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"Danshi Koukousei no Nichijou" è un anime del 2012 tratto dall'omonimo manga di Yasunobu Yamauchi, di 12 episodi da venticinque minuti circa, ognuno dei quali racchiude un vario numero di mini-episodi autoconclusivi.

La serie, di stampo prettamente demenziale, narra le vicende quotidiane di tre amici liceali, la loro banale vita scolastica e sociale, puntando su un humour tipicamente giapponese: la grigia normalità dei protagonisti viene colorata di tinte sovrannaturali e decisamente comiche, regalando allo spettatore un affresco di personaggi strani (seppure sorprendetemente realistici) e situazioni spiritose all'apparenza individuali, ma che nell'ultima parte della storia acquisiscono anche un certo legame l'una con l'altra.
Essendo la storia incentrata sull'argomento "normalità", chiaramente non si può trattare di una trama particolarmente originale; cose del genere (cioè il resoconto del proprio quotidiano) si sono viste più volte in varie occasioni, e affrontate anche decisamente meglio - esempio topico potrebbe essere "Bakuman": un caso in cui mangaka scrivono di mangaka. E nemmeno la comicità denota peculiarità, essendo di una tipologia, come già detto, particolarmente diffusa. Eppure, "Nichijou" riesce a prendere. Inaspettatamente, senza rendersene conto, ci si ritrova ad amare certi personaggi e a non vedere l'ora che spunti una gag dedicata a loro.

Fonte principale della comicità della serie credo sia il chiaro riferimento alla vera natura della quotidianità liceale nipponica, sottolineata, oltre che da conversazioni più che realistiche - c'è addirittura una gag in cui si parla di Twitter! -, da esplicite citazioni di manga/anime molto famosi: esempi lampanti possono essere la palese somiglianza delle OST usate nei momenti più "tragici" con quelle di "Sayounara Zetsubou Sensei", o il fatto che la figura oggetto di desiderio di Hidenori in uno sketch sia la copia esatta di Madoka Kaname. Questi riferimenti, lungi dall'essere elemento di speculazione, non fanno altro che far immedesimare ancora di più lo spettatore nell'anime, introducendolo in un universo parallelo al suo; solo che, diversamente dalla sua vita, quella dei protagonisti di Nichijou è follemente divertente!

Fino a ora mi sono trovata a elencare i capisaldi che reggono il prodotto, rendendolo significativo o comunque degno di essere visto. Ora però, veniamo alla sua grande pecca. Perché, sì, pur essendo dannatamente spiritoso nella trama, l'anime è pessimo in una cosa: la grafica.
Per essere un'opera del 2012, anno in cui, grazie a mille invenzioni tecnologiche nel campo dell'animazione, si pensa di aver raggiunto un buonissimo livello in fatto di effetti e disegni, trovarsi di fronte a una così lampante carenza di budget (e penso proprio di voglia di fare) è davvero degradante. Magari posso anche capire il design: i disegnatori, in fin dei conti, si devono essere attenuti alle tavole dell'autore, rispettandone anche lo stile. Ma quegli sfondi stilizzati, quegli effetti scarni, quelle luci inesistenti sono un vero supplizio, che infastidisce per tutta la visione. E la cosa mi dispiace, perché penalizza di molto il mio voto.

Una sola nota positiva alla realizzazione grafica, anche se non è proprio relativa a essa, la attribuisco all'originalità nelle rappresentazioni delle ragazze. Dovete sapere, infatti, che, fatta eccezione solo per alcuni personaggi ricorrenti nella serie, non vengono mai fatti vedere i volti delle controparti femminili, sempre in ombra. Questo penso sia per attribuire maggior soggettività alla serie: essendo la vita quotidiana di ragazzi che non hanno per niente esperienza con il gentil sesso, la loro scarsa conoscenza le rende degli esseri alieni, così lontani da non poterne vedere il viso. Questa è l'unica parte davvero originale dell'anime, e che più di tutte mi hanno colpito.

Il mio giudizo alla fine sfiora la sufficienza. Evitando ulteriori commenti sul disegno, la mia percezione dell'anime è quella di un prodotto con del potenziale che però non è stato sviluppato al meglio. Se si fosse strutturata la storia in maniera più coinvolgente, magari con un accenno di trama o un filo logico che connettesse più episodi, sarebbe anche venuto fuori qualcosa di carino. Così, però, gli unici elementi di continuità risultano essere: il ripetersi di nuovi personaggi, che molto spesso hanno delle storie tutte per loro, scollegate da quelle dei protagonisti; il proseguire di una storia "alternativa", la vita quotidiana delle ragazze, che si sviluppa parallelamente a quella principale in maniera simpatica e divertente. Elementi troppo esigui per invogliarmi alla visione di una seconda serie.

In conclusione, consiglio quest'anime essenzialmente a chi ha del tempo da perdere. Vi state annoiando e volete farvi quattro risate? Guardatevi un episodio di "Danshi Koukousei No Nichijou". Non vi preoccupate se state seguendo un altro anime e volete finirlo prima di iniziarne un altro: la storia non invoglia alla prosecuzione.