"Mamma, questa è l'Italia!" Arriva il nuovo libro di Keiko Ichiguchi

Keiko Ichiguchi spiega il Bel Paese alla sua mamma giapponese

di Hachi194

Dopo aver rivelato agli italiani le vere facce del Giappone, Keiko Ichiguchi racconta alla sua mamma la sua imprevedibile vita in Italia, con l’occhio di una vera giapponese DOC che vive nel Bel Paese fin dagli Anni Novanta, sposata con un disegnatore di fumetti bolognese.
E lo fa in un divertente libro a fumetti intitolato "Mamma, questa è l'Italia!" edito da Kappalab e dedicato a tutti gli italiani che hanno voglia di guardarsi… dall’esterno!

Con gli occhi imparziali di uno straniero, ma con un amore incondizionato per la nostra terra, Keiko Ichiguchi ci aiuta a scoprire i nostri pregi e difetti, i tic, le ossessioni e le nostre manie più curiose o imbarazzanti... viste dall’esterno dando vita ad una commedia autobiografica raccontata attraverso vignette che si leggono come un diario intimo e familiare.
 

Nata ad Osaka, Keiko Ichiguchi nel 1988 ha vinto un concorso come migliore autrice di fumetti in Giappone, iniziando a collaborare con l’editrice Shogakukan prima e con Kodansha poi. Dopo essersi laureata in lingua italiana, si trasferisce a Bologna continuando la sua carriera di autrice di manga e di saggista. Per Kappalab ha pubblicato i saggi "Non ci sono più i giapponesi di una volta", "Tutto quello che avreste voluto sapere sui giapponesi (ma non avete mai osato chiedere)", "Mangaka – La vera storia di una fumettista giapponese in Italia" e i manga "1945" e "America”.

Per saperne un po' di più su di lei e su questo libro, l'abbiamo intervistata.

1) Benvenuta su Animeclick! Raccontaci: com'e nata l'idea di questo libro?

Questo tipo di fumetti viene chiamato in Giappone “essay-manga”, e di solito racconta la vita quotidiana. Uno dei soggetti popolari dell’ essay-manga è sulla vita delle coppie internazionali, cioè sulla vita dei giapponesi sposati con gli stranieri. Questa è una circostanza che ha fatto nascere un incontro fra me e un redattore di Takeshobo.
Lui voleva realizzare un essay-manga di questo genere per le lettrici dell’età intorno ai 30. E stava cercando qualche giapponese residente in Italia in grado di realizzare i fumetti sulla vita di una coppia italo-giapponese.

Perché proprio l’ Italia? Beh, suppongo che fosse per il fatto che l’Italia è sempre un bel paese di sogno per tante donne giapponesi! Tramite alcuni conoscenti, mi è arrivata questa proposta.
La categoria di essay-manga è nata dopo che mi sono trasferita in Italia. Perciò non la conoscevo bene. Discutendo con lui, mi sono convinta che bastava raccontare sulle cose molto quotidiane della mia vita in un modo umoristico ma più saggistico. Così i fumetti sono stati pubblicati per più di un anno e mezzo sul web magazine mensile di Takeshobo.

 

2) Ti sei laureata in lingua italiana: quando hai iniziato ad interessarti del nostro paese? Cosa ti affascinava di più?

Mi dispiace dirlo, ma, come ho scritto un po’ anche nella prefazione di questo fumetto, non ero interessata all’Italia particolarmente prima di cominciare a studiare la lingua italiana.
Ho iniziato ad affezionarmi al vostro paese soprattutto dopo avere cominciato a viaggiare in Italia mentre frequentavo l’università. Potere comunicare con la gente locale, grazie alla conoscenza della lingua, non solo con l’inglese, era veramente stimolante. Forse per gli italiani era ancora raro incontrare una giapponese che parlava l’italiano. Quindi mi sembrava che si incuriosissero di più verso di me e che mi parlassero volentieri. Alcuni miei vecchi amici li ho conosciuti proprio durante questi viaggi ormai quasi 30 anni fa.


3) Com'è stato il primo impatto con l'Italia e gli italiani?

All’inizio, e anche adesso, è impressionante la ricchezza storica e artistica di questo paese. Riguardo agli italiani sono stata colpita dal fatto che ognuno fa per conto suo! Tu sei tu, e io sono io. Mi sembravano decisamente più individualisti rispetto ai giapponesi.

4) Appena arrivata nel nostro paese, cosa ti ha stupito sia in negativo che in positivo?

In negativo… mi ha colpito il fatto che non era tanto diffusa la cortesia col sorriso. La cortesia giapponese, a volte, è esagerata. Ma è utile per facilitare la vita quotidiana.
In positivo… non ho avuto nessuna pressione dagli altri su come dovevo essere. Invece la sentivo fortemente in Giappone.

 

5) Cosa ti stupisce ancora oggi dopo tanti anni che ci vivi (sia in positivo che negativo)?

Le impressioni descritte sopra non sono tanto cambiate neanche oggi.
Oggi mi stupisce come sono stata influenzata dalla vita italiana. Ho imparato ad essere pronta a litigare, discutere, combattere ecc. per ottenere quello che voglio nella vita quotidiana, anche quando la mia richiesta è legittima. Purtroppo devo insistere per ottenere qualcosa. Questo mi fa stancare ancora oggi.
Ma forse per questo, ho capito che in Italia conta davvero l’amicizia. Gli amici italiani che ho, quando sono in difficoltà, mi aiutano veramente. Non si deve contare troppo sull’amicizia, ma sono grata per il fatto che mi aiutano quanto è possibile per loro. Non è necessario avere tanti amici, ma basta avere pochi amici buoni!


6) Come hanno reagito i tuoi alla notizia che avresti vissuto in Italia?

Forse non hanno avuto il tempo per reagire! Quando mi sono trasferita in Italia, non pensavo neanch’io di vivere così tanti anni in Italia. Mi sono lasciata andare nelle circostanze in cui mi trovavo. Non riuscivo a fare altro che reagire alle cose che si trovavano man mano davanti a me.
Così, senza accorgermene, ho passato tanti anni qui. Forse era così anche per i miei. La loro figlia è andata via da casa, in un mondo sconosciuto a loro. Sono sicura che erano parecchio preoccupati ma mi hanno detto ogni tanto, “Ma tu comunque fai quello che hai deciso di fare”. Poveri genitori…


7) Cosa sapevano del nostro paese? Cosa temevano di più?

Per loro era un paese quasi sconosciuto. Era un paese che vedevano solo alla TV, un paese di spaghetti, pizza, Colosseo e diversi dipinti famosi. Ma temevano che fosse un posto pericoloso per le informazioni allarmanti diffuse in Giappone per i turisti.
Dopo che ho cominciato a vivere in Italia, hanno iniziato a interessarsi di più, anche se sempre a livello molto generale. Ora seguono quasi tutti i programmi televisivi, se trattano dell’Italia.
 
 

8) È stata contenta tua mamma di essere la protagonista di un tuo libro?

Questo è l’unico fumetto mio che lei legge volentieri. Mi dice che la fa ridere. Ne sono contenta!

9) Come si svolge il tuo lavoro di disegnatrice? Ci racconti una tua giornata tipo lavorativa?

Purtroppo negli ultimi anni mi sono un po’ allontanata dai lavori di disegnatrice per i problemi della vista. Comunque non avevo nessuna giornata tipica lavorativa. Realizzavo dal soggetto fino alle tavole finite. Il soggetto poteva arrivare in mente in qualsiasi momento. Quindi cercavo di prendere note. Sviluppare lo storyboard era la cosa più difficile. Spesso ero seduta per ore senza potere scrivere neanche una riga. Una volta finito lo storybaord, era più semplice. Più o meno decidevo quante pagine da disegnare in un giorno e cercavo di arrivare al mio obiettivo. Disegnavo dalla mattina fino alla notte profonda. Ma ero felice di sentire i rumorini dei pennini.
Ora sto riprendendo con i fumetti, ma mi interessa di più fare la sceneggiatrice. Però ovviamente vorrei riprendere anche con i disegni… Vediamo!


Grazie mille per la tua disponibilita!

Il nuovo libro "MAMMA, QUESTA È L’ITALIA!" sarà disponibile in libreria dalla prossima estate oppure si può prenotare online a questo indirizzo internet: KappaLab

Versione originale della notizia