Giappone: settimana corta al lavoro per permettere ai dipendenti di dedicarsi alla famiglia
I dipendenti del governo di Tokyo incoraggiati a prediligere il tempo libero
di Hachi194
Per questo nei giorni scorsi il governatore di Tokyo, Yuriko Koike ha annunciato l'intenzione di introdurre un sistema che darebbe ai dipendenti degli enti pubblici metropolitani la possibilità di prendersi tre giorni liberi alla settimana, oltre a quelli già previsti.
"Continueremo a rivedere i nostri stili di lavoro in modo flessibile, in modo che nessuno debba rinunciare alla propria carriera a causa di eventi della vita come la nascita di un figlio o la cura dei figli", ha dichiarato Yuriko Koike all'apertura della quarta sessione ordinaria dell'Assemblea metropolitana di Tokyo.
Al momento il governo metropolitano fissa l'orario di lavoro a 155 ore su quattro settimane e ha un sistema di orario flessibile che consente a molti lavoratori di scegliere quando iniziare e finire le proprie giornate lavorative. Con questo sistema i dipendenti possono prendere un giorno feriale libero ogni quattro settimane. A partire dal prossimo anno fiscale, ad aprile 2025, questo verrà modificato in un giorno feriale libero a settimana.
Nella sua dichiarazione, Koike ha anche annunciato l'inizio di un progetto per promuovere la partecipazione delle donne chiamato "Donne in azione", una parte del quale sarà l'introduzione di un sistema di vacanze parziali per i genitori di bambini dalla prima alla terza elementare.
E non va meglio secondo la proiezione fatta dall’Istituto nazionale di ricerca sulla popolazione e la sicurezza sociale del Giappone (IPSS) che, con uno studio dettagliato effettuato nelle 47 prefetture, prevede che nel 2050 il 44,3% di tutte le famiglie giapponesi sarà rappresentato da single.
Per dare due numeri più concreti, da qui a venticinque anni le famiglie in Giappone caleranno dai 55,71 milioni del 2020 a 52,61 milioni e di queste 23.301.000 saranno formate da single.
Nel 2020, 21.151.000 delle 55.705.000 famiglie giapponesi erano formate da una sola persona (38%). La soglia del 40% è stata superata in cinque prefetture: Hokkaidô (40,5%), Tokyo (50,2%), Kyoto (41,2%), Osaka (41,8%) e Fukuoka (40,7%).
In un Giappone che invecchia, questo aumento significa che sempre più anziani vivranno da soli. Entro il 2050 gli over 65 e più che vivranno da soli saranno 10.839.000, un numero 1,5 volte superiore rispetto al 2020. Rappresenteranno oltre il 20% del totale e di loro 7.040.000 avranno più di 75 anni. Questo vorrà dire anche uno sviluppo diverso in termini di urbanistica e servizi pubblici, come un'assistenza sanitaria personalizzata e spazi abitativi progettati per rispondere a esigenze individuali piuttosto che familiari.
La seconda generazione dei baby boomer (nati all’inizio degli anni ’70) avrà 75 anni entro il 2050. Gran parte di questa generazione è entrata nel mercato del lavoro dopo la bolla economica, all’inizio degli anni ’90, quando le imprese assumevano meno con contratti a tempo indeterminato e aumentava il lavoro temporaneo. Molti hanno quindi sofferto dell’instabilità del lavoro e dei bassi salari, che hanno avuto un impatto sul numero dei matrimoni e di conseguenza sul tasso di natalità.
Fonti consultate:
The Mainichi
Nippon