Il rifugio di Lion, l'autismo e l'inclusione: prime impressioni sulla nuova serie Netflix
Un misterioso trovatello viene accolto in una famiglia dall'equilibrio delicato e fragilissimo: le nostre e le vostre opinioni sulla promettente serie, già disponibile in streaming
di zettaiLara
Nei panni dei protagonisti vediamo i bravi Yuya Yagira (Gannibal) e Ryota Bando (Voice), mentre il giovanissimo Tasuku Sato è stato scelto per il ruolo di Lion per tramite di un'audizione.
Dirige il cast Toshio Tsuboi (Boys over flowers - Hana Yori Dango, I will be your bloom) su una sceneggiatura stilata di concerto da Koji Tokuo (CUBE, L'amore di Ossan) e Yoshino Ichinohe, mentre come theme song udiamo la melodia "Fujin" di Vaundy.
Queste le nostre prime impressioni, attendiamo anche le vostre nei commenti!
Il giovane lavora come artista in una piccola struttura; Hiroto vive per lui e cerca di stare al suo passo, trascorrendo giorni sereni e pacifici.
Un giorno, di fronte a loro appare un bimbo che si presenta come Lion: Hiroto decide di accoglierlo presso la loro famiglia.
Sia da adulti che da bambini, le nostre giornate sono scandite da azioni abitudinarie, che nel tempo diventano praticamente meccaniche. Quando ci svegliamo, al mattino, seguiamo i nostri rituali per la colazione, la pulizia, il commiato, e così per tutto il tempo a seguire.
Le routine di Michito, e di conseguenza di Hiroto, sono però irrinunciabili, sono pratiche che garantiscono la serenità della loro vita insieme; senza di esse il mondo di Michito perde i riferimenti, le sicurezze, e il suo modo di esistere, che diverge da quella che potremmo definire la "norma", non lascia così tanto spazio al cambiamento, all'apertura, al "se", alla possibilità.
Quando i due fratelli trovano nel giardino di casa un bimbo che si presenta come Lion, e che afferma con tono perentorio che vivrà insieme a loro, lo spauracchio del cambiamento arriva come una raffica di vento e inizia a sradicare l'immobilità della vita dei due giovani.
L'inizio di questa convivenza, forzata e improvvisa, porta subito dei grossi problemi e altrettanti interrogativi. Chi è Lion? I suoi genitori lo hanno abbandonato? Ha subito degli abusi?
Il buon Hiroto pensa a fare la cosa giusta, a riportare il bambino al luogo a cui appartiene, così da tornare alla vita tranquilla costruita di determinate routine. Ma se il piccolo leoncino ha lasciato il suo branco, non ci sarà forse un motivo valido? Forse quel branco non era un luogo sicuro? Queste riflessioni nascono proprio da Michito, che nonostante necessiti delle sue sicurezze e di scandire il tempo e la vita a modo suo, coglie con grande sensibilità quanto di oscuro potrebbe esserci nel passato del nuovo arrivato.
Il rifugio di Lion, in questo primo episodio, tratta in maniera chiara e diretta due temi importanti: l'autismo e la relativa inclusione, e gli abusi sui minori. Tematiche su cui il Giappone non è propriamente all'avanguardia. In realtà però le tematiche che affiorano, seppur in maniera ancora embrionale, sono tante e si fanno spazio nella figura di Hiroto, fratello maggiore che, dopo la morte dei genitori, si prende cura del fratello più piccolo con disturbo dello spettro autistico.
Hiroto è una persona comune, fa una vita normale e vede ogni giorno lo stesso scenario. Pur sereno nelle sue routine e nella vita con il fratello, affiora un senso di malinconia nei suoi occhi quando Michito afferma che i gabbiani codanera si spostano da un luogo all'altro, perché "vogliono vedere nuovi scenari". Pur con tutto l'amore per il fratello e per la sua vita ordinaria, forse Hiroto vorrebbe ogni tanto sganciarsi da quei giorni sempre uguali vissuti ad un ritmo che non è del tutto suo. Lion accende probabilmente la miccia di un grande cambiamento, che dati i presupposti non sarà certamente facile, ma che forse può giovare a tutti i tre protagonisti di questa storia, anche quando sembra che l'immutabilità sia l'unica strada possibile.
Le prove attoriali di Yuya Yagira, Ryota Bando e Tasuku Sato sono splendide, realistiche, coinvolgenti ed emotivamente d'impatto. Chi conosce anche solo una delle situazioni mostrate non potrà fare altro che stupirsi della capacità dei tre attori di trasmettere il mondo interiore dei propri personaggi, anche solo nei 45 minuti di questo primo episodio.
La scelta di Hiroto a fine puntata può per certi versi lasciare perplessi, ma come biasimare una persona dal grande cuore come lui, che per la prima volta pare volersi concedere di guardare un nuovo scenario?
Le premesse per una serie delicata, intelligente ed emozionante ci sono tutte, e se questo è solo l'inizio, potremmo trovarci davanti ad una serie che merita l'attenzione di ogni tipo di spettatore.
Nel corso del tempo, ad esempio, il catalogo delle serie TV create dall'emittente TBS (Tokyo Broadcasting System) è stato in grado di distinguersi per molti prodotti di spicco notevolmente apprezzati; si tratta dunque di produzioni che spesso godono già in partenza di ampie aspettative, ricevendo poi quasi invariabilmente un'accoglienza piuttosto favorevole presso il pubblico. Il tutto grazie anche agli importanti budget stanziati sui progetti, che si traducono nell'impegno profuso in termini di attenzione tecnica, sensibilità artistica, qualità e ampiezza del cast attoriale e altro ancora.
La recente collaborazione attivata da TBS con il colosso di streaming Netflix ha apportato poi ulteriore linfa creativa e propositiva, che va ad aggiungersi a tali premesse; e già dai primissimi minuti di apertura del drama Il rifugio di Lion, infatti, si notano location atipiche e suggestive, inquadrature e scelte registiche accorte, una fotografia ammaliante che cattura lo sguardo e il lavoro minuzioso sui personaggi da parte degli attori chiamati in scena.
Appare evidente dunque il maggior sforzo infuso dall'emittente, nonché l'intenzione di rivolgersi anche a un pubblico occidentale internazionale più esigente che mai, e dunque non più soltanto nipponico.
La serie TV è attualmente in onda in patria con rilascio di episodi a cadenza settimanale, disponibili anche su Netflix Italia a distanza di sette giorni esatti con sottotitoli in italiano; tale fruizione ordinata e regolare consente di immergersi senza affanni e con la dovuta attenzione all'interno del contesto familiare dei fratelli Hiroto e Mi-kun, di cui emerge gradualmente una quotidianità apparentemente tranquilla.
E' un tran tran che costituisce l'aspirazione massima per Hiroto, portato sullo schermo dall'impeccabile Yuya Yagira (Gannibal), e tuttavia s'intuisce facilmente come sia una conquista da intendersi tutt'altro che banale; la vita di Hiroto è infatti letteralmente costruita tutt'attorno all'impegnativa gestione del disturbo dello spettro autistico del fratello minore Mi-kun, appassionato di animali, dotato di una sensibilità artistica straordinaria e qui interpretato da un eccellente Ryota Bando (Voice).
Tale delicatissimo equilibrio viene a incrinarsi di colpo quando un bimbo trovatello di nome Lion irrompe a sorpresa nella loro casa, seminando involontariamente un caos che non manca di far riflettere e al contempo sorridere chi osserva questo peculiare terzetto di protagonisti, impegnato a cercare così di scrutarsi e studiarsi a vicenda.
Lion, impersonato da Tasuku Sato, appare tanto dolce e carino quanto piuttosto maturo ed educato per la sua età; dietro alla sua storia già si avverte tutto quel mistero e quei filamenti di tensione drammatica che la produzione sa sapientemente disseminare nel corso dell'intero episodio, alternando momenti di grande tenerezza ad altri di vivace scompiglio e di legittima curiosità.
Attraverso il dispiego della sua personalità pacata e sensibile, gli interrogativi di Hiroto sul giovanissimo ospite si allargano lentamente e riescono a coinvolgere con naturalezza lo spettatore; ci si ritrova così da un lato a riflettere con il protagonista sui potenziali indizi che egli rinviene dal proprio passato, e dall'altro a osservare con i suoi stessi occhi la singolare e inedita situazione familiare venutasi tutt'a un tratto a creare.
Tra un leone di pezza e un prezioso libro illustrato, i 45 minuti dell'episodio scorrono in grande scioltezza, fornendo fin da subito ottimi presupposti per lo sviluppo di una serie che, se saprà mantenersi su aspettative così elevate, potrebbe riuscire a offrire una visione appagante più che mai, davvero da non lasciarsi scappare.
Hiroto Komori è un uomo dall'animo gentile, che vive col fratello minore Michito autistico; Michito è abitudinario non per scelta, ma per riuscire a vivere nonostante il suo disturbo, e sebbene non riesca a interagire subito con gli sconosciuti, è anche dotato di una sensibilità straordinaria e di un talento eccellente per le arti.
Hiroto vive per lui e il suo sogno, la sua missione è quella di vivere giorni sereni e pacifici. Ma un giorno, alla sua porta si presenta un bambino piccolo che dice di chiamarsi Lion. Ovviamente il suo arrivo porterà un notevole scompiglio nella routine quotidiana, ma sia Hiroto che Michito capiscono che quel bimbo ha bisogno di loro e quindi decidono di accoglierlo presso la loro famiglia.
Disabilità e maltrattamenti si affacciano prepotenti sin dai primi minuti, ma la serie lo fa con garbo, dando agli spettatori degli indizi, attraverso flashback e piccole rivelazioni.
Conosciamo i tre protagonisti e il piccolo mondo che li circonda e ci affezioniamo subito a loro, merito anche della bravura degli attori, da Yuya Yagira (che il grande pubblico ha iniziato ad apprezzare grazie a Gannibal su Disney+) a Ryota Bando a Tasuku Sato.
Come non sentire stringere il cuore quando Lion afferma di sentirsi al sicuro in quella casa, pur essendo tra perfetti sconosciuti o quando Mi-kun chiede al fratello cosa può fare un cucciolo di leone se il suo branco non è sicuro?
E sebbene un episodio alla settimana possa mettere a dura prova i nervi dello spettatore che vorrebbe subito saperne di più, scoprire come i tre potranno convivere nonostante tutto e se qualcuno verrà a reclamare il piccolo Lion, avere il tempo di godersi l'attesa e di far sedimentare le emozioni è un bene in questi tempi fagocitanti.
Da non dimenticare le ambientazioni, che ci portano in un Giappone lontano dalle luci frenetiche di Tokyo o Osaka, e ci mostrano una vita più semplice ma anche più vicina a quella reale per milioni di giapponesi.
Trailer completo
Il rifugio di Lion 01
Titolo italiano: Episodio 1
Data in patria: 11/10/2024
Durata: 45 minuti
Totale voti: 5 0 0
zettaiLara
Quanta famiglia, quanta bellezza, che meraviglia: l'affetto paziente di Hiroto, i tentativi teneri di Michito e Lion tra un libro e il curry, la routine, i ruggiti del leoncino sui suoi segreti. Dolce e intenso, inquadrature deliziose, sono incantata ♥
25/10/2024
Arwen1990
Tanta roba in questo primi 45 Min. Tante emozioni contrastanti che arrivano proprio al cuore. La situazione non è per nulla rosea visto i temi trattati, ma lo sono con una tale delicatezza e tenerezza che cullano. Attori strepitosi, come torto il comparto
24/10/2024
CloveRed
Alla fine di questo primo episodio posso reputarmi più che soddisfatto. Dolce, drammatico, malinconico, divertente, c'è tutto in questa drama. Lion è un amore, ma non credo che questa serie sarà tanto tenera. Location, musiche, fotografia, tutto perfetto.
23/10/2024
Hachi194
Esplorare il concetto di famiglia. Occorre essere parenti di sangue per essere una famiglia? Due fratelli accolgono un bambino, probabilmente vittima di maltrattamenti. Semplice, delicato eppure efficace. Attori molto bravi. Merita.
20/10/2024
Il rifugio di Lion 02
Titolo italiano: Episodio 2
Data in patria: 18/10/2024
Durata: 45 minuti
Totale voti: 1 0 0
Hachi194
Nonostante tutto, si crea una nuova famiglia. Sembra esserci la volontà di un contatto ma tutto sfuma e si intuisce che c'è dietro molto di più. Qualcuno sta aiutando Aoi a sparire?
25/10/2024
Arashi84
Dolcissimo ma al contempo realistico e potente, mi ha totalmente conquistata. La quotidianità immutabile di due fratelli viene sconvolta da un leoncino abbandonato, ma chissà che non sia proprio lui il motore di un cambiamento inconsciamente necessario...
27/10/2024