Il Pinocchio di Del Toro trionfa anche agli Annie Awards, gli importanti premi dell'animazione

La strada verso l'Oscar è ormai spianata per il film in stop motion del regista de Il labirinto del fauno e La Forma dell'Acqua

di Ironic74

Grande affermazione per il film Pinocchio di Guillermo del Toro alla 50esima edizione degli Annie Awards, i premi assegnati dall'International Animated Film Society (A.S.I.F.A. Hollywood), particolarmente ambiti perché in questa occasione sono i protagonisti del mondo dell'animazione a giudicare le opere dei colleghi.

Il film in stop motion, Arrivato con nove nomination, vince la categoria Miglior film e si piazza in altre quattro: regia, scenografia, animazione dei personaggi e colonna sonora.  Nel discorso di accettazione  per la migliore regia, Guillermo del Toro ha dichiarato: “Volevo così tanto il fottuto Annie…È il dannato trofeo più bello del mondo!” 

Ora al noto regista manca davvero solo l'Oscar! 
 
Trama: Rivisitazione di Guillermo del Toro della famosa fiaba italiana di Carlo Collodi che racconta la storia di un burattino che prende vita e sogna di diventare un bambino nell'Italia fascista degli anni '30. Una storia d'amore e disobbedienza mentre Pinocchio combatte per essere all'altezza delle aspettative del padre imparando il vero significato della vita.

Periodo d'oro per i film in stop motion, visto anche il successo della critica per Marcel the Shell eletto miglior film indipendente sempre agli Annie Awards. La dolcissima storia dell piccola conchiglia si piazza subito dietro il “Pinocchio” di del Toro con tre vittorie su otto nomination incluse miglior sceneggiatura e doppiaggio (Jenny Slate).
 
 
Trama: Film d'animazione con elementi live action, tratto da un "falso documentario", ovvero la descrizione di eventi di fantasia presentati sotto forma di vero documentario.
Protagonista della storia è Marcel, minuscola e graziosa conchiglia, con un grande occhio al centro della testa e piccole scarpe da ginnastica. Trascorre le giornate spensierata con la nonna e Alan, il loro animale domestico. Un tempo vi era una numerosa comunità di molluschi ma ora, a causa di un'inspiegabile tragedia, i due sono gli unici sopravvisuti della loro specie. Un giorno, Marcel e la nonna vengono scoperti da un regista di documentari diventando essi stessi i protagonisti di un cortometraggio. Marcel diventa subito una vera e propria star, con tanto di fan al seguito. Così, grazie alla sua nuova influenza e all'accesso alla rete digitale nasce una nuova speranza nel cuore del mollusco: ritrovare la sua famiglia perduta.


Il Giappone si fa valere con OniThunder God’s Tale, la serie Netflix prodotta dallo studio Tonko House e realizzata completamente in Stop-Motion e CGI (QUI la nostra recensione). due Annie Awards, uno per la migliore miniserie televisiva e l'altro per il miglior design di produzione TV/media. Un bel successo per Daisuke “Dice” Tsutsumi, il creatore e lo showrunner della serie. Nato a Tokyo e poi trasferitosi negli Stati Uniti, Dice è un regista e pittore. Laureato alla School of Visual Arts di New York, ha lavorato in veste di art director, lead color designer o lighting designer per Blue Sky Studios (L’era glacialeRobots) e successivamente per Pixar (Toy Story 3Monsters University). Dopo il successo del debutto alla regia con il cortometraggio candidato all’Oscar The Dam Keeper, ha lasciato la Pixar per co-fondare Tonko House con Robert Kondo
 


Avendo trascorso tutta la mia carriera nell’industria dell’animazione americana, una parte di me si è sempre chiesta se nelle storie che racconto ci sarebbe mai stato un posto per l’altra metà della mia identità, di origine giapponese. Questa collaborazione di Tonko House con Netflix è stata un’opportunità irripetibile per me di abbracciare liberamente il mio background unico per condividere con il resto del mondo le meravigliose storie con cui sono cresciuto in Giappone, in particolare quelle che credo siano attuali per la società in cui viviamo oggi” ha affermato Daisuke Tsutsumi.


Fonte Consultata:
variety.com
nippon.com


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