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Il mondo dell'animazione è così sterminato che qualcosa da scoprire si trova sempre: una perla sconosciuta ai più, una piacevole opera entrata immeritatamente nel dimenticatoio. Questo è il caso di "Black Magic M-66", film animato fantascientifico la cui trama è molto semplice: due robot da combattimento, in seguito a un incidente, si attivano e iniziano a dare la caccia al loro obiettivo designato identificato con Ferris, la nipotina dello scienziato che li ha costruiti e che ha immesso nei robot i dati della ragazza solo a fine sperimentale. Nel loro imperversare i due androidi verranno braccati (con scarsi risultati, bisogna dire) da un commando di Forze Speciali e da due cronisti, Sybel e Larry, che mirano allo scoop.

Caratteristiche salienti di quest'opera sono le inquadrature, assolutamente azzeccate e cinematografiche, che fanno impallidire molti film d'azione odierni senza un briciolo di qualità. A tali inquadrature si aggiunge anche un sottofondo che dà sempre la giusta tensione e non è mai invasivo o di troppo.
Assolutamente da segnalare sono i robot, il cui design umanoide è molto ben elaborato e dona loro una grande eleganza e fluidità nelle scene di combattimento.

In definitiva, si può ritenere questo film un lavoro con tutti i fondamentali al posto giusto: una trama ordinaria, che però è confezionata come si deve, senza frizzi o arzigogoli, essenziale ma completa, e, soprattutto, con ritmo. Infatti la tensione non cala mai, anzi raggiunge il suo apice forse con la scena dell'ascensore (scena che ha trasformato il mio 7 in un 8).
Un 8 quindi più che meritato e che dovrebbe spingere l'appassionato di animazione a non accontentarsi della pappa pronta data dalle produzioni più famose, ma ad andare alla ricerca di tesori nascosti e dimenticati come questo, di cui, ne sono convinto, il mondo dell'animazione è pieno.