Recensione
Loveless
9.0/10
Recensione di Miss_Coffin_Maker
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<b>Attenzione: spoiler sulla trama!</b>
L'anime è tratto dall'omonimo manga di Kouga Yun, opera decisamente interessante, e ne mantiene inalterati il fascino e le atmosfere serene e malinconiche al tempo stesso.
La trama è ambientata in un mondo in cui tutti gli esseri umani nascono con coda e orecchie animali, la cui perdita segnala il raggiungimento della maturità sessuale dell'individuo, e ruota intorno al giovane Ritsuka Aoyagi. La vita del ragazzo è sconvolta dalla morte dell'amato fratello maggiore Seimei che piomba Ritsuka in un'esistenza fatta di sofferenze psicologiche e materiali, costretto a fronteggiare i disturbi psichici della madre che lo maltratta non riconoscendolo come proprio figlio e un senso di solitudine e inadeguatezza del quale non riesce a liberarsi. Un giorno, però, Ritsuka si imbatte in un ragazzo di nome Soubi che si dice amico di Seimei e conduce il ragazzo in un mondo di scontri a due. E' questo l'universo di Loveless, in cui coppie di individui legati dalla condivisione di un "vero nome" si battono utilizzando incantesimi e formule magiche. Ogni coppia consta di un Fighter, il combattente, e un Sacrifice, sorta di master che indica all'altro le mosse da compiere, subendo però anche gli attacchi del nemico. E Ritsuka si ritrova a dover fare i conti con la verità delle cose: Seimei, Sacrifice di Soubi con il quale costituiva l'invincibile coppia Beloved, è stato ucciso da una misteriosa organizzazione e prima di morire ha affidato il fratello minore proprio al suo Sacrificio, ordinandogli di proteggerlo e amarlo.
Per Ritsuka ha inizio una storia avvincente, all'insegna di lotte contro temibili avversari e la scoperta di sentimenti nuovi, un cammino di maturazione che lo vedrà scisso tra la paura di aprire il proprio cuore nel timore di una sofferenza cui è fin troppo avvezzo, e la timida speranza di rivalsa contro un destino crudele che gli ha tolto ogni affetto, costringendolo a portare il vero nome di "Loveless".
La malinconia di fondo è tangibile durante tutti i 12 episodi che compongono la serie, un sostrato di amarezza sempre latente, a volte violentemente esplicito, su cui si innestano momenti di spensierata, infantile speranza.
A partire dalla bellissima, dolceamara sigla Tsuki No Curse, per continuare con disegni curati e d'impatto, che concentrano in ambientazioni sfumate e quasi oniriche una carica di emozioni altrettanto vellutate e di azione poetica. Così sono gli scontri tra le coppie di Loveless, fondati sul controllo delle forze della natura per mezzo della parola, nella migliore tradizione magica a partire dagli antichi popoli germanici. Le musiche disegnano a loro volta, perfettamente, lo sviluppo della trama, dolce quanto disperato. I personaggi sono delineati in maniera impeccabile, a partire dal piccolo protagonista, Ritsuka, un dodicenne cresciuto troppo in fretta, alle prese con le ansie e i dubbi di un'età che non ha potuto vivere in pieno, privato troppo presto dell'amore e della guida di cui avrebbe necessitato. In quest'ottica va letto il suo legame con Agatsuma Soubi, figura affascinante e a tratti ambigua. Un amico, un mentore, un amante, per quanto mai nel senso carnale del termine, ma sempre sottomesso in quanto Fighter, a sua volta insicuro, a sua volta costretto alla privazione. Soubi e Ritsuka formano la coppia imperfetta di Loveless, separati dal destino che ha voluto dare loro un nome differente, uniti dalla necessità di completarsi a vicenda, di crescere insieme, di aiutarsi a superare una disperata solitudine che li costringe alla diffidenza. Il tutto condito da splendide figure di contorno, personaggi di confine come tutti nel mondo di questo anime, mai completamente bianco o nero. Personaggi concreti, reali, con le loro insicurezze e le loro paure, ma con tanta voglia di andare oltre la linea d'ombra per trovare la luce nel conforto della famiglia, degli amici o dell'amore. Volano le farfalle amate da Soubi davanti agli occhi dello spettatore, disegnando scie luminose nel cielo, e altrettanto in fretta passano questi 12 episodi, lasciando l'amaro in bocca per un finale decisamente aperto, forse presupposto ad una seconda serie ormai insperata.
Di certo, rimane la piccola perla costituita da questo anime, che non mi sento di consigliare ai non amanti del genere solo per la presenza di tematiche shotacon, per quanto trattate sempre con grandissima sensibilità e la sfumata delicatezza che attraversa e caratterizza Loveless dall'inizio alla fine.
L'anime è tratto dall'omonimo manga di Kouga Yun, opera decisamente interessante, e ne mantiene inalterati il fascino e le atmosfere serene e malinconiche al tempo stesso.
La trama è ambientata in un mondo in cui tutti gli esseri umani nascono con coda e orecchie animali, la cui perdita segnala il raggiungimento della maturità sessuale dell'individuo, e ruota intorno al giovane Ritsuka Aoyagi. La vita del ragazzo è sconvolta dalla morte dell'amato fratello maggiore Seimei che piomba Ritsuka in un'esistenza fatta di sofferenze psicologiche e materiali, costretto a fronteggiare i disturbi psichici della madre che lo maltratta non riconoscendolo come proprio figlio e un senso di solitudine e inadeguatezza del quale non riesce a liberarsi. Un giorno, però, Ritsuka si imbatte in un ragazzo di nome Soubi che si dice amico di Seimei e conduce il ragazzo in un mondo di scontri a due. E' questo l'universo di Loveless, in cui coppie di individui legati dalla condivisione di un "vero nome" si battono utilizzando incantesimi e formule magiche. Ogni coppia consta di un Fighter, il combattente, e un Sacrifice, sorta di master che indica all'altro le mosse da compiere, subendo però anche gli attacchi del nemico. E Ritsuka si ritrova a dover fare i conti con la verità delle cose: Seimei, Sacrifice di Soubi con il quale costituiva l'invincibile coppia Beloved, è stato ucciso da una misteriosa organizzazione e prima di morire ha affidato il fratello minore proprio al suo Sacrificio, ordinandogli di proteggerlo e amarlo.
Per Ritsuka ha inizio una storia avvincente, all'insegna di lotte contro temibili avversari e la scoperta di sentimenti nuovi, un cammino di maturazione che lo vedrà scisso tra la paura di aprire il proprio cuore nel timore di una sofferenza cui è fin troppo avvezzo, e la timida speranza di rivalsa contro un destino crudele che gli ha tolto ogni affetto, costringendolo a portare il vero nome di "Loveless".
La malinconia di fondo è tangibile durante tutti i 12 episodi che compongono la serie, un sostrato di amarezza sempre latente, a volte violentemente esplicito, su cui si innestano momenti di spensierata, infantile speranza.
A partire dalla bellissima, dolceamara sigla Tsuki No Curse, per continuare con disegni curati e d'impatto, che concentrano in ambientazioni sfumate e quasi oniriche una carica di emozioni altrettanto vellutate e di azione poetica. Così sono gli scontri tra le coppie di Loveless, fondati sul controllo delle forze della natura per mezzo della parola, nella migliore tradizione magica a partire dagli antichi popoli germanici. Le musiche disegnano a loro volta, perfettamente, lo sviluppo della trama, dolce quanto disperato. I personaggi sono delineati in maniera impeccabile, a partire dal piccolo protagonista, Ritsuka, un dodicenne cresciuto troppo in fretta, alle prese con le ansie e i dubbi di un'età che non ha potuto vivere in pieno, privato troppo presto dell'amore e della guida di cui avrebbe necessitato. In quest'ottica va letto il suo legame con Agatsuma Soubi, figura affascinante e a tratti ambigua. Un amico, un mentore, un amante, per quanto mai nel senso carnale del termine, ma sempre sottomesso in quanto Fighter, a sua volta insicuro, a sua volta costretto alla privazione. Soubi e Ritsuka formano la coppia imperfetta di Loveless, separati dal destino che ha voluto dare loro un nome differente, uniti dalla necessità di completarsi a vicenda, di crescere insieme, di aiutarsi a superare una disperata solitudine che li costringe alla diffidenza. Il tutto condito da splendide figure di contorno, personaggi di confine come tutti nel mondo di questo anime, mai completamente bianco o nero. Personaggi concreti, reali, con le loro insicurezze e le loro paure, ma con tanta voglia di andare oltre la linea d'ombra per trovare la luce nel conforto della famiglia, degli amici o dell'amore. Volano le farfalle amate da Soubi davanti agli occhi dello spettatore, disegnando scie luminose nel cielo, e altrettanto in fretta passano questi 12 episodi, lasciando l'amaro in bocca per un finale decisamente aperto, forse presupposto ad una seconda serie ormai insperata.
Di certo, rimane la piccola perla costituita da questo anime, che non mi sento di consigliare ai non amanti del genere solo per la presenza di tematiche shotacon, per quanto trattate sempre con grandissima sensibilità e la sfumata delicatezza che attraversa e caratterizza Loveless dall'inizio alla fine.