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Vorreste salire su un Mobile Suit?

L’illusione è un telo bianco che noi mettiamo sulle cose che non ci piacciono, un telo che in questo modo viene dipinto di mille colori e dei nostri desideri per trasformare apparentemente incubi reali in sogni ipocriti.
Esistono due tipi di illusione: quella consapevole degli adulti, che pur consapevoli dell’illusione continuano ad evitare il contatto con la realtà, e quella istintiva ed ingenua dei bambini, che il più delle volte non hanno la capacità di affrontare il mondo che li circonda.

L’anime in questione le prende in considerazione tutte e due, raggiungendo un mix commuovente ed al tempo stesso duro. La prima illusione e quella fanciullesca del protagonista, Alfred, che vede la guerra come un semplice gioco. È un qualcosa che ha caratterizzato la gioventù di molti bambini, i quali il più delle volte giocano con le pistole e altre armi. Loro vedono la guerra come un gioco, una cosa da grandi ma al contempo divertente perché adrenalinica. Il bambino non riesce a comprendere la durezza della morte ed il rischio della guerra, non è capace di andare oltre la sua semplicistica visione di buono-cattivo. Se poi consideriamo che la guerra del mondo di Gundam è fatta di Robot giganti e aerei spaziali, allora si comprende l’entusiasmo dei bambini; a maggior ragione se vedono la guerra ancora più da lontano vivendo in una colonia neutrale.

Ma siamo sicuri che questa illusione riguarda solo i bambini? Pensiamo ai fan di Gundam, quanti si riempiono le case di modellini, quanti sognano di pilotare un Gundam e combattere nello spazio? La risposta fa riflettere perché ci dà la consapevolezza che quelle illusioni che noi pensavamo fossero solo fanciullesche riguardano anche le persone più adulte. Certo si può obbiettare che Gundam è un’opera di fantasia, ma tutti noi siamo consapevoli del realismo della serie e della crudezza della guerra che questa propone.
La serie OAV quindi vuole proprio andare a ribadire la drammaticità della guerra, e si rivolge al fandom che in quegli anni andava sempre di più ad idolatrare il mobil suit bianco perdendo di vista il vero obiettivo che la narrazione voleva avere.

La serie dice: "Attenti!! Non confondete Gundam con qualcosa di fantastico perché è più reale che mai."

Il piccolo protagonista della storia quindi siamo noi amanti della prima serie, noi che collezioniamo cimeli di Mobil Suit, noi che volgiamo vedere con i nostri occhi i Robot, noi che vogliamo salirci sopra, ecc…
Il piccolo protagonista alla fine della storia dovremmo essere ancora noi, che abbiamo capito la durezza della guerra e il terrore della morte.

La trama, pur nella sua semplicità, ha un obiettivo potente, e riesce a pieno nel suo scopo, è capace di commuoverti seguendo prima le vicende del bimbo ed alla fine è capace di farti riflettere; “ma non è che quel bimbo sono io?”.

Semplice e potente, ma anche dura e crudele, come alla fine è la guerra. I Mobil Suit sono lasciati in disparte perchè il loro ruolo è marginale, i protagonisti siamo noi uomini, siamo noi che dobbiamo imparare.

L’OAV risulta quindi concettualmente perfetto, ma anche dal punto di vista tecnico e registico è fatto molto bene. Solo le musiche sono un po’ anonime. Lo consiglio vivamente soprattutto a chi è già conoscitore della serie originale poiché il messaggio sarà più diretto e profondo.

Ora guardatevi intorno, avete Gunpla? Ebbene siate consapevoli che quelle sono armi dispensatori di morte oltre a strumenti tecnologici belli da vedere.