Phantom Brave: The Lost Hero - Recensione del sequel che arriva 20 anni dopo
Nippon Ichi Software torna nella sua veste sperimentale ed è più efficace che mai.
di Revil-Rosa

Phantom Brave, il primo capitolo, arrivava su Playstation 2 tra il 2004 e il 2005 per poi venire riproposto in versione migliorata ed espansa in varie edizioni per diverse piattaforme, dalla Psp al Nintendo Switch, ultima tra queste Phantom Brave: The Hermuda Triangle Remaster per Playstation 5 uscito giusto giusto a novembre 2024. Phantom Brave arriva dopo il successo di Disgaea e ripropone la base da strategico a scacchiera, ma... senza scacchiera. Movimento libero su mappe grandi dove scivoloni, lanci e cadute fuori dal ring sono la quotidianità del movimento mentre attacchi con aree geometriche ben delineate scardinano la rigidità degli strategici a turni per un tocco fresco e dinamico, ma quantomai acerbo e un po' caotico. Il gameplay del primo Phantom Brave è sperimentazione pura, tante belle idee che reinventano un genere che Disgaea aveva, a suo modo, rivoluzionato perciò rivisitare quel sistema con le rifiniture moderne è già di per se motivo di forte curiosità.
Ambientato dopo gli eventi del primo capitolo, Lost Hero ci riporta in compagnia di Marona e Ash che si avventurano fuori dal loro arcipelago d'origine, alla scoperta del mondo che prima era loro precluso. Mentre navigano tranquillamente per l'oceano una flotta tanto misteriosa quanto minacciosa assale la loro imbarcazione. Il tetro nemico si avvale di un potere simile a quello di Marona, il potere di interagire con i Phantom, e cogliendo il duo alla sprovvista ruba l'energia della giovane. Ash libera la compagna e la spedisce con un poderoso attacco lontano, su di una isola vicina, restando da solo a fronteggiare i malvagi assalitori. L'indebolita Marona si risveglia così nell'isola dove incontra Apricot, defunta figlia del leggendario pirata Argento che si è lanciato all'assalto della Shipwreck Fleet, gli stessi che hanno attaccato la protagonista, fallendo però nell'impresa e portando alla morte di tutto il suo equipaggio, lui compreso.

L'arcipelago governato dalle bande di pirati è il teatro della nuova avventura di Marona, un racconto non più incentrato sull'accettazione e la crescita di una sfortunata orfana marchiata dal pregiudizio bensì sulla coerenza delle proprie azioni e su come queste possano ispirare gli altri, il tutto apprezzando la "maturità" raggiunta dai due protagonisti nel precedente capitolo. Non manca mai l'inguaribile bontà di Marona, al limite dell'ingenuità ma dove prima la piccola si sforzava di credere nel prossimo restando delusa, qui è invece fortemente decisa a voler prestare orecchio a chi non sembra meritare attenzione. La trama di Phantom Brave: The Lost Hero procede spedita portando il giocatore da un'isola all'altra per una sequela di ambientazioni molto diversificate e decisamente carine, ma non poi così caratteristiche o originali.
Le vicende narrate cullano il giocatore quanto basta per spingerlo ad avanzare ma non abbastanza da conquistarlo veramente e sebbene vengano introdotte tematiche e situazioni interessanti, difficilmente si scende davvero ad approfondirle per renderle coinvolgenti. Questo accade un po' per lo stile narrativo statico da visual novel e un po' per le atmosfere rilassate tipiche della serie. Detto questo, giocare Lost Hero senza aver completato Hermuda Triangle (o qualsiasi altra riedizione del primo capitolo) non compromette la godibilità della storia: eccezion fatta per i due protagonisti, di cui comunque viene spiegata rapidamente la storia all'inizio, tutti i personaggi importanti di Lost Hero sono nuovi e i rimandi al precedente gioco sono minimi e di poco conto.

A conquistare il giocatore tenendolo incollato per ore è il fantastico gameplay che raccoglie tutte le intriganti e innovative idee del precedente capitolo, ma raffinandole ed espandole. Il senso di sperimentale e acerbo che rendeva il Phantom Brave della Playstation 2 un simpatico diversivo e nulla di più in Lost Hero viene del tutto cancellato portando invece un sistema originale e profondo, altamente personalizzabile e dalle dinamiche particolari. Andiamo con ordine: Marona scende in campo da sola e può evocare i Phantom, anime dei defunti, per combattere al loro fianco confinendo gli spiriti negli oggetti sparsi per la mappa. Ogni oggetto conferisce bonus e abilità diverse al personaggio così come gli oggetti stessi possono influenzare in modo positivo o negativo altri oggetti, amici o nemici rendendo la scelta di distruggere lo stesso una mossa utile o deleteria a seconda della situazione. Evocare un Phantom consuma 1 punto sui 20 totali per mappa se questi scende in battaglia disarmato oppure 2 se evocato con un oggetto equipaggiato. In entrambi i casi un personaggio ha un certo numero di turni dopo il quale lascia la mappa.
Gestire dove, quando e in quale oggetto evocare i personaggi è parte integrante della strategia e ciò può richiedere un certo occhio nelle mappe più avanzate perché queste possono essere anche di grandi dimensioni e non percorribili da un personaggio giocato all'inizio. I personaggi di base hanno solo l'abilità offensiva "pugno" ma qualsiasi oggetto prendibile (ovvero equipaggiabile) porta ad una modifica delle statistiche e alla possibilità di usare nuove abilità. In fondo perché no, perché non combattere con una stella marina trovata per terra invece che scendere armati di un pomposo bastone magico?

Sebbene nelle mappe non manchino armi standard come lance spade o pistole, soprattutto impugnate dai nemici, non è raro che nelle fasi iniziali dello scontro si possa combattere impugnando insegne, palme, pesci o altre bizzarrie trovate per strada perché "meglio tenersi i personaggi forti per il boss più avanti". Il divertimento è implicito e le strategie attuabili non scontate perché le abilità degli oggetti vertono sulle statistiche più disparate dunque il guerriero con tanto attacco potrebbe non essere la scelta migliore per eliminare i nemici perché il barile potrebbe avere un attacco che scala sugli HP e questo rende il tank di turno, che ha alti solo vita e difesa, un inaspettata macchina di morte. Sulla base di questo sistema si aggiunge una migliore gestione dello spazio e del movimento, una totale rivisitazione delle superfici scivolose o non piane, l'aggiunta di moltissime nuove abilità dai range più diversi nonché effetti attivi e passivi di personaggi e nemici che rendono gli scontri sempre diversi influenzando tantissimi di movimento, efficacia di attacchi o abilità e molto altro ancora.
Phantom Brave: The Lost Hero è così ricco di elementi che permette ai fan dei numeri e delle meccaniche di sbizzarrirsi con le strategie più ottimizzate ma soprattutto permette – a differenza del primo e più difficile capitolo – anche a chi non ha voglia di analizzare ogni elemento di divertirsi in un mondo colorato ad alto contenuto strategico.

Menzione d'onore in particolare alla nuova meccanica di fusione che porta ad unire Marona con un qualsiasi altro personaggio per una nuova estetica e tutta una serie di vantaggi a tempo limitato. Le cose da fare non mancano anche fuori dal campo di battaglia, le Facilities legate ai personaggi creati aprono le porte ad altre possibilità: scegliere le musiche, esplorare dungeon casuali, modificare i titoli per boost (e malus) alle statistiche e tanto altro ancora rendono la base principale un luogo dove affinare le proprie strategie per avanzare al meglio nelle mappe.
GIUDIZIO FINALE
Phantom Brave: The Lost Hero è un fulmine a ciel sereno, un sequel diretto che arriva a sorpresa dopo praticamente 20 anni per rispolverare un titolo certamente importante nella storia della casa e caratteristico nel panorama dei giochi di ruolo, ma non così emblematico a livello globale. La nuova avventura di Ash e Marona è una colorata e piacevole ventata di aria fresca per il mondo dei giochi di ruolo strategici e porta il meglio dell'esperienza di Nippon Ichi Software ricordando ai veterani che non esiste solo Disgaea e che la folle casa giapponese è (sperabilmente) pronta a tornare alla cura di un tempo, con tutta la voglia e il coraggio di osare verso nuovi orizzonti e non rintanarsi nel Netherworld della comfort zone. Non possiamo che invitare tutti i fan dei gdr a provare Phantom Brave: The Lost Hero, sperando che NIS proceda su questa strada con nuove ispirate IP e inaspettati sequel sui suoi tanto vecchi quanti divertenti titoli.
Gioco testato su PlayStation 5.
Phantom Brave: The Lost Hero è disponibile anche su Playstation 4, Nintendo Switch e Pc via Steam.