Recensione
Hoshizora e kakaru hashi
4.0/10
Vi piacciono gli anime originali, che sviluppano una trama e che offrono personaggi particolari, insomma, qualsiasi cosa che li distingua un attimo dalla marea di anime harem? Benissimo, allora evitate questa serie come la peste bovina!
Penso che sia veramente la più scontata, piatta e a tratti profondamente noiosa accozzaglia di episodi mai vista. Un ragazzo di città si trasferisce in campagna (novità assoluta!) per migliorare la salute cagionevole del suo fratellino, il quale è certamente vittima di un errore all'anagrafe, in quanto la sua appartenenza al genere maschile è solo cartacea. Cosa confermata dalla vocetta irritante come poche e dal frequente cross dressing cui viene sottoposto. Vogliamo parlare della preponderante parte femminile? Prendete tutti gli stereotipi che avete mai visto, che sia la sacerdotessa, la protagonista imbranata che darebbe sui nervi anche a un monaco zen, la ragazza alta e introversa, l'amica della protagonista innamorata anche lei ma che si sacrifica, la ragazzina maschiaccio tsundere (sì, ha anche il dentino appuntito, se ve lo stavate chiedendo), la senpai materna (e tettona) che dà il consiglio giusto al momento giusto.
Parliamo di situazioni: giornata al mare per mostrare le ragazze in costume? C'è. Le terme con i tentativi falliti di spiare le ragazze e partita di ping-pong tra maggiorate? Che ve lo dico a fare. Gruppo studio per gli esami? Sì. Parco divertimenti? Ovvio. Festival dello sport? Aggiudicato. Sagra estiva e abiti da cerimonia? Certo. Magari il protagonista ha anche fatto una promessa da bambino a una delle ragazze e, come da copione, non si ricorda nulla? Mi piacerebbe dire che è uno scherzo, ma c'è anche questo. Un po' di fanservice qua e là, forse per svegliare lo spettatore ogni tanto. E, basta così. Potrei continuare ancora, ma sarebbe come raccontarvi la trama di un film hard, chissà come potrà mai andare a finire!
Penso che sia veramente la più scontata, piatta e a tratti profondamente noiosa accozzaglia di episodi mai vista. Un ragazzo di città si trasferisce in campagna (novità assoluta!) per migliorare la salute cagionevole del suo fratellino, il quale è certamente vittima di un errore all'anagrafe, in quanto la sua appartenenza al genere maschile è solo cartacea. Cosa confermata dalla vocetta irritante come poche e dal frequente cross dressing cui viene sottoposto. Vogliamo parlare della preponderante parte femminile? Prendete tutti gli stereotipi che avete mai visto, che sia la sacerdotessa, la protagonista imbranata che darebbe sui nervi anche a un monaco zen, la ragazza alta e introversa, l'amica della protagonista innamorata anche lei ma che si sacrifica, la ragazzina maschiaccio tsundere (sì, ha anche il dentino appuntito, se ve lo stavate chiedendo), la senpai materna (e tettona) che dà il consiglio giusto al momento giusto.
Parliamo di situazioni: giornata al mare per mostrare le ragazze in costume? C'è. Le terme con i tentativi falliti di spiare le ragazze e partita di ping-pong tra maggiorate? Che ve lo dico a fare. Gruppo studio per gli esami? Sì. Parco divertimenti? Ovvio. Festival dello sport? Aggiudicato. Sagra estiva e abiti da cerimonia? Certo. Magari il protagonista ha anche fatto una promessa da bambino a una delle ragazze e, come da copione, non si ricorda nulla? Mi piacerebbe dire che è uno scherzo, ma c'è anche questo. Un po' di fanservice qua e là, forse per svegliare lo spettatore ogni tanto. E, basta così. Potrei continuare ancora, ma sarebbe come raccontarvi la trama di un film hard, chissà come potrà mai andare a finire!