Giappone: porte aperte ai creativi
Il governo Abe vuole aprire le porte agli animatori e agli illustratori stranieri.
di Serynsera
Il Giappone è un paese tendenzialmente conservatore riguardo l'immigrazione degli stranieri, ma in seguito agli ultimi dati demografici raccolti, secondo i quali risulta che la popolazione produttiva abbia raggiunto solo il 60,3% nel 2016, il governo ha deciso di velocizzare e semplificare le richieste dei permessi di residenza: già dal 26 aprile del 2017 non bisogna più vivere 10 anni in territorio giapponese, ma solo 3 se si soddisfano certi requisiti.
Il governo giapponese ha in previsione di modificare ulteriormente le proprie politiche migratorie nell'estate del 2018: secondo l'iniziativa 'Cool Japan' i creativi più abili potranno percorrere una corsia preferenziale nel lungo e tortuoso iter burocratico che permette agli stranieri di vivere e lavorare regolarmente in Giappone.
L'iniziativa, mirata a promuovere la cultura giapponese e i suoi prodotti oltreoceano è uno dei pilastri principali della strategia di crescita economica e culturale del Primo Ministro Shinzo Abe.
Il sistema corrente per determinare delle graduatorie di merito per gli stranieri che vogliono vivere in Giappone si basa su un sistema a punteggi: vengono assegnati punti in base a varie categorie come la carriera accademica, le abilità nella lingua giapponese, i traguardi raggiunti nella propria esperienza lavorativa e nella ricerca, attività tecniche specializzate e attività di business management o il proprio reddito.
Secondo il ministero della giustizia, viene assegnato un trattamento preferenziale di immigrazione a coloro che raggiungono più di 70 punti se hanno vissuto almeno 3 anni in territorio giapponese, più di 80 punti per chi ha vissuto in Giappone solo 1 anno.
Nel caso di attività accademiche, si guadagnano 30 punti se si ha un dottorato, 15 punti se si hanno almeno 7 anni di esperienza nella ricerca e 15 punti se il candidato non ha compiuto trent'anni.
L'idea del governo Abe è di aggiungere una nuova categoria al sistema, in modo da valutare oggettivamente i talenti stranieri e rendere più facile il raggiungimento dei punti anche a chi non ha una carriera in campi prima ritenuti più utili come la medicina o la ricerca scientifica.
I candicati più probabili saranno i diplomati con il massimo dei punti nelle scuole di design e di animazione e i vincitori di prestigiosi premi artistici.
Fonte consultata:
The Japan Times