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7.0/10
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Non mi annovero tra i fan dei live action, le trasposizioni in celluloide dei miei manga preferiti non mi sono mai andate particolarmente a genio, ma se l'edicola sotto casa mi spiattella il DVD a 9 euro e questo sfoggia il nome di Nana di Ai Yazawa, il discorso cambia. Da vecchio fan della Yazawa, ho sempre pensato che le storie dei suoi manga, così salde alla realtà giovanile giapponese, si sarebbero ben prestate a un film dal vivo, su Nana in particolare. L'attenzione si concentra quindi sugli interpreti: saranno all'altezza dei loro ruoli o ci faranno rimpiangere le sagome bidimensionali?

La storia è nota: due ragazze coetanee e dal nome in comune, si incontrano su un treno diretto a Tokyo, l'una, Nana Komatsu, per raggiungere il suo ragazzo e vivere con lui, mentre l'altra, Nana Osaki, per sfondare nel mondo della musica dopo varie esperienze nella sua città di origine. Due poli opposti, ambizioni e sogni diversi più che mai destinati a incrociarsi nel momento in cui il destino (o il "Demone Celeste", come dice la Komatsu), le farà diventare coinquiline dello stesso appartamento, e questo rafforzerà ulteriormente il loro rapporto di amicizia. Sul versante sentimentale però le cose si complicano: da una parte la crisi tra Nana Komatsu e il suo ragazzo e dall'altra l'amore nascosto tra Nana Osaki e nientemeno che il bassista dei "Trapnest" Ren Honjo, ma Nana è comunque decisa a formare un gruppo rock-punk con i suoi vecchi compagni Yasu e Nobu. Nascono così i Blast.

Con il suo mix di commedia e dramma e un gruppo di personaggi splendidamente caratterizzati nella contrapposizione tra figure tradizionali e ribelli, il manga di Nana ha attirato su di sé milioni di lettrici e lettori di qualunque età, affresco di una Tokyo moderna teatro di sogni e a prova di giovane, ma anche specchio di una realtà che non concede regali a nessuno, ben più coerente di tanti shōjo ottimisti e idilliaci che affollano le nostre fumetterie.
Come si piazza il film? Innanzitutto il cast: per i ruoli femminili abbiamo due cantanti, Mika Nakashima (che canta "Glamorous Sky") nel ruolo di Nana Osaki e Yuna Ito in quello di Reira, e un'attrice di Drama Aoi Miyazaki per quello di "Hachi". La Nakashima ruba decisamente la scena, grazie alla sua incredibile somiglianza con il personaggio e la sua bravura lasciando così all'altra Nana il ruolo di spalla, ma anche costei entra bene nel ruolo di Hachi risultando ora insopportabile, ora tenera proprio come un cagnolino. Tra gli interpreti maschili nessuno di loro mi ha colpito in modo particolare, Nobu ha mantenuto la sua espressione un po' ebete e Ren la stessa aura da divo, mentre Yasu perde leggermente nel confronto con il carismatico personaggio, ma era inevitabile.

Nei suoi 113 minuti il film ripercorre abbastanza fedelmente la storia del manga fino al capitolo 14, spalancando così la porta ad un sequel, che arriverà appena un anno dopo, con alcune modifiche nel cast, tra le quali Yui "Ju-On" Ichikawa nel ruolo di Nana Komatsu. Ho trovato la pellicola scorrevole e persino avvincente nonostante conoscessi a menadito tutti gli avvenimenti, mentre non so quanto un incolto della storia originale possa cogliere tutte le sfumature dei personaggi appena accennate nel film, data la necessità di racchiudere quasi 5 volumi in 2 ore scarse, ma nel complesso il film si dovrebbe fare apprezzare anche da un pubblico non avvezzo a Nana.
One Movie, sull'onda della trasmissione dell'anime su Mtv, ha distribuito il film sulla nostra penisola, richiamando per il doppiaggio quasi tutti gli interpreti apprezzati nella serie tv. E' d'obbligo però anche una visione in lingua originale. Il DVD presenta doppia traccia audio e sottotitoli, mentre è totalmente privo di extra o booklet, ma considerato il basso prezzo con il quale è stato proposto fin dall'inizio sono mancanze tollerabili.
Non sarà un capolavoro del cinema e non posso fare confronti con altri live action analoghi, ma "Nana the movie" mi ha piacevolmente colpito: filosoficamente vicino e fedele all'opera d'origine, allo stesso tempo si avvale del pregio di reggersi sulle proprie gambe grazie a una discreta confezione registica, musicale e interpretativa.