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Il tema principale di questa serie è l'incontro tra diverse culture, che viene trattato in modo perfetto, senza annoiare minimamente nonostante l'assoluta mancanza di azione. In una Parigi ottocentesca vediamo quindi arrivare la piccola Yune, una graziosa giapponesina. Di lei si occuperanno il signor Oscar e suo nipote Claude. Il ragazzo è inizialmente riluttante, ma riuscirà a superare le barriere culturali. Barriere culturali che si presentano praticamente in ogni aspetto della vita quotidiana: dal cibo, al bagno, al comportamento nei confronti degli estranei. Proprio nel presentare le differenze tra le culture dei protagonisti 'Ikoku meiro no Croisee' mostra il suo lato migliore, regalando attimi di riflessione senza appesantirsi, mantenendo sempre un registro leggero e divertente.

I protagonisti sono ben caratterizzati e realistici, senza cadere in stereotipi troppo facili. Certo, Yune è la giapponese più stereotipata di sempre nel mostrare i tratti tipici della sua cultura come i numerosi inchini, ma in effetti, il comportamento di un giapponese nella Parigi di fine Ottocento, io me lo immagino così, e ogni suo aspetto "troppo nipponico" appare giustamente bizzarro agli altri, e prontamente chiarito dalla ragazzina. Assistiamo poi, nel corso della serie, alla crescita della piccola straniera, che si adatta alla città senza perdere la sua unicità. Da questo punto di vista è importante il personaggio di Claude, che fa da guida e si confronta con Yune, facendo risaltare le differenze tra loro, ma soprattutto superandole, e ciò comunica davvero un bel messaggio. Oscar e gli altri personaggi, principali o secondari che siano, sono comunque ben realizzati e di spessore.

L'ambientazione è ottima, anche se personalmente avrei preferito più attenzione verso la città e alcuni suoi aspetti caratteristici, mentre la serie si mantiene più sulla vita quotidiana senza analizzare troppi particolari. Da notare la quasi totale assenza di termini francesi, esclusi ovviamente i nomi di persone e luoghi; una scelta che apprezzo e rispetto. Gli oggetti e i piatti tipici vengono chiamati con il loro nome francese, mentre il resto è affidato a un ottimo doppiaggio giapponese. Meglio così che mescolare due lingue in un inascoltabile ibrido, solo per dare alla serie più spettacolarità. Abbigliamento e ambientazione sono in linea con il periodo storico, e anche in questo caso si è preferito dare una rappresentazione fedele che eccedere per sorprendere.
Ottimo lavoro, davvero.

Graficamente la serie è pregevole. I disegni sono delicati e spesso molto particolareggiati, e trovo fantastico l'uso dei colori. I colori predominanti negli sfondi sono il grigio e il marrone, o comunque toni poco accesi, su cui risalta la variopinta figura di Yune. Gli ambienti esterni sono molto luminosi, mentre quelli interni comunicano bene la scarsa illuminazione del tempo, senza tuttavia incupirsi. Il chara, come accennato prima, è realistico ma al contempo molto tenero. E i personaggi hanno capelli di colori normali. Cosa buona e giusta.
Opening ed ending sono molto soavi e adatte al prodotto. Ogni episodio inizia con una piccola presentazione in impeccabile francese, francese parlato dai personaggi in modo poi non così perfetto. Ad esempio, il nome Claude viene inevitabilmente storpiato in "Crodo". Ma del resto la fonetica giapponese ha i suoi riconoscibili limiti, e sono difetti di poco conto a fronte di un doppiaggio di buon livello.
'Ikoku meiro no Croisee' è una serie quindi assolutamente consigliata, ovviamente se cercate azione o avventura passate oltre.