Shogakukan testa la vendita dei manga non sigillati nella plastica
La nuova politica di vendita della grande casa editrice giapponese sta dando i suoi risultati
di AmarantaKiller
Il motivo di questo confezionamento è abbastanza ovvio. Gli editori e i dettaglianti vogliono evitare ciò che viene chiamato tachiyomi, letteralmente "lettura permanente", quando i potenziali clienti prendono un volume, leggono ciò di cui è di loro interesse, poi lo rimettono sullo scaffale ed escono dal negozio senza acquistare nulla.
Eppure recentemente Shogakukan, uno dei più grandi editori di manga del Giappone, ha ribaltato la sua posizione e ha iniziato a chiedere ai dettaglianti di non incelofanare alcuni manga.
Tra marzo e maggio Shogakukan ha chiesto di non utilizzare il film di plastica sul primo o sul più recente volume di 35 titoli in pubblicazione. 36 negozi hanno partecipato al programma di sperimentazione e quando hanno riportato i risultati delle loro vendite, hanno scoperto che le vendite di manga shojo e josei (manga rivolto a ragazze e a donne) erano aumentate del 20%. Nel frattempo, le vendite di manga shonen e seinen (orientati verso ragazzi e uomini) sono rimaste pressoché invariate, senza perdite significative derivanti dalla rilassata politica tachiyomi.
L'aumento delle vendite ha molto senso. Prima di essere pubblicati in raccolte di volumi, i manga venivano serializzati su antologie settimanali o mensili, che venivano spesso letti dai pendolari dei treni in viaggio verso il lavoro o la scuola. Ma con più persone che utilizzano il loro smartphone per ammazzare il tempo, anche le versioni online di quelle antologie sono in competizione con il resto di Internet, il che solleva anche l'attenzione sugli ostacoli che una serie manga deve superare per catturare l'interesse di un lettore.
Shogakukan afferma che rimuovendo gli involucri in plastica dai volumetti, è possibile aumentare il potenziale di contatto e familiarità con i clienti. I risultati del suo programma pilota, soprannominato Comics Shrink-wrapping Removal Project, sembrano sostenere la sua ipotesi. Questo perché al giorno d'oggi può essere abbastanza difficile convincere la gente a prendersi la briga di andare in una libreria di mattoni; farla sentire a come a casa dà i suoi frutti.
Un altro fattore potrebbe essere il grande cambiamento nella distribuzione degli anime che si è verificato negli ultimi due decenni. Shogakukan dice che il confezionamento dei suoi manga è iniziato circa 30 anni fa, in un periodo in cui una grande quantità di anime veniva ancora rilasciata in formato direct-to-video.
I giovani fan di oggi, invece, sono cresciuti con la stragrande maggioranza degli anime che vengono trasmessi in TV, il che probabilmente li rende molto più restii a pagare per contenuti che non hanno mai visto prima:chiedere a loro di acquistare manga senza dare almeno un'occhiata gratis ai volumi più vecchi e ai nuovi non è una buona mossa.
Shogakukan dice che ha anche avuto successo nell'incrementare le vendite di manga digitali fornendo anteprime estese delle edizioni non cartacee e dice che intende continuare ad agevolare l'accesso ai suoi titoli espandendo in futuro il progetto Comics Shrink-wrapping Removal Project.
Fonte consultata:
Sora News 24