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Jeanne, la ladra del vento divino, o Kamikaze Kaitou Jeanne che dir si voglia, è un anime meraviglioso. Si distacca incredibilmente dal manga, raggiungendo i 44 episodi per un anime che contava 7 volumetti, ma non per questo si può definire un anime "che rovina il manga". Si crea un mondo parallelo a quello del manga, sicuramente con più azione e avventura, che taglia fuori alcune scene e informazioni bellissime del manga, ma compensa ampiamente con altre. Inizio quindi subito col consigliare l'anime anche a chi ha già letto il manga: ne vale la pena.

La trama parla di Maron, che di notte si trasforma nella bella ladra Jeanne, aiutata dal suo mezzo angelo Fin Fish, e distrugge i demoni contenuti nei dipinti. Questo però porta alla scomparsa del dipinto (o dell'opera d'arte, si può trattare di qualunque genere di oggetto "bello") e quindi ha la polizia alle calcagna.
Nonostante si parli di religione, poichè Jeanne è la reincarnazione di Giovanna d'Arco, a differenza del manga non troverete nulla di eccessivamente religioso, in cui compaiono angeli e demoni, senza mai mostrare i loro "superiori".
Così, fra un "furto" e l'altro, Jeanne si scontra con quello che diventerà il suo nemico giurato e di cui, in perfetto stile team rocket, non scoprirà l'identità fin quasi alla fine.
La storia di Jeanne è così accompagnata dalla vita diurna di Maron, liceale abbandonata dai genitori e che vive da sola, della sua migliore amica, nonché la persona che più al mondo vuole catturare Jeanne (in quanto figlia di un poliziotto) e del ragazzo, appena trasferito nel loro stesso palazzo, che le metterà in rivalità.

Arina Tanemura fa centro un'altra volta, con un anime che nonostante le differenze non perde nulla dalla storia originale, che lascia un finale più diverso e aperto.

Una nota di sfavore che devo al regista è, verso la metà della serie, il cambiamento del metodo per sigillare i demoni, che passa dal "Pin" (come quasi sempre, l'ho visto in inglese e non so come lo traducano in italiano) ovvero una specie di puntina da disegno che lei lancia contro il quadro. Era un metodo interessante, che non interrompeva il normale flusso della lotta come invece fa il nuovo: agitare un nastro in una scenetta isolata dal mondo tipo trasformazioni delle winx. No. No. No.

Non fosse stato per questo, avrei dato 10 all'anime che, appena finito, mi ha fatto urlare "voglio il manga!".