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Valutazione personale: 7½

Trama.
La trama è divisa in due archi narrativi, nel primo (episodi 1-14) si racconta di Kirigaya Kazuto, un liceale che passa la vita al computer tra internet e giochi online. In un Giappone contemporaneo nasce per la prima volta un casco elettronico, denominato "Nerve Gear", che permette di accedere alla realtà virtuale. E' il giorno di uscita del primo gioco per il suddetto apparecchio, "Sword Art Online", e il nostro protagonista, che aveva già avuto accesso al gioco nella sessione di prova, entra ufficialmente in questo mondo col nickname di Kirito. Qualcosa di inaspettato accade, non si può effettuare il log out: una volta entrati, se ne può uscire solo vincitori, completando il gioco, perché il game over equivale a morte certa del giocatore. Qui Kirito incontra Asuna, un'altra giocatrice della quale si innamora e dalla quale è ricambiato. Proprio intorno a lei gira la trama del secondo arco narrativo (episodi 15-25), ambientato in un altro mondo virtuale chiamato "ALfheim Online".

Character design.
Ritengo che i personaggi siano ben caratterizzati, ognuno ha una sua storia, un suo carattere e una personalità ben definita. Anche se il loro spessore psicologico non è indagato in maniera approfondita, il risultato ottenuto è comunque sufficientemente accettabile. Infatti, l'attenzione si sofferma principalmente su Kirito e Asuna, sulla crescita del primo, principalmente, all'interno del gioco e, verso la fine della serie, anche nella vita reale. Questa crescita però non avviene in maniera chiara ed evidente, è un'evoluzione lenta ma significativa, dovuta anche a personaggi secondari o comparse, forse non caratterizzati benissimo, ma che diventano essenziali per la crescita dei nostri protagonisti e del loro rapporto, e quindi determinanti per il succedersi degli eventi. Tuttavia, i personaggi potrebbero risultare quasi statici e, quindi, annoiare.

Colonna sonora e doppiaggio.
La colonna sonora è apprezzabile, sia le due opening, "Crossieng field", cantata da LiSA, e "INNOCENCE", cantata da Eir Aoi, che le ending, "Yume Sekai" (mondo dei sogni), cantata da Haruka Tomatsu, e "Overfly", cantata da Haruna Luna. Pur non essendo, secondo me, del tutto adatte, non dispiacciono particolarmente. Il doppiaggio, al contrario, è eccellente: ogni voce ha le sfumature adatte alle situazioni e ai personaggi, rispecchiando in pieno il loro carattere.

Disegni.
I disegni sono adatti al genere dell'anime, belli, anche se non impegnativi, e ben particolareggiati. Gli abiti dei personaggi sono davvero ben fatti, così come armi e paesaggi. I combattimenti sono ben rappresentati e fluidi, tanto che non stancano. C'è una forte espressività nei volti dei personaggi, aspetto che mi ha fatto innamorare di questo tratto, tendente al dolce ma senza esagerare.

Parere personale.
"Sword Art Online" è un anime che aveva mostrato davvero grandi potenzialità che, ahimè, sono state smorzate in pieno dal secondo arco narrativo. Questo non significa che non meriti, anzi, a me è piaciuto davvero molto, sono solo dispiaciuto che abbia perso fascino lungo la strada. La trama è bella, interessante e anche commovente. Non mancano i colpi di scena, così come l'alternarsi di momenti comici e malinconici. Ogni episodio è ben strutturato e termina lasciando una suspense che invoglia a continuare la visione di ogni episodio, uno dopo l'altro. Ciò che invece può infastidire sono gli sbalzi temporali che avvengono nella prima metà della serie. Tanto che, inizialmente, pensavo di aver aperto l'episodio sbagliato, perché mi ritrovavo in un posto diverso dall'ultimo, con situazioni e personaggi sconosciuti. Questo mi aveva lasciato spaesato per un attimo e anche un po' infastidito.
"Sword Art Online" non è un anime impegnativo, non è un capolavoro, è soltanto un buon prodotto che, come tale, è rimasto sulla cresta dell'onda per tutto il 2012. Ciò che mi piace di questa serie è la malinconia celata in ogni episodio, in ogni situazione e soprattutto in ogni personaggio. L'originalità non manca, ma sono presenti anche troppi stereotipi, e, a volte, le situazioni sono così piatte e statiche da portare alla noia, soprattutto, e quasi esclusivamente, nel secondo arco narrativo. In definitiva, è un anime che consiglio perché, nonostante abbia molti difetti, è presente una "forza mistica" che te ne fa innamorare e che ti spinge a vederlo tutto fino alla fine. Fine che fine non è. Infatti, la serie animata è tratta dalle novel giapponesi, tutt'ora in corso, scritte da Reki Kawahara, e racchiude solo una minima parte dell'intera storia. I due stessi archi narrativi che sono stati tratti dalle novel sono una parte di ciò che avviene negli albi. Forse anche la scelta di tralasciare alcune saghe, a parer mio importanti, ha influito sulla qualità finale del prodotto. Già solo "Sword Art Online" avrebbe dovuto svolgersi in venticinque episodi piuttosto che quattordici. Ho amato le novel e sono rimasto un po' deluso dalle scelte prese dallo studio A-1 Pictures. Ma è inutile lamentarsi di qualcosa che non cambierà. Godetevi questa serie, che dopotutto deludente non è!

Come voto finale ho messo 8, anche se ritengo che non lo meriti, così come non merita 7. Ma preferisco arrotondare per eccesso.