto a Titus, spesso infatti durante la campagna principale ci verrà chiesto di completare la missione Operazioni ad essa legata per avere una visione migliore del quadro generale, fattore che abbiamo enormemente apprezzato), chiedendoci però di selezionare una delle sei classi a disposizione (Tattico, Assalto, Avanguardia, Baluardo, Cecchino e Pesante), ognuna con un suo equipaggiamento ben definito e soprattuto una progressione sia della classe che delle singole armi, che ci permetterà di sbloccare perk passivi e componenti estetiche, rendendola difatto il vero endgame per chi vorrà passare molte ore sul titolo; d'altro canto Guerra Eterna è una semplice modalità PvP suddivisa tra Conquista la zona, Conquista e Controlla ed Annientamento, classiche varianti di Deathmatch o Re della Collina che grazie al gunplay responsivo riescono a risultare comunque interessanti (per quanto meno rispetto alle altre due componenti del pacchetto)
 
Il titolo regala sempre scorci meravigliosi

Dal punto di vista tecnico lo dobbiamo dire: il titolo ci ha fatto abbastanza cadere la mascella, va detto che sin da subito ci si accorge di quanto sia pesante sulla GPU e sulla configurazione di fascia alta che abbiamo utilizzato per la recensione (i7 a 12 core, 32GB di Ram e 3080 da 10GB) abbiamo mantenuto sempre una media di fps sugli 85 a settaggi massimi, media che però veniva messa abbastanza in crisi durante gli scontri a fuoco, in quanto la presenza nemica su schermo è davvero massiccia, facendoli cascare a volte anche sui 50 o 45, in tal senso si avverte un po' la mancanza di un'opzione per il Frame Generation, che viene in parte tamponata dalla Risoluzione Dinamica che (per una volta) funziona veramente bene senza inficiare la qualità generale, la realizzazione delle ambientazioni e degli scenari di guerra spinge davvero parecchio l'Unreal Engine 5, restituendo un colpo d'occhio maestoso con un'ottima effettistica, proprio in tal senso lo ribadiamo: questo non è un titolo per i deboli di stomaco, vedere nemici schiantati al suolo, arti staccati ed usati per impalare gli stessi proprietari, facce strappate e sfortunati tagliati a metà dalle spade-catena sarà l'ordine del giorno, in una gloriosa danza di morte; la durata della campagna è più che giusta appena di poco sotto le 10 ore, ma ovviamente se vorrete passare parecchio tempo sul titolo la modalità Operazioni sarà lì per voi; considerato tutto questa meraviglia spiace quasi constatare l'assenza del doppiaggio italiano, che era invece presente nel primo capitolo.

A volte non servono grandi trame o finezze di gameplay, a volte il giocatore sente il bisogno di ritornare alle origini e disintegrare qualsiasi cosa si trovi su schermo ed in tal senso Warhammer 40k Space Marine 2 fa un'eccellente lavoro di farci sentire potenti ed avvertire l'euforia della carneficina ad ogni passo (a tal punto che il suo collega Darktide risulta quasi inutile a questo punto) e se la linea qualitativa si fosse mantenuta costante su tutti i fronti probabilmente avrebbe guadagnato il massimo dei voti, ma alcuni difetti nel comparto tecnico e nella gestione di gameplay e progressione gli impediscono di raggiungere tale obiettivo, ciononostante non vediamo davvero ragione per non consigliarvi l'ultima opera di Saber, che siate fan o meno del franchise ed abbiate o meno un gruppo di amici con cui giocarci il corpo degli Ultramarine è pronto ad accogliervi, e ricordate sempre: "L'Imperatore protegge" 


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