Recensione
Shounen Onmyouji
8.0/10
"Shounen Onmyouji" è un anime tratto dallo shoujo-gekiga di Mitsuru Yūchi e Sakura Asagi.
L'opera è un omaggio alla cultura Onmyōdō che si sviluppò in Giappone intorno VI secolo durante l'epoca ricordata come periodo Heian. L'Onmyōdō nacque dall'incontro delle principali correnti di pensiero, le cui maggiori Shinto Zen e Taoismo confluirono dal continente e dagli arcipelaghi circostanti riprendendo le basi del pensiero confuciano degli opposti.
Nel particolare, la serie presenta le vicende di uno dei più rinomati Onmyōji della storia nipponica, Abe no Seimei, figura di epoca Heian, molto radicata nel folklore giapponese, e in particolare del suo legittimo successore e nipote Abe no Masahiro.
Trama: Masahiro è il giovane rampollo di una importante e prestigiosa famiglia di Onmyōdi, cui fa parte poco di meno che il leggendario Abe no Seimei, il più potente onmyōji che abbia mai calpestato il suolo giapponese. Masahiro però a differenza dei propri fratelli e del padre sembra non possedere l'innata capacità di nonno Seimei detta Enki, in grado di permettergli di perforare l'oku, velo degli dèi, e così poter osservare il mondo dei Kami. Spaventato da questa sua incapacità, il giovane decide allora di scoprire il proprio talento attraverso la pratica di varie tecniche, avendo scarsi risultati. Il tutto sembra volgere al peggio, ma un giorno accade qualcosa che cambierà il corso della sua vita...
Analisi: l'anime presenta una buona veste grafica, anche se non particolarmente eccelsa se comparata alla sua controparte cartacea. Il comparto audio si dimostra capace di rievocare attraverso immagini e situazioni precostruite un buon pathos in grado di trascinare lo spettatore fino alla conclusione della serie.
La particolarità più elevata in grado di contraddistinguere quest'anime è però la capacità rievocativa che esso possiede nel rispecchiare l'aspetto fiabesco di una figura storica davvero importante nella mitologia shintoista qual è quella di Abe no Seimei. Insomma, se le fiabe dei Grimm sono in grado di rievocare in noi sentimenti inconfondibili della cultura europea medio-orientale, così lo è quest'opera, di cui consiglio caldamente la visione e che possiede tutti i presupposti per poter accontentare tanto un basso conoscitore quanto un esperto o un appassionato delle storie che sono radicate nel cuore del paese del sol levante.
L'opera è un omaggio alla cultura Onmyōdō che si sviluppò in Giappone intorno VI secolo durante l'epoca ricordata come periodo Heian. L'Onmyōdō nacque dall'incontro delle principali correnti di pensiero, le cui maggiori Shinto Zen e Taoismo confluirono dal continente e dagli arcipelaghi circostanti riprendendo le basi del pensiero confuciano degli opposti.
Nel particolare, la serie presenta le vicende di uno dei più rinomati Onmyōji della storia nipponica, Abe no Seimei, figura di epoca Heian, molto radicata nel folklore giapponese, e in particolare del suo legittimo successore e nipote Abe no Masahiro.
Trama: Masahiro è il giovane rampollo di una importante e prestigiosa famiglia di Onmyōdi, cui fa parte poco di meno che il leggendario Abe no Seimei, il più potente onmyōji che abbia mai calpestato il suolo giapponese. Masahiro però a differenza dei propri fratelli e del padre sembra non possedere l'innata capacità di nonno Seimei detta Enki, in grado di permettergli di perforare l'oku, velo degli dèi, e così poter osservare il mondo dei Kami. Spaventato da questa sua incapacità, il giovane decide allora di scoprire il proprio talento attraverso la pratica di varie tecniche, avendo scarsi risultati. Il tutto sembra volgere al peggio, ma un giorno accade qualcosa che cambierà il corso della sua vita...
Analisi: l'anime presenta una buona veste grafica, anche se non particolarmente eccelsa se comparata alla sua controparte cartacea. Il comparto audio si dimostra capace di rievocare attraverso immagini e situazioni precostruite un buon pathos in grado di trascinare lo spettatore fino alla conclusione della serie.
La particolarità più elevata in grado di contraddistinguere quest'anime è però la capacità rievocativa che esso possiede nel rispecchiare l'aspetto fiabesco di una figura storica davvero importante nella mitologia shintoista qual è quella di Abe no Seimei. Insomma, se le fiabe dei Grimm sono in grado di rievocare in noi sentimenti inconfondibili della cultura europea medio-orientale, così lo è quest'opera, di cui consiglio caldamente la visione e che possiede tutti i presupposti per poter accontentare tanto un basso conoscitore quanto un esperto o un appassionato delle storie che sono radicate nel cuore del paese del sol levante.