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7.0/10
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Il capitalismo è una gran brutta cosa a volte: l'istinto di fare soldi su tutto, anche a scapito di sicurezza, legalità e qualità. Ed è proprio la qualità a essere stata sacrificata nel caso di "Death Note". Guardandolo, non si può non avere l'impressione che dopo un certo avvenimento la storia si sarebbe dovuta concludere al più presto. Tutto questo non è avvenuto e la qualità del proseguo è stata sacrificata all'altare della durata, o meglio, all'altare del dio Pluto.

E' difficile parlare del più grande, e forse unico, difetto di DN senza incorrere nello spoiler. Tuttavia chiunque può ammettere che una volta che in una storia ci sia uno stravolgimento tale, la storia stessa dovrebbe prendere un'altra piega, pena la caduta in un circolo vizioso. Invece DN ripropone per una seconda volta la (stupenda) formula della prima parte, con un solo inconveniente: questa formula di suspense, di colpi di scena, di battaglia psicologica, non può stupire ancora, non con così pochi cambiamenti. DN è quindi particolare perché secondo me contiene un anime da 10 seguito dalla sua brutta copia, e il risultato finale è per me un 7, ma mi è difficile accettarlo, perché <b>[SPOILER!]</b> francamente avrei preferito che la storia si fosse concluse alla morte di L, magari con un colpo di scena in cui L, quando era ancora in vita, avesse capito di stare per morire e avesse organizzato una trappola così che la sua morte fosse la prova della colpevolezza di Light. Probabilmente l'autore stesso aveva in mente qualcosa del genere, di fare morire prima L e subito dopo Kira. Invece si ricomincia dall'inizio, e ovviamente il fattore sorpresa scompare, dato che il pattern della narrazione è già stato assorbito dalla memoria. <b>[FINE SPOILER!]</b>
Quindi DN è veramente vittima del proprio successo. E' ironico, ma DN è allo stesso tempo il copiato e il copiante, è uno di quegli anime che si autocopia e ricomincia da capo per riottenere lo stesso successo (vedi Dragon Ball GT).

Sui suoi lati positivi è stato detto molto, e molto bene. Trovo ottima la parte filosofica, ed esposta in maniera molto leggera, senza interminabili soliloqui. Molta attenzione è stata posta alla lenta deriva di Light, accompagnata dal graduale cambio dei tratti del volto, e ci viene mostrato come qualsiasi persona che voglia cambiare il mondo troverà sempre degli ostacoli, perché, se non c'è né bene né male assoluto, allora chi può decidere come deve essere il mondo? Se il mio bene è diverso dal tuo bene saremo in conflitto, e se io vincerò non sarà perché il mio è il vero bene, ma perché sono stato il più forte e questo mi permette di stabilire la tavola dei valori e di fare credere che io segua il vero bene.

Questa prospettiva nietzscheana di imporre i propri valori, del potente che sceglie ciò che è bene e ciò che è male, di creare un nuovo mondo dalle proprie mani, è un tema ricorrente assieme alla relatività della giustizia umana. D'altronde già dalla prima frase congiunta di Light e Ryuk si percepisce l'atmosfera nichilista che regnerà su tutto DN: Light non è stato scelto, non esiste un destino, quando gli uomini muoiono vanno nel MU. E il MU, che significa assenza, assurdità, sta come a dire che la domanda stessa è assurda: quando gli uomini non ci sono più dove vanno? Ma una cosa che non c'è più dove può mai andare?!

Ma il punto più alto che DN raggiunge è quello che io chiamerei "lezione per game-designer". Chi si occupa di arte sa bene che ogni opera non nasce per ispirazione divina dell'artista ma per un geniale e accurato uso di regole. Ogni opera d'arte è un grosso sistema di regole, di misure, di principi che si evolvono combinandosi e intersecandosi tra di loro, come le voci in una fuga di Bach. Il gioco, poi, è la regola incarnata. Il gioco è regola: basta stabilirne una e il gioco è fatto (scusate il gioco di parole). E proprio come un game-designer, l'autore di DN ha creato dei principi semplicissimi che sono le basi del gioco tra L e Light: le regole del Death Note. La parte più coinvolgente dell'anime, a mio parere, è stata proprio questa, la capacità di Light di utilizzare un diario che può "soltanto" uccidere le persone nelle maniere più impensate, - usandolo addirittura per rinfrescarsi la memoria - ma sempre nel rispetto di quelle regole che sono state decise a tavolino. Insomma, non c'è nessun potere nascosto che compare a metà serie come in molti anime, lo spettatore viene subito a conoscenza delle regole del DN e, se all'inizio penserà che si tratti un potere senza confini, scoprirà invece i suoi limiti, i suoi difetti ma anche i suoi punti di forza.

Così anche la tattica di L, per quanto a volte sembri troppo una bimbominkiata, fa riflettere. La prima mossa di L, ad esempio, <b>[SPOILER!]</b> come capisce dove si trova Light è strabiliante, tanto che mi ha fatto molto riflettere sul fatto che non esiste nessun segreto al mondo, che ogni cosa che faccciamo è così... rintracciabile, se solo lo si volesse. Ad un certo punto mi sono detto "L'uomo è una costante fuga di informazioni", una frase che starebbe bene in bocca ad L. <b>[FINE SPOILER!]</b>

Insomma, "Death Note" è un'opera controversa, che appassiona, come nel mio caso, ma che delude, sempre come nel mio caso. Qualsiasi voto è fuori luogo in un caso del genere, e quindi attestarsi su voti modesti è abbastanza prudente. Una parola sulla realizzazione tecnica: strabiliante.
Ovviamente è un anime da vedere, almeno fino alla 25 puntata, dopo di che si può tranquillamente leggere il proseguo su un riassunto, magari dando uno sguardo al finale che tenta di riscattarsi.