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10.0/10
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«La felicità, bisogna avere coraggio ad accettarla. Sai, è molto più facile essere infelici».
"Kamikaze Girls" o "Shimotsuma Monogari" è indubbiamente una di quelle pellicole che è rimasta impressa in modo indelebile nelle mia mente, senza sfumare mai negli anni.
La prima volta che visionai questo live action ne rimasi estasiata: mi lasciai catturare dalla comicità che permea la quasi totalità delle scene, dai personaggi femminili resi umani, divertenti e a loro modo anche molto profondi, perché nel corso della storia il loro lato più intimo riesce a emergere, ma anche dalle figure secondarie, come "il papà buono a nulla" di Momoko, la nonna con la benda sull'occhio, Ryuji l'Unicorno con la sua stramba pettinatura e il proprietario del negozio "Baby, the star shine bright" in cui Momoko acquista i suoi preziosi abiti.

Siamo nella prefettura di Ibaraki e, per la precisione, ci troviamo dispersi nelle campagne di Shimotsuma: il padre di Momoko, una giovane gothic-lolita dai modi raffinati, era un truffatore ora caduto in rovina, che produceva capi firmati contraffatti.
Ichiko, rozza, barbara e selvaggia, è membro di una banda di motocicliste (le Pony Tail) e contatta Momoko perché ha bisogno di far ricamare alcune scritte sul suo spolverino da kamikaze.
Momoko ha messo delle inserzioni e degli annunci al fine di vendere i vecchi abiti contraffatti per mettere da parte il denaro necessario, così da poter comperare gli abiti gothic-lolita che rappresentano la sua più grande passione. Ma quando la selvaggia Ichiko si presenterà a casa sua, sputando qua e là e dando testate a destra e a sinistra per zittirla, la nostra giovane gothic-lolita rimarrà inorridita e disgustata.

Questa è la storia di un'amicizia particolare, nata tra due persone completamente differenti che però riusciranno a trovarsi e a vivere incredibili momenti e avventure insieme.
Momoko è una sognatrice innamorata dei pizzi, merletti e, più in generale, delle cose carine. Lei sogna la sfarzosa reggia di Versailles e il rococò: in altre parole avrebbe voluto vivere la propria vita in un altro secolo, ma invece è circondata dallo sterco di mucca che schiaccia con le sue costosissime scarpe con la zeppa e dalle sconfinate campagne di Shimotsuma.
Ichiko, il cui vero nome di cui si vergogna terribilmente è Ichigo (fragola), si contrappone a Momoko per i suoi brutali modi di fare, gli atteggiamenti decisamente poco femminili, il suo modo di parlare alquanto diretto e volgare.
Eppure è proprio da questa lampante contrapposizione che nascono la maggior parte delle gag esilaranti, come le scene in cui Momoko si dimostra una gran chiacchierona e soltanto le potenti testate di Ichiko potranno metterla a tacere.
La diversità tra Momoko e Ichiko determina il successo dell'intero live-action: insieme queste due ragazze diventano assolutamente irresistibili ed esplosive come due bombe a orologeria.
Entrambe le protagoniste si dimostrano all'altezza del loro ruolo, riuscendo a intrattenere, divertire, far commuovere e farsi amare proprio grazie alla loro umanità; Momoko e Ichiko nel corso della storia si mostreranno per ciò che sono veramente, crescendo, maturando, cambiando e capendo quanta gioia possa donare un'amicizia.
Ho amato moltissimo l'interpretazione di Anna Tsuchiya nel ruolo di Ichiko, perché è riuscita a calarsi perfettamente in questi panni, senza mai esagerare e far diventare il personaggio una brutta caricatura.
Ottime anche le musiche, tra cui voglio ricordare la bellissima "Hey, my friend", che chiude in bellezza la storia.

Consiglio vivamente "Kamikaze Girls" a chi cerca un live-action che racchiuda al proprio interno diversi elementi che si amalgamano perfettamente: come l'innata comicità, i personaggi realistici, a tratti buffi e divertenti, ma ugualmente approfonditi e infine una storia avvincente che non vi annoierà mai, ricca di gag demenziali e d'azione.
È una memorabile storia d'amicizia che amerò per sempre.