Recensione
Ferro 3 - La casa vuota
9.0/10
Kim chi-Duk è un nome davvero importante nell'ambito registico mondiale, e il suo cinema è in grado di trasmettere delle emozioni davvero significative e coinvolgenti, dando vita a delle pellicole etichettabili come vere e proprie opere d'arte.
"Ferro 3" (titolo che nasce dalla passione per il golf del protagonista) è il suo film più famoso, nonché uno dei più belli della sua filmografia. Il lungometraggio vede i suoi natali nel 2004, un anno dopo quello che è il film preferito in assoluto di chi scrive: "Primavera, Estate, Autunno, Inverno... e di nuovo Primavera".
Tae-suk conduce una vita molto particolare, non ha una dimora fissa e abita nelle case di coloro che partono per vacanza o lavoro. Alloggia nelle loro abitazioni, pulisce, si lava i vestiti, legge libri che trova e cucina quello che è nel frigo: in poche parole rispetta profondamente le abitazioni altrui come se fossero sue. Un giorno fa la conoscenza di Sun-wa, con la quale continuerà il suo viaggio tra una casa e l'altra innamorandosi di lei, ma dovendosi scontrare con il marito, che nonostante la maltratti e non la rispetti, è profondamente geloso di lui.
Già dalla trama si capisce la genialità del pluri-premiato regista coreano, che dà vita a una pellicola meravigliosa e commovente, un affresco poetico e sentimentale veramente inclassificabile che arriva anche a mischiarsi con il folklore e le leggende locali.
che dire? Un film del genere va solo guardato nella sua meravigliosa integrità.
Gli attori principali non parlano mai e nonostante questo i loro gesti e i loro pensieri silenziosi valgono più di mille parole. Un capolavoro.
"Ferro 3" (titolo che nasce dalla passione per il golf del protagonista) è il suo film più famoso, nonché uno dei più belli della sua filmografia. Il lungometraggio vede i suoi natali nel 2004, un anno dopo quello che è il film preferito in assoluto di chi scrive: "Primavera, Estate, Autunno, Inverno... e di nuovo Primavera".
Tae-suk conduce una vita molto particolare, non ha una dimora fissa e abita nelle case di coloro che partono per vacanza o lavoro. Alloggia nelle loro abitazioni, pulisce, si lava i vestiti, legge libri che trova e cucina quello che è nel frigo: in poche parole rispetta profondamente le abitazioni altrui come se fossero sue. Un giorno fa la conoscenza di Sun-wa, con la quale continuerà il suo viaggio tra una casa e l'altra innamorandosi di lei, ma dovendosi scontrare con il marito, che nonostante la maltratti e non la rispetti, è profondamente geloso di lui.
Già dalla trama si capisce la genialità del pluri-premiato regista coreano, che dà vita a una pellicola meravigliosa e commovente, un affresco poetico e sentimentale veramente inclassificabile che arriva anche a mischiarsi con il folklore e le leggende locali.
che dire? Un film del genere va solo guardato nella sua meravigliosa integrità.
Gli attori principali non parlano mai e nonostante questo i loro gesti e i loro pensieri silenziosi valgono più di mille parole. Un capolavoro.