Bem: recensione del ritorno del mostro umano targata Magic Press

Un coloratissimo cofanetto ci porta la nuova versione manga ispirata all'anime remake del 2019

di Ironic74

"Notte bianca di spavento,
notte nera di terrore
acqua pioggia neve e vento...
lampi e tuoni di furore
Con un rantolo agghiacciante
l'assassino col coltello
squarta e taglia ad ogni istante...
chiunque incontra nel castello...
"


Quanti sono rimasti traumatizzati da piccoli già solo con questa sigla, pur se cantata dal mitico Nico Fidenco?
La serie anime Bem, il mostro umano arrivò proprio così su Rete4, nel 1982, anche se parzialmente censurata a causa dei contenuti ritenuti troppo cruenti, scolpendosi per bene nell’immaginario di più di una generazione, con le sue storie al limite del macabro, le atmosfere gotiche e quei disegni vintage bruttarelli che in realtà erano davvero azzeccati per quel tipo di mood.
Bem (妖怪人間ベム Yōkai ningen Bemu) fu un anime horror realizzato già nel 1968 da Saburo Sakai e Nobuhide Morikawatrasmesso in 26 episodi, della durata di 25 minuti ciascuno, tra l’ottobre del 1968 e l’aprile del 1969. Entratonel mito, nonostante le proteste all’epoca dell’uscita dei genitori giapponesi per i contenuti giudicati troppo splatter, questo titolo ha poi visto una trasposizione in manga ad opera dell’editore Kodansha, e  a seguire, varie riproposizioni animate e persino un drama nel 2011.
Nel 2019, per festeggiare i 50 anni della serie originale, ecco arrivare il classico remake anime in veste moderna, non giunto da noi in vesti ufficiali nonostante la notorietà del titolo, e di seguito il manga. Quest’ultimo in Italia è arrivato invece da qualche mese, grazie a Magic Press che lo ha proposto anche in un comodo e colorato cofanetto contenente tutti e tre i volumi.
 
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"Nessuno sa di preciso quando siano nati. In un luogo oscuro e silenzioso, una cellula si moltiplicò, per dare origine a tre nuovi esseri viventi. Essi non sono umani, né sono simili ad altri organismi presenti sulla terra. Ma dietro ai loro corpi orribili si nasconde un profondo senso di giustizia. Queste creature, sono mostri cui il destino volle negare la natura umana."

Era questo l’incipit con cui partiva l’anime, ed è forse una delle poche cose in comune con questa nuova storia che risulta piuttosto stravolta rispetto all’originale.
I tre yokai, Bem, Bera e Bero, nascondono il loro aspetto demoniaco per vivere nel mondo degli umani tra i bassifondi di Outside, realtà urbana popolare di Libra City, quasi un ghetto in una città profondamente classista e divisa. Dove la ricchezza e il potere corrotto la fanno da padroni e non esitano a girarsi  dall’altra parte ogni qual volta la parte meno fortunata si trovi in difficoltà, anche ora che una serie di efferati e misteriosi delitti stanno mietendo numerose vittime.
 
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Se la serie animata degli anni 60 mostrava una struttura episodica e aveva Bero come protagonista, qui in realtà la figura predominante della storia è proprio Bem con il suo sogno di diventare umano, superando la sua natura “mostruosa”.

La trama all’inizio si sviluppa come se fosse un poliziesco a tinte sovrannaturali: una detective di nome Sonia, viene mandata a Outside perché fondamentalmente rompe le scatole ai superiori, a causa della sua intransigenza e dei suoi ideali. Qui si trova al centro di tanti strani casi di omicidio, come dicevamo, e incontra Bem e successivamente anche gli altri due yokai, scoprendo che il loro aspetto umano cela in realtà una natura ben diversa.
Come ben sappiamo, da Frankestein in poi, i veri mostri non sono quelli dall’aspetto raccapricciante, e anche questa storia segue abbondantemente un copione piuttosto noto. Il trio, pur cercando di restare ai margini della società, non perde occasione, trascinato dal grande cuore di Bem, per aiutare gli umani finendo nel mirino di chi governa la città, ufficialmente e non. Perchè i mostri alla fine sono proprio gli esseri umani, magari esternamente di bell'aspetto e in abiti eleganti, ma alla fine meschini e senza dignità o remore.
 


La trama, dicevamo, si basa più o meno sulla falsariga dell’anime di due anni fa, con una modesta introspezione psicologica dei personaggi dovuta anche alla brevità di una storia che si svolge su tre volumi, ma abbastanza azione da non annoiare il lettore.  Mosae Nohara, alla sua prima serializzazione, si occupa dei disegni che hanno l’incipit del noto Range Murata al character design. A livello grafico nulla di eclatante, un compitino svolto in maniera lineare, forse ancora acerbo nel disegno e nel modo di proporre personaggi e scontri.
Molto chiacchierata però è stata proprio la scelta di modernizzare completamente l'aspetto ma anche la natura stessa dei personaggi.
Bero, da mostriciattolo dalla strana capigliatura blu elettrica, è diventato un ragazzo dall'aria scoraggiata, che indossa perennemente un paio di cuffie.
Bera da un essere decisamente poco attraente passa ad essere  decisamente più carina. Anche lo stesso Bem è diventato più attraente: è dimagrito, la mascella è meno spigolosa, gli occhi hanno guadagnato due pupille ed il suo abito si adegua maggiormente ad un gusto moderno, senza rinunciare ad un certo sapore retrò.
 
Che dire quindi di questo nuovo Bem in formato cartaceo? In attesa magari di poter leggere l'originale, siamo di fronte a una rivisitazione che può far avvicinare il lettore più giovane, che magari ha sentito parlare di questo titolo dal proprio genitore. Tre volumi che scorrono via piuttosto velocemente, una lettura poco impegnata e un cofanetto a tiratura limitata che non sfigura nella propria libreria. In alternativa sono disponibili anche i 3 volumi singoli in formato 13x18 cm, da 180 pagine ed elegante sovraccopertina, al prezzo di 6,90 euro.


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