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9.0/10
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Quest'anime ha recensioni discordanti, fattore dato maggiormente dal suo essere uno shounen-ai, fattore discriminante o incoraggiante per molti, ma onestamente la cosa mi infastidisce un po' da ambedue le parti, perché chi volesse vederlo, ed è indifferente a questa componente, viene alquanto disorientato. Sembra quasiche lo shounen-ai sia l'unica cosa che viene mostrata, e l'unica cosa interessante o meno, e questo secondo la mia modesta opinione è abbastanza ingiusto.
L'anime mi è stato consigliato da un'amica e visto i primi quattro episodi - di solito non riesco a dare un giudizio a nessuna serie se non ho visto un po' di episodi e possibilmente insieme. Ero un po' curiosa e un po' preoccupata per il genere sci-fi, che non amo molto sia in letteratura sia negli anime - lo studio Gonzo con i suoi anime bellissimi, ma spesso contorti, non me l'ha mai reso godibile come genere. Appena ho iniziato a vedere gli episodi sono rimasta stupita: coinvolgimento massimo, puro intrattenimento e suspense; ero deliziata dalle animazioni, dai disegni e dai fantastici scenari. Era molto tempo che un anime non mi coinvolgeva così, e così ho seguito tutta la serie, con passione, con lacrime, con amore.

Adoro gli anime dello studio Bones: a mio parere non deludono mai, sia come trame - mai banali - sia come animazioni e ambientazioni. Tecnicamente sono sempre curatissimi nel dettaglio, e "No.6" non fa eccezione, sia dal punto di vista tecnico sia come storia, una storia complessa e cruda, metafora di una società utopica e massificata, un paradiso che nasce da un inferno, inquieta e da brividi, ma questo lato dark che sconfina nell'orrore è ciò che rende meravigliosa questa storia, perché porta a riflettere, perché nonostante sia pura fantascienza ha un che di realistico, se si pensa a quanto il mondo ci tiene a diventare perfetto mascherando e nascondendo ciò che non gli piace, quanto spesso la nostra società "punisca" chi è diverso, chi si oppone alle regole, ai canoni, chi tiene alla sua individualità e non è pronto a scendere a compromessi. Questa credo sia la parte più geniale di "No.6" e il motivo per cui andrebbe visto.
E com'è la società fuori dalla città utopica? Come sono i cosiddetti rifiuti? La realtà che nessuno conosce, quella terribile ma più vera? Ci si aspetta magari tanta povera gente, personaggi la cui misera condizione porta compassione allo spettatore, ma no. E' cruda, corrotta, ma per necessità, per rabbia, per sopravvivenza. Ma in questo "marciume" c'è anche del buono, com'è la vita vera, c'è sia il bene sia il male, ma situazioni di precarietà e terrore spesso portano a tirare fuori il peggio, a provare odio, del tutto comprensibile e giustificabile visto il trattamento riservato.
Il marcio, il corrotto, il male è ciò che vuole creare e preservare la perfezione, ma preferisco non aggiungere altro perché il finale, la verità sulla città, è meglio lasciarla come sorpresa.

In un contesto però tanto disperato, ricco di dubbi, dove la paura è dietro l'angolo e dove la purezza, la bontà e qualsiasi cosa davvero bella e buona sembrano un'illusione, fiorisce un legame romantico e puro tra i due protagonisti: Shion, nato e cresciuto dentro No.6, e Nezumi (letteralmente "ratto"), che vive nella realtà fuori da No.6. Egli vive grazie a Shion, che l'ha aiutato a fuggire anni prima salvandolo da qualcosa di peggiore della morte. I due protagonisti sono personaggi diversi, opposti, forse un po' cliché, ma che, influenzati l'uno dall'altro, hanno la propria crescita interiore grazie a un rapporto speciale, un legame che non lascia dubbio al fatto che sia amore, ma che seppur dolce non è sdolcinato. I due non formano la classica coppia stereotipata degli shounen-ai/yaoi: Nezumi sarà pure quello che protegge Shion e quest'ultimo è troppo tenero con il prossimo, al pari di una ragazzina, ma anche Nezumi ha le sue debolezze e Shion i suoi punti di forza, in particolare verso la fine. Il loro rapporto quindi è senz'altro il vero protagonista della storia, ma non è tutto, e Nezumi e Shion non sono gli unici personaggi: ho trovato interessanti anche i secondari, dall'ambiguo/viscido Karan a Inukashi, personaggio femminile tosto e interessante, a Safu, protagonista innamorata di Shion, che non è la classica bishoujo degli anime, ma è un personaggio che ho trovato interessante quanto a carattere e determinazione, la sua storia è una delle più interessanti, ma purtroppo non è stata sviluppata al meglio.

Insomma, credo si sia notato il mio entusiasmo per questa serie, ma avverto che non è priva di difetti. Secondo me se l'anime fosse durato di più sarebbe stato anche più interessante, perché purtroppo, arrivati agli ultimi due episodi, il finale risulta debole, è chiara l'assenza di importanti parti narrative.
Io non ho letto i romanzi e il manga, ma da quanto ho sentito l'anime non ha reso loro giustizia; ciò non significa che non sia una storia di tutto rispetto, coinvolgente ed emozionante. Il mio voto poteva essere un 10, perché ho amato profondamente questa serie, ma devo metterle un 9 proprio per i buchi narrativi evidenti che non hanno reso possibile un gran finale.
In conclusione, consiglio "No.6" a chi ha il desiderio di vedere qualcosa di diverso e originale, qualcosa che sicuramente lo emozioni, senza che il fattore shounen-ai diventi l'unico motivo per evitarlo o adorarlo.