Sleeping on the Paper Ship: viaggiare insieme verso lo stesso porto - Recensione

Ritorna Teki Yatsuda con una nuova opera tormentata e introspettiva

di Arashi84

«Se le mie foto potessero viaggiare su una nave da te costruita avendo come meta il cuore di qualcuno... io ne sarei felice. Questo è il mio sogno.»

Il sogno di uno che diventa il sogno dell'altro, la volontà di continuare a vivere e dirigersi insieme verso lo stesso porto. Kei e Yoichi affrontano i drammi interiori del dopoguerra in Sleeping on the paper ship, l'intenso nuovo manga di Teki Yatsuda. Dopo lo struggente Home Far Away (Planet Manga) è Star Comics a far riapprodare in Italia il grande talento della sensei, proponendo in uscita contemporanea i due volumi che compongono il manga.
 
1949, Yokohama. In un Giappone devastato dalla guerra, Kei Kitahara è uno sceneggiatore di successo ma, per una sorta di strana maledizione, le persone che ispirano le sue storie finiscono inevitabilmente per diventare vittime di sciagure. Per questo Kei decide di deporre la penna, che era la sua unica ragione di vita. Un giorno, l’incontro con un giovane e affascinante fotografo riaccende in lui il desiderio di scrivere...

Kei e Yoichi sono due anime tormentate che si muovono sullo sfondo di un Giappone in cerca di ripresa dopo la sconfitta nella Seconda Guerra Mondiale. Le loro vite sono state segnate anche da un altro trauma, che ha lasciato cicatrici profonde soprattutto nel corpo e nel cuore del talentuoso Kei. Inesorabilmente legata alla scrittura, l'anima del giovane è logorata da un senso di colpa espiabile, forse, solo con il suicidio. Le emozioni che guidano la sua penna sono inarrestabili e il pubblico ama qualunque cosa egli scriva, ma la maledizione che lo affligge vuole che ogni persona che abbia a che fare con le sue storie, perda la vita.

Quando decide di posare la penna incontra Yoichi, un giovane fotografo che sembra permettergli di riassaporare il gusto dolce della vita, la volontà di abbandonare i pensieri funesti per poter vivere all'insegna dell'amore. Ma paradossalmente è proprio questo incontro che fa rinascere in Kei il desiderio di scrivere, come se la sua anima si fosse liberata dalle catene che per tre anni avevano bloccato la sua mano e il suo spirito. Ma parlare di Yoichi, mettere su carta la loro storia, non significa forse condannarlo alla sciagura come successo con le altre persone che hanno ispirato le sue storie?
Nel conflitto che si scatena tra la voglia spasmodica di darsi corpo e anima all'amato e il desiderio di preservarlo, si snoda la storia di questi due ragazzi dall'animo inquieto, che sembrano non poter vivere una vita normale in virtù degli accadimenti nefasti di vari anni prima.
 
«Se esistesse un modo per reincarnarsi vorrei rinascere come un pruno. Così non farei soffrire nessuno. Non avrei nulla da temere. Nei giorni di tempesta, di neve, di sole... mi limiterei a starmene fermo e tranquillo. Dovrei soltanto far crescere e sbocciare i fiori e renderei tutti felici.»
 


Il racconto imbastito da Teki Yatsuda è complesso e inizialmente i protagonisti e i loro sentimenti sembrano lontani anni luce dal lettore, che difficilmente riesce a capire quale sia la realtà e fin dove invece arrivi il delirio mentale di Kei. Anche i loro dialoghi sono molto astratti e i loro scopi poco chiari, quasi come se volessero tenere il lettore a distanza, senza farlo entrare nell'intimità delle loro vite. 
Il primo volume è in un certo senso ingannevole, poiché lascia pensieri ed emozioni dei protagonisti liberi di vagare quasi al di fuori di qualsiasi binario, facendo comunque percepire un tormento e una sofferenza che non trovano pace.

Andando avanti con la lettura però tutto prende forma, così come nei cuori dei due ragazzi, così anche agli occhi del lettore, che assieme a Kei e Yoichi riesce a ricostruire il lungo percorso di dolore che ha portato i protagonisti a essere ciò che sono. Il bisogno di riappropriarsi di se stessi, di abbracciare le cicatrici sentendole parte della propria storia e della propria unicità, l'esigenza di abbandonare i fantasmi del passato e quel Dio della morte che troppo spesso ha assunto il volto dell'amato, fino a giungere a un epilogo intenso e potente.
 


Sleeping on the paper ship non è quindi un manga immediato e di facilissima fruizione, poiché azioni e pensieri dei personaggi sono guidati da un tormento difficilmente comprensibile. La lettura dell'opera offre però alcuni spunti interessanti su cui l'autrice potrebbe aver costruito la storia. Tra gli elementi nascosti, ma neanche troppo, troviamo riferimenti ai disturbi psichiatrici e alla letteratura giapponese del dopoguerra.

Kei mostra sin da subito quelli che sembrano essere segni di schizofrenia con sintomi quali alterazioni della sfera cognitiva, affettiva, comportamentale e percettiva. Le sue allucinazioni e il delirio paranoico che accompagna la sua attività di scrittore diventano parte integrante e totalizzante della sua vita. Non viene mai confermato all'interno del manga che Kei soffra effettivamente di un tale disturbo, ma considerando anche quello che scopriamo andando avanti con i capitoli, e ciò che sappiamo sin dalle prime pagine, è facile pensare che la Yatsuda abbia voluto imprimere al suo protagonista un tratto di questo tipo. Il bias cognitivo che lo accompagna gli ha permesso di creare una realtà soggettiva che non trova riscontro razionale nella realtà; la maledizione, il Dio della morte, sono frutto della sua mente fortemente disturbata.

Accanto al discorso "clinico" troviamo poi la tematica letteraria del dopoguerra, qui fortemente citata sia nella figura di Kei che in quella di un altro personaggio di cui non si parlerà nel dettaglio per evitare spoiler pesanti.
Dopo la fine della guerra la letteratura giapponese ebbe una ripresa e portò molti autori a raccontare le esperienze vissute al fronte. Nacquero quindi la letteratura della memoria e la cosiddetta "letteratura della bomba atomica". Il periodo post-bellico mise in rilievo anche la "scuola decadente", i cui esponenti erano giovani scrittori che cercavano conforto alla propria sensazione di inadeguatezza in esperienze quali droga e suicidio. Il più famoso tra i suoi membri è senz'altro Osamu Dazai, il cui riferimento possiamo appunto trovare all'interno di Sleeping on the paper ship, sia nell'oppressione del letterato (in questo caso Kei) alla ricerca del proprio posto nel mondo, che altra scelta non vede alla sua inadeguatezza se non il suicidio, sia in un'altra figura che anela al doppio suicidio d'amore.
 
«Hai idea di quanto possa sentirsi miserevole un uomo che non riesce mai a morire davvero?! Se anche tu vuoi diventare uno scrittore... tienilo bene a mente!»


In una delle sue opere più famose, Il sole si spegne, Dazai racconta la difficoltà di una famiglia aristocratica nel riadattarsi al nuovo Giappone, quel Paese sconfitto dalla guerra e che porta su di sé cicatrici troppo grandi da ignorare. Ritrovare un posto nel mondo, uno scopo e un'utilità all'interno del proprio Paese diventano motivo di sofferenza e tormento, conducendo i protagonisti a un lento ma inesorabile decadimento della propria condizione e soprattutto del proprio orgoglio di aristocratici.
I personaggi della Yatsuda vivono questo stesso tipo di sofferenza, e la ricerca infruttuosa di un ruolo che non esiste più non fa altro che portarli verso un tormento dell'anima apparentemente placabile solo con la morte. 
Le cicatrici di Kei, tanto vive da palesarsi simbolicamente anche nelle foto che gli scatta Yoichi, sempre accompagnate da una luce rossa, potrebbero quindi indicare anche la ferita non rimarginabile di un Paese sconfitto che mai riuscirà a dimenticare quel dolore.

Qualunque sia la chiave di lettura che si voglia dare ad azioni e pensieri dei personaggi e alla narrazione in sé, questa è pur sempre una storia d'amore e come tale trova in esso il senso di ogni cosa.
 


I disegni di Teki Yatsuda sembrano adattarsi perfettamente all'elegante atmosfera degli anni '50: delicati ma decisi, bucano le pagine con la stessa prorompenza di una nuova epoca che si fa largo cercando di lasciarsi il passato alle spalle. Così come in Home Far Away, la regia delle tavole e l'impostazione dei disegni è molto cinematografica, attenta, dinamica.
La sensei fa un forte uso del nero, che riempie le pagine e contribuisce a dare un senso di oppressione e dolore.
Il disegno è molto espressivo e dedica grande cura ai dettagli e agli sfondi. Gli occhi sono sempre malinconici, diretti ora a guardare verso un orizzonte infausto, ora in direzione di una luce che riaccenda il desiderio di vivere. Le pagine sono spesso piene ma si svuotano quando devono mettere in risalto le emozioni, creando un vuoto che lascia da soli lettore e personaggi in una sfera intima in cui è possibile percepire ciò che il loro cuore trasuda. Gli scorci di una Yokohama di altri tempi, l'abbigliamento, gli strumenti di lavoro mostrati e lo stile architettonico di quegli anni ci immergono in quel tempo lontano in cui il Giappone lottava, e al contempo accoglieva, la modernizzazione proveniente dall'occidente.

Star Comics propone Sleeping on the paper ship nel classico formato 12,8x18 cm, 248 pagine di cui la prima a colori nel primo numero, sovraccoperta, al prezzo di 7,50 euro. L'editore perugino distribuisce i due volumi in contemporanea, scelta azzeccata che permette di leggere tutta d'un fiato una storia che rende al meglio senza interruzioni, poiché, se come accennato precedentemente il primo volume potrebbe far sorgere delle perplessità, esse vengono meno nel momento in cui ci si lascia guidare dalla narrazione fino alla fine.
 
«Non importa cosa faccia... il tuo viso mi riaffiora alla mente. E finisco per desiderare... di vivere.»
   
Sleeping on the paper ship è un manga molto interessante, frutto del talento di un'autrice che dimostra ancora una volta di essere un'ottima narratrice del tormento interiore dell'essere umano.
Il manga ha diverse chiavi di lettura, magari non comprensibilissime o coglibili a un primo approccio, specie se poco attento. Non si tratta quindi di una lettura godibile con estrema facilità, ma di un'opera che richiede un avvicinamento scrupoloso e vigile.
Si tratta di un manga maturo e dal forte impatto emotivo, che tratta temi quali il suicidio e l'oppressione. Accompagnato da disegni eleganti e un'ambientazione spazio-temporale ricca di fascino, Sleeping on the paper ship racconta l'amore, il tormento, il dolore, le cicatrici e il bisogno di abbracciare tutto ciò con consapevolezza di sé, per andare avanti nella propria vita e rinascere assieme a un nuovo sole.



Sleeping on the Paper Ship  1

1949, Yokohama. In un Giappone devastato dalla guerra, Kei Kitahara è uno sceneggiatore di successo ma, per una sorta di strana maledizione, le persone che ispirano le sue storie finiscono inevitabilmente per diventare vittime di sciagure. Per questo Kei decide di deporre la penna, che era la sua unica ragione di vita. Un giorno, l’incontro con un giovane e affascinante fotografo riaccende in lui il desiderio di scrivere... Un’intrigante miniserie in due volumi da una delle autrici Boys’ Love più talentuose dell’attuale panorama nipponico!

Opera:  Sleeping on the Paper Ship
Editore: Star Comics
Nazionalità: Italia
Data pubblicazione: 04/02/2025
Prezzo: 7,50 €


Totale voti:   4  0  0


Arashi84

Primo volume molto particolare; facciamo la conoscenza dei due protagonisti ma difficilmente riusciamo a capire dove sia il confine tra realtà e delirio. Bellissimi i disegni della Yatsuda, che tratteggiano con cura il Giappone di un tempo ormai lontano.

 07/02/2025


Altri Voti



Titolo Prezzo Casa editrice
Sleeping on the Paper Ship  1 € 7.50 Star Comics
Sleeping on the Paper Ship  2 € 7.50 Star Comics



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