Recensione
Il Principe del Tennis
8.0/10
"Prince of Tennis" è un anime adatto solo agli appassionati del genere sportivo, perché in realtà ha poco altro da offrire. Però, quello che offre è buona azione sul rettangolo, divertente da guardare.
Il protagonista è Ryoma Echizen, giovane talento del primo anno delle medie. Alle spalle ha già una grande esperienza nel mondo del tennis (anche in USA), molti tornei vinti e tante partite giocate anche contro avversari più grandi, battuti senza problemi. Ha ereditato il suo grande talento dal padre, ex giocatore di livello mondiale ritiratosi per problemi fisici. Quando arriva alla scuola media Seigaku i suoi sensei non lo vedono di buon occhio, vista anche la sua consapevolezza nei suoi mezzi. Ovviamente si fa strada e conquista il rispetto di tutti, perfino del capitano. La trama si divide in due grandi filoni: i tornei interni per decidere i titolari della squadra e i tornei regionali, contro gli avversari veri e propri. Tutto intervallato da infinite sessioni di allenamento.
Ryoma è indubbiamente un prodigio e quasi tutti (avversari e compagni) sono più grandi di lui; per questo possono sembrare quasi al suo livello, ma sotto sotto si capisce che non è così, e lo dimostrerà nel corso di tutta la serie, durante la quale, in realtà, non abbiamo mai l'impressione che possa perdere un match.
In un anime sportivo è inevitabile il paragone con la realtà e vorrei quindi considerare due aspetti.
Il primo riguarda la spettacolarità. Il tennis, per quelli a cui piace, me compreso, è di per se uno sport spettacolare, ma per la maggior parte del tempo si hanno momenti morti. Questo nell'anime non può succedere, per cui è naturale che l'autore si sia inventato "mosse finali" impossibili per ognuno dei personaggi, sia per differenziarli, sia per aumentare il livello di azione dell'anime, che di fatto arriva ad assomigliare a un shonen di combattimenti, in cui i lottatori sono però i tennisti, che si tirano contro tutto quello che hanno. Se perciò le mosse sono assurde, con rotazioni esagerate, palle invisibili, tennis acrobatico, giocatori con gli occhi chiusi, previsioni al 100% su dove cadrà la palla, tutto questo è un bene ed è fondamentalmente giustificato.
Il secondo riguarda un aspetto tecnico. A volte mi veniva da chiedermi se l'autore avesse mai guardato un match di tennis. Basta accendere la TV per vedere come si posizionano i giocatori: stanno oltre il fondo del campo, in maniera da poter ribattere le palle lunghe. In "Prince of Tennis" invece i giocatori stanno dentro al campo, fin quasi alla metà. Di conseguenza se la pallina supera il giocatore è punto quasi sicuro e succede troppe volte. Quindi, secondo la fisica dell'anime, i giocatori respingono solo le palle corte o comunque poco profonde, o addirittura colpiscono prima del rimbalzo! Questo ha molto meno senso dei colpi speciali.
A livello di trama, direi che la serie viene tirata troppo per le lunghe. Le puntate in cui si giocano le partite vere sono meno della metà. Saltando la fase iniziale di introduzione ai personaggi, le puntate con gli allenamenti tra una gara di torneo e l'altra sono davvero tante e non sono fondamentali per la trama principale. Il torneo invece è avvincente e interessante, sempre con avversari più forti e mosse diverse, pronti a mettere in difficoltà la squadra. Focalizzandosi invece sul personaggio principale, in realtà Ryoma nel torneo non si vede molto. Partecipa a tutti gli incontri, ma gioca sempre per ultimo, è lui che decide i match e di solito i suoi incontri durano meno di quelli degli altri compagni. La coralità la fa da padrona, insomma. Una volta finito il torneo, l'interesse per la serie scema e sono interessanti solo gli ultimi due episodi, trasmessi in soluzione unica in Giappone.
Anche se le animazioni non sono di altissimo livello e il realismo è quello che è, "Prince of Tennis" ha molti aspetti positivi, ma rimane comunque una serie per gli appassionati di anime sportivi. Io la promuovo a pieni voti e la consiglio.
Il protagonista è Ryoma Echizen, giovane talento del primo anno delle medie. Alle spalle ha già una grande esperienza nel mondo del tennis (anche in USA), molti tornei vinti e tante partite giocate anche contro avversari più grandi, battuti senza problemi. Ha ereditato il suo grande talento dal padre, ex giocatore di livello mondiale ritiratosi per problemi fisici. Quando arriva alla scuola media Seigaku i suoi sensei non lo vedono di buon occhio, vista anche la sua consapevolezza nei suoi mezzi. Ovviamente si fa strada e conquista il rispetto di tutti, perfino del capitano. La trama si divide in due grandi filoni: i tornei interni per decidere i titolari della squadra e i tornei regionali, contro gli avversari veri e propri. Tutto intervallato da infinite sessioni di allenamento.
Ryoma è indubbiamente un prodigio e quasi tutti (avversari e compagni) sono più grandi di lui; per questo possono sembrare quasi al suo livello, ma sotto sotto si capisce che non è così, e lo dimostrerà nel corso di tutta la serie, durante la quale, in realtà, non abbiamo mai l'impressione che possa perdere un match.
In un anime sportivo è inevitabile il paragone con la realtà e vorrei quindi considerare due aspetti.
Il primo riguarda la spettacolarità. Il tennis, per quelli a cui piace, me compreso, è di per se uno sport spettacolare, ma per la maggior parte del tempo si hanno momenti morti. Questo nell'anime non può succedere, per cui è naturale che l'autore si sia inventato "mosse finali" impossibili per ognuno dei personaggi, sia per differenziarli, sia per aumentare il livello di azione dell'anime, che di fatto arriva ad assomigliare a un shonen di combattimenti, in cui i lottatori sono però i tennisti, che si tirano contro tutto quello che hanno. Se perciò le mosse sono assurde, con rotazioni esagerate, palle invisibili, tennis acrobatico, giocatori con gli occhi chiusi, previsioni al 100% su dove cadrà la palla, tutto questo è un bene ed è fondamentalmente giustificato.
Il secondo riguarda un aspetto tecnico. A volte mi veniva da chiedermi se l'autore avesse mai guardato un match di tennis. Basta accendere la TV per vedere come si posizionano i giocatori: stanno oltre il fondo del campo, in maniera da poter ribattere le palle lunghe. In "Prince of Tennis" invece i giocatori stanno dentro al campo, fin quasi alla metà. Di conseguenza se la pallina supera il giocatore è punto quasi sicuro e succede troppe volte. Quindi, secondo la fisica dell'anime, i giocatori respingono solo le palle corte o comunque poco profonde, o addirittura colpiscono prima del rimbalzo! Questo ha molto meno senso dei colpi speciali.
A livello di trama, direi che la serie viene tirata troppo per le lunghe. Le puntate in cui si giocano le partite vere sono meno della metà. Saltando la fase iniziale di introduzione ai personaggi, le puntate con gli allenamenti tra una gara di torneo e l'altra sono davvero tante e non sono fondamentali per la trama principale. Il torneo invece è avvincente e interessante, sempre con avversari più forti e mosse diverse, pronti a mettere in difficoltà la squadra. Focalizzandosi invece sul personaggio principale, in realtà Ryoma nel torneo non si vede molto. Partecipa a tutti gli incontri, ma gioca sempre per ultimo, è lui che decide i match e di solito i suoi incontri durano meno di quelli degli altri compagni. La coralità la fa da padrona, insomma. Una volta finito il torneo, l'interesse per la serie scema e sono interessanti solo gli ultimi due episodi, trasmessi in soluzione unica in Giappone.
Anche se le animazioni non sono di altissimo livello e il realismo è quello che è, "Prince of Tennis" ha molti aspetti positivi, ma rimane comunque una serie per gli appassionati di anime sportivi. Io la promuovo a pieni voti e la consiglio.