Altered Carbon Resleeved: recensione del film anime Netflix

Netflix, come risaputo, punta molto sulle sue produzioni originali, e Altered Carbon è uno dei suoi show di punta. La serie TV è tratta dai romanzi di Richard K. Morgan, una trilogia di libri che formano la saga con protagonista Takeshi Kovacs.

Dopo le due stagioni in live action, ecco anche lo spin-off sotto forma di film anime.
 

Altered Carbon Resleeved, frutto della collaborazione tra Netflix e lo studio animazione Anima - e che vede tra i produttori Dai Sato di Cowboy Bebop -, ha il compito di espandere l'universo narrativo della serie TV, mostrandoci una avventura inedita di Takeshi Kovacs e mostrandoci il suo rapporto con Tanaseda. Questo film, però, cerca anche di essere indipendente, dando inizialmente le spiegazioni necessarie per seguirlo, ma pare lampante che senza una conoscenza pregressa tutto rimanga abbozzato. L'esigua durata (70 minuti) non permette di proporre una forte dose di introspezione o digressioni sul senso della vita, come nella prima stagione dello show, puntando quasi tutto sul lato action. Bisogna dire che le varie sequenze di combattimento sono ben realizzate, adrenaliniche e splatter al punto giusto, soddisfando molto durante la visione.

Come in tutte le sue produzioni animate recenti Netflix si affida alla CGI, utilizzando la tecnica cel-shading, che personalmente non mi fa impazzire, ma in questo caso ben si sposa con il prodotto finale. Certamente ci sono limiti evidenti (dalle espressioni facciali, alla "freddezza" degli scenari), e sicuramente non siamo a livelli qualitativi d'animazione eccezionali, ma esteticamente Altered Carbon Resleeved fa una bella figura. Sui personaggi c'è poco da dire, visto che sono funzionali alla loro parte e per il resto poco approfonditi. Nonostante la custodia diversa da quelle già viste, Takeshi Kovacs pare molto simile all'interpretazione data al personaggio da Joel Kinnaman, rispetto a quella di Anthony Mackie.