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Takeshi Kitano è sicuramente uno degli autori cinematografici più originali in circolazione, noto per varie pellicole tutte abbastanza diverse e per la conduzione di Takeshi Castle, il regista giapponese ha pian piano conquistato un posto tra i nomi più interessanti del cinema di settore. Già noto per una serie di film violenti sul tema yakuza (mafia giapponese), nel 1997 rompe la tradizione con il bellissimo e introspettivo Hana-bi. L'estate di Kikujiro esce un anno dopo e segue la scia di quel tipo di film poetico ed emotivo, sfornando un'altra pellicola davvero notevole.

Masao è un bambino che non ha mai conosciuto i suoi genitori, vive con la nonna da sempre e un'estate trova le foto di sua madre con un indirizzo. Decide quindi di incamminarsi per la lontana casa della mamma e ad accompagnarlo ci sarà proprio il personaggio interpretato dal regista: il marito di una signora conoscente della nonna del bambino.

Kitano introduce un nuovo personaggio, rude e scontroso, che sembra interessato a tutto tranne che al bambino, appare inoltre come un'ottuso e squallido uomo attaccabrighe. In effetti lo è senza dubbio, ma sarà proprio Masao a cambiarlo, presto dopo quest'esperienza l'uomo cambierà e si affezionerà tantissimo al piccolo, conservando un carattere rude, ma tirando fuori anche un'anima commossa dall'innocenza del bambino. Egli riuscirà anche a dipingere con felicità e speranza la tavolozza dei colori che rappresenta l'animo del piccolo, annerita da un destino piuttosto triste.

Un film davvero commovente e piacevole, un'altro colpo riuscito per Beat Takeshi, che riesce a mischiare la poesia con la quotidianità, dipingendo un affresco solare e allegro, animato dalla purezza dei buoni sentimenti e delle emozioni. 8 meritatissimo!