Recensione
Brothers Conflict
5.0/10
Tra tutti gli anime appartenenti a questo genere, ritengo che "Brothers conflict" sia uno dei migliori reverse harem in circolazione, dove per "migliore" intendo dire che è uno dei pochi che si salva, e nemmeno tanto. Quello che più mi ha convinto di quest'opera è il fatto che si accantonino eccessivi giri di parole, frasi romanzate e stucchevoli, a favore di un approccio più fisico e diretto.
Ema, accompagnata da un "non poco" irritante animaletto, si trasferisce in un condominio dove vivono i suoi acquisiti 13 fratelli; non due o tre, ma 13 ragazzi intelligenti, affascinanti, di successo ma, soprattutto, marpioni. Ema e/o Chii non fa in tempo a varcare la soglia che, inspiegabilmente, le sono già tutti addosso. Ognuno ha un proprio carattere, delle personali peculiarità e tutti si contraddistinguono per il bell'aspetto, si capisce, dunque, che una ragazza possa rimanere disorientata da tanta abbondanza, ma Ema non si scompone. I suoi propositi iniziali sono, infatti, quelli di vivere insieme ai suoi "fratelli" e di costruire con loro una famiglia felice.
La nostra protagonista soffre per il fatto di aver vissuto in solitudine la propria infanzia, conseguentemente, il pensiero di entrare a far parte di un nucleo familiare numeroso la emoziona. Il problema è che questi presunti fratelli non condividono con lei la medesima idea. A dispetto dello spirito fraterno che dovrebbero serbare, la vogliono e la desiderano come donna. Ognuno inizia a corteggiarla in piena linea con il proprio stile: alcuni vanno a segno, altri ci mettono un po' di più a carburare , ma sta di fatto che.. Ema se li passa un po' tutti. Una svolta per anime di questo tipo! Si abbandona una narrazione più bambinesca, per un taglio maggiormente maturo, che mi è piaciuto in quanto i protagonisti evitano di tergiversare troppo e cercano subito un diretto contatto fisico.
A fronte di questo incipit, mi pareva che le basi ci fossero. Peccato, però, che a rovinare l'idillio ci si mette il fatto che Ema non parla né agisce. Tutti se la rigirano come un calzino, se la passano come una palla e lei, per tutta risposta, se ne sta immobile come un salame. Una faccia inebetita ogni volta che suoi "fratelli" se la strattonano al petto. E, allora, la domanda sorge spontanea: ma perché questa passività esasperante? Di fronte a tanta grazia sarebbe stato carino se, ogni tanto, avesse leggermente agito in qualsivoglia modo. Invece, il nulla: balle di fieno che rotolano nel deserto. La baciano, la accarezzano, la maltrattano e lei nulla. Ma perché? Deciditi! Prendi l'iniziativa. Per "facilotta" ci passi comunque.. allora, tanto vale andare fino in fondo! Almeno questi fratelli, dalla morale discutibile, si prendono le responsabilità delle proprie azioni.
Tra tutti i maschietti dell'anime, ho adorato l'odioso Fuuto, l'unico che la tratta veramente male e che mi ha fatto divertire. In quei momenti, ho pensato che, di base, Chii sia una masochista, come tale, risulta perfetta per il sadico Fuuto che perde, però, colpi sul finale. Degno di nota è anche Yuusuke, piuttosto allegro. Per gli altri, apprezzo l'iniziativa, ma alla fine si trascendeva in qualcosa di piuttosto banale: gelosie da quattro soldi e troppi giri mentali.
Verso la conclusione c'è un generale appiattimento della narrazione che diviene, sempre più, lenta e ripetitiva. Si sfiora più di una volta il ridicolo, tra confessioni improbabili e cadute di stile continue. L'indecisione, ovviamente, regna sovrana, non cavandosi un ragno dal buco.
In soldoni, si fanno dei piccoli passetti avanti nel modo dei reverse harem, ma si è ancora troppo lontani da un prodotto che possa essere definito apprezzabile.
Da lodare, però, i buoni propositi.
Ema, accompagnata da un "non poco" irritante animaletto, si trasferisce in un condominio dove vivono i suoi acquisiti 13 fratelli; non due o tre, ma 13 ragazzi intelligenti, affascinanti, di successo ma, soprattutto, marpioni. Ema e/o Chii non fa in tempo a varcare la soglia che, inspiegabilmente, le sono già tutti addosso. Ognuno ha un proprio carattere, delle personali peculiarità e tutti si contraddistinguono per il bell'aspetto, si capisce, dunque, che una ragazza possa rimanere disorientata da tanta abbondanza, ma Ema non si scompone. I suoi propositi iniziali sono, infatti, quelli di vivere insieme ai suoi "fratelli" e di costruire con loro una famiglia felice.
La nostra protagonista soffre per il fatto di aver vissuto in solitudine la propria infanzia, conseguentemente, il pensiero di entrare a far parte di un nucleo familiare numeroso la emoziona. Il problema è che questi presunti fratelli non condividono con lei la medesima idea. A dispetto dello spirito fraterno che dovrebbero serbare, la vogliono e la desiderano come donna. Ognuno inizia a corteggiarla in piena linea con il proprio stile: alcuni vanno a segno, altri ci mettono un po' di più a carburare , ma sta di fatto che.. Ema se li passa un po' tutti. Una svolta per anime di questo tipo! Si abbandona una narrazione più bambinesca, per un taglio maggiormente maturo, che mi è piaciuto in quanto i protagonisti evitano di tergiversare troppo e cercano subito un diretto contatto fisico.
A fronte di questo incipit, mi pareva che le basi ci fossero. Peccato, però, che a rovinare l'idillio ci si mette il fatto che Ema non parla né agisce. Tutti se la rigirano come un calzino, se la passano come una palla e lei, per tutta risposta, se ne sta immobile come un salame. Una faccia inebetita ogni volta che suoi "fratelli" se la strattonano al petto. E, allora, la domanda sorge spontanea: ma perché questa passività esasperante? Di fronte a tanta grazia sarebbe stato carino se, ogni tanto, avesse leggermente agito in qualsivoglia modo. Invece, il nulla: balle di fieno che rotolano nel deserto. La baciano, la accarezzano, la maltrattano e lei nulla. Ma perché? Deciditi! Prendi l'iniziativa. Per "facilotta" ci passi comunque.. allora, tanto vale andare fino in fondo! Almeno questi fratelli, dalla morale discutibile, si prendono le responsabilità delle proprie azioni.
Tra tutti i maschietti dell'anime, ho adorato l'odioso Fuuto, l'unico che la tratta veramente male e che mi ha fatto divertire. In quei momenti, ho pensato che, di base, Chii sia una masochista, come tale, risulta perfetta per il sadico Fuuto che perde, però, colpi sul finale. Degno di nota è anche Yuusuke, piuttosto allegro. Per gli altri, apprezzo l'iniziativa, ma alla fine si trascendeva in qualcosa di piuttosto banale: gelosie da quattro soldi e troppi giri mentali.
Verso la conclusione c'è un generale appiattimento della narrazione che diviene, sempre più, lenta e ripetitiva. Si sfiora più di una volta il ridicolo, tra confessioni improbabili e cadute di stile continue. L'indecisione, ovviamente, regna sovrana, non cavandosi un ragno dal buco.
In soldoni, si fanno dei piccoli passetti avanti nel modo dei reverse harem, ma si è ancora troppo lontani da un prodotto che possa essere definito apprezzabile.
Da lodare, però, i buoni propositi.