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Brisby e il segreto del NIMH è un film d'animazione statunitense del 1982 tratto dal romanzo per bambini Mrs. Frisby and the Rats of NIMH, scritto da Robert C. O'Brien nel 1971 (il cognome della protagonista è stato cambiato durante la lavorazione del film per problemi di copyright che riguardavano il frisbee). Si tratta del primo lungometraggio diretto da Don Bluth, ex animatore per la Disney, che aveva lasciato per fondare il suo studio di produzione. Successivamente il regista ha diretto altri film piuttosto famosi come Fievel sbarca in America, Anastasia e Alla ricerca della valle incantata.

Brisby è decisamente un film che merita, poiché riesce a emozionare e a lasciare un forte segno nell'immaginario dei giovani telespettatori. Rispetto ai film Disney dell'epoca affronta tematiche un po' più dure, come la sperimentazione sugli animali e la morte, ma si tratta pur sempre di una produzione pensata per un pubblico infantile (seppure ampiamente apprezzabile anche dal pubblico adulto) dove le scene di forte tensione servono a veicolare un messaggio positivo e il lieto fine è assicurato, senza farsi mancare un tocco di magia.

Ecco, proprio la componente magica rappresenta secondo me il più grande punto debole del film, poiché dopo tutta una spiegazione delle situazioni basata sulla scienza, dopo averci mostrato l'elevato livello tecnologico che i ratti erano riusciti a raggiungere, il ricorso alla magia appare un po' di troppo. Mi sarebbe piaciuto vedere le cose risolversi solo con l'uso della tecnologia e dell'intelligenza. Ed è affettivamente quello che succede nel libro originale, dal quale però il film si discosta nell'ultima parte forse per questioni di tempo, o forse per adattarsi al gusto in voga in quegli anni in fatto di animazione. C'è da dire comunque che l'elemento magico mi ha fatto storcere un po' il naso solo ora che sono adulta, mentre quando ero bambina (e ho visto e rivisto questo film milioni di volte dato che era fra i miei preferiti) non mi ha mai creato problemi, quindi immagino che anche i bambini di oggi apprezzerebbero il film senza riserve come me all'epoca.

Per il resto, il film ha tutto per piacere. Prima di tutto una splendida colonna sonora, che sottolinea e riesce ad accompagnare perfettamente le scene di tensione, aiutando lo spettatore a viverle quasi come se vi fosse coinvolto egli stesso. Molto bella anche l'unica canzone del film, una ninna nanna che la signora Brisby canta al suo figlioletto malato, e che è stata lasciata in lingua originale. L'edizione italiana del film ha inoltre una particolarità interessante: la ninna nanna viene ripresa in una versione alternativa nei titoli di coda del film, ed è cantata dalla stessa cantante (donna) che l'ha cantata nella scena sopra descritta, mentre nell'edizione statunitense questa viene cantata da una voce maschile. Beh, si tratta di gusti, ma io penso che siamo stati fortunati perché trovo la versione femminile dell'edizione italiana ancora più bella.

La protagonista del film inoltre è un personaggio molto riuscito, secondo me una delle migliori protagoniste femminili dell'animazione americana. Una timida topolina di campagna, che ha paura, sì, ha paura e lo ammette, ma nonostante tutto trova sempre dentro di sé una grande forza che la porta ad affrontare con coraggio diverse prove spaventose: fermare un trattore, visitare un gufo, chiedere aiuto ai ratti, addirittura prendere parte a un piano per drogare il gatto. Brisby mostra allo spettatore qual è la vera forza di una madre, e trovo che rappresenti un modello femminile molto più forte rispetto alle varie principesse che andavano di moda all'epoca. È passato qualche decennio prima che anche la Disney si decidesse a portare sullo schermo eroine altrettanto forti.

Non mancano comunque dei momenti divertenti e scanzonati, soprattutto grazie al maggiore spazio che il film, rispetto al libro, dà al personaggio di Geremia, un simpatico corvo pasticcione alla ricerca dell'amore, e al contributo del personaggio di zia Bisbetica.

Per concludere, consiglio questo film sicuramente a chi ha bambini (magari quelli più grandicelli, dagli ultimi anni delle elementari in su), ma anche a tutti gli adulti a cui piacciono i film d'animazione ben fatti, in particolare i nostalgici dei vecchi film realizzati con tecniche tradizionali.