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Credo che "Sword Art Online" si possa sintetizzare tramite l'utilizzo di una sola parola: delusione.
Cerchiamo di capirne i motivi cominciando con una spiegazione della trama. Siamo nell'anno 2022, anno in cui vede la luce il primo VR-MMO (o gioco multiplayer online a realtà virtuale), giocabile tramite NerveGear, un particolare elmetto-console che viene collegato direttamente alle sinapsi neurali. Per l'appunto, Sword Art Online. Kazuto Kiritsugaya, un ragazzo apparentemente anonimo e senza vita sociale che non esiterei a definire NEET, ed appassionato di videogame, non potrà lasciarsi sfuggire l'occasione di provarlo; una volta all'interno del gioco, però, scoprirà che non sarà più possibile disconnettersi da esso fino a quando l'ultimo boss non sarà sconfitto, ma non solo! Se si dovesse restare uccisi nel gioco, questo significherebbe andare incontro allo stesso crudele destino anche nel mondo reale. Game Over.

Io, vuoi per il passato/presente da videogiocatore, mi sentivo estremamente elettrizzato da una proposta del genere, le mie aspettative erano ovviamente molto elevate.
Gli ottimi primi episodi, associati ad un più che sufficiente comparto tecnico, non sembrano fare altro che confermare... ma, purtroppo, non è tutto oro ciò che luccica, ed infatti è proprio da questo momento che cominceremo ad inabissarci nei meandri della mediocrità - e anche più in basso. L'anime in questione, infatti, dimenticandosi della propria natura di action/fantasy, si trasformerà dapprima in una sorta di harem ripieno di fanservice, in cui l'inutile protagonista riuscirà a far innamorare di sé qualsiasi donzella gli si ponga davanti senza il benché minimo impegno, e successivamente in drammatico sentimentale. Il tutto, credetemi, realizzato in modo veramente, veramente pessimo. I difetti più gravi li riassumerei fondamentalmente in due punti, che sono regia e personaggi. Guardando quello che da questo momento chiameremo per comodità SAO, vi sarà infatti impossibile non accorgervi della completa illogicità delle scelte riguardanti lo sviluppo della trama, né delle evidenti mancanze della stessa, che purtroppo denotano anche una grave assenza di idee di fondo. Per darvi un'idea, avete presente quando vi capita di dover scrivere un tema, ma non ne avete voglia, e vi mettete a copia-incollare parti a caso prese da internet creando di fatto un lavoro estremamente slegato e grossolano, ed infine lo rileggete cercando di renderlo un tutt'uno? Qui ho come l'impressione che sia stata fatta la stessa cosa, ma le pezze non sono bastate, ed il risultato finale è, perdonatemi la parola, uno schifo.
Il secondo problema principale, e che probabilmente si dimostra ancor più grave del primo, sono, come anticipato, i personaggi. Oltre a non esser già di per sé fantastici, essi risultano estremamente piatti e poco profondi, e, in venticinque episodi e molte (dis)avventure, non esiste traccia di alcun tipo di sviluppo o cambiamento; anche i rapporti fra gli stessi sono completamente falsi ed irrealistici, incapaci di trasmettere il benché minimo sentimento allo spettatore. Si rapportano fra loro in determinati modi solo perché è la trama a dire che così deve essere, e non perché è ciò che sentono e che vogliono fare, tramutando il tutto in uno sciocco spettacolo di bambole mosse dall'alto. E se questo può anche andar bene in uno shounen "stupido", sicuramente lo stesso non si può dire per SAO, che almeno in teoria si pone ben altri obbiettivi. Un'occasione sprecata, poiché partendo dalle stesse prerogative, sarebbe stato possibile creare qualcosa di decisamente migliore.

Alla luce di quanto detto, vi chiederete come mai ho deciso comunque di graziarlo con una seppur risicata sufficienza. SAO resta una serie guardabile, con qualche buon momento, e che in un periodo di vuoto può non essere malvagia. Sicuramente, però, non è un capolavoro come è stato detto, né tantomeno resterà a lungo nelle vostre menti. Guardatelo senza troppe aspettative… potreste anche non restarne delusi.