KIBORG - recensione del roguelike a base di scazzottate ed impianti cibernetici

Perché anche prendere a randellate qualcuno ha una sua classe

di Klarth Curtiss

Negli ultimi anni il genere roguelike si sta rivelando come uno di quelli che permette maggiore libertà e creatività di espressione agli sviluppatori indipendenti; se un tempo eravamo confinati infatti ad avere unicamente deckbuilder a profusione o titoli in isometrica che tentavano di ricalcare lo stampo del sempre apprezzato Isaac, oggi fortunatamente abbiamo esponenti di ogni tipo: dagli strategici come Into The Breach, passando per gli sparatutto come Returnal o improbabili gestionali come Cult of the Lamb ed arrivando infine ad esponenti completamente unici come l'ormai famoso Balatro.

KIBORG, l'ultimo titolo del team Sobaka Studio, rientra un po' in quest'ultima categoria, strizzando si l'occhio ai tanti action in circolazione, ma proponendo al contempo parecchi sottosistemi che rendono l'esperienza unica ed appagante. Il titolo uscirà ufficialmente domani, ma noi abbiamo avuto modo di gettarci nella mischia già da diverse settimane ed oggi siamo pronti a raccontarvi le nostre impressioni (mentre recuperiamo i denti persi qua e là).
 
KIBORG conosce le proprie forze e ci marcia fieramente

Come accade spesso e volentieri in questo genere, la trama non è altro che un pretesto per giustificare il ciclo di gameplay: in un futuro distopico è stata infatti raggiunta una soluzione definitiva per combattere la criminalità, ossia assegnare ad ogni detenuto una pena di 1300 anni e collocarlo in una struttura dove, ad ogni morte, i suoi geni vengono ricostruiti all'infinito, costringendolo a scontare sostanzialmente le pene dell'inferno. L'unica speranza di una vita migliore è la vittoria nel macabro show televisivo "Last Ticket", una sorta di battle royale che coinvolge l'intera prigione e che vede come premio in palio la propria libertà.

In questa tutt'altro che rosea situazione vestiremo i panni di un detenuto ingiustamente incarcerato e dal passato misterioso, che tuttavia non riesce a ricordare a causa di un trauma cranico subito prima dell'arresto, con l'obiettivo non solo di riguadagnare la libertà, ma anche di scardinare completamente questo tirannico ed inumano sistema.
 
"Questa mano po essere fero o po essere adamantio" semicit.

La base di gameplay di KIBORG ci ha ricordato vagamente le scazzottate nei corridoi del manicomio di Arkham dei titoli dedicati all'uomo pipistrello e forse questo non è un paragone così sbagliato, in quanto nel titolo di Sobaka si fa una ed una sola cosa: menare le mani. Senza troppi fronzoli infatti il nostro obiettivo sarà quello di ripulire completamente la stanza attuale da qualsiasi brutto ceffo presente, ottenere la ricompensa, scegliere la stanza successiva e ripetere il processo dal fondo alla cima della prigione.
Fortunatamente il team è stato molto consapevole della ripetitività che si nasconde dietro questo loop ed ha ben studiato attorno diverse trovate per insaporire la nostra permanenza.

Per quanto infatti il nostro detenuto non abbia problemi a diventare il Bruce Lee della situazione (ANZI, più volte siamo riusciti a costruire build che avrebbero reso Chuck Norris e Jackie Chan fieri di noi), potremo avvalerci di tantissime armi da mischia (efficaci ma dalla durabilità limitata) e da fuoco (altrettanto efficaci ma soggette, chiaramente, alla quantità di munizioni che troveremo), oltre ad un'arma da fuoco secondaria a mo' di revolver da ricaricare menando le mani. A tutto ciò si aggiunge anche il fiore all'occhiello della produzione: gli impianti cibernetici. Testa, gambe, braccia, petto, spina dorsale, cuore, ogni parte del nostro corpo potrà essere meccanizzata per fornirci bonus passivi e trasformarci in delle macchine di morte sempre pronte ad affrontare qualsiasi situazione.

Per quanto l'offerta ludica sembra esaurirsi qui, è solo quando mettiamo mano al sistema di metaprogressione che il gioco rivela davvero le sue carte. Sebbene siano presenti anche aumenti semplici di statistiche, la maggior parte degli upgrade sblocca nuove possibilità che cambiano radicalmente il nostro approccio alle run, come ad esempio gli effetti set per gli impianti, che incentivano a sceglierne almeno un paio identici, o la possibilità di rimuovere gli effetti negativi degli innesti, o il potenziamento delle capacità di parry con il giusto tempismo, che fornisce bonus di danno fintanto che non subiamo colpi.

La cosa che risulta più impressionante in questo mix è che, per quanto più volte ci sia stato possibile assemblare build oggettivamente "rotte", la poca conoscenza dei moveset avversari è sempre risultata in morti premature, cosa che crea dunque un giusto equilibrio tra la potenza del nostro equipaggiamento e la conoscenza dei nemici e boss affrontati, richiedendoci dunque di stare sempre sull'attenti.
 
Tirare fuori il ferro in situazioni critiche non è mai una cattiva idea

Per quanto riguarda l'aspetto tecnico possiamo ritenerci nel complesso soddisfatti, sia chiaro il gioco non brilla per scorci o panorami, ma riesce comunque a differenziare in maniera sufficiente le varie sottozone e gli avversari che le compongono, permettendoci di capire al volo cosa fare in determinate situazioni. Buono il doppiaggio, soprattutto per quanto riguarda il deforme secondino della prigione (che non perderà occasione di sfotterci e provocarci). Tocco di classe che abbiamo apprezzato è inoltre la responsività dell'IA a fornirci consigli in maniera naturale sulla base di nuove meccaniche sbloccate, nemici incontrati o armi acquisite, fattore che ci ha sempre consentito di capire ogni sistema per quanto complicato fosse.

Per quanto sia un prodotto contenuto nel gameplay, KIBORG abbraccia pienamente la sua natura, capitalizzando su ogni singolo sistema a disposizione e svelando le sue carte in maniera graduale, regalando un'esperienza action estremamente soddisfacente. Sia chiaro, a tutti quelli che cercano una storia intricata chiediamo caldamente di guardare oltre, ma per chi vuole passare semplicemente qualche ora a menare le mani fidatevi, il titolo vi darà pane per i vostri denti ed anche di più.

Versione testata su PC, disponibile anche per Playstation 4 e 5, Xbox One e Series X/S.

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