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7.0/10
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Per la mia prima recensione, non avendo ancora molta esperienza in questo campo, ho scelto di "andare sul sicuro": analizzerò quindi un titolo che fa parte di quella che è stata la mia più grande passione, prima che essa fosse affiancata dall'animazione giapponese, ovvero il cinema.
Il film in questione, "Be My Baby", è una commedia drammatica corale, diretta da One Hitoshi e presentata in premiere europea al Far East Film Festival 16, dove ho avuto occasione di vederla.

La pellicola -che come specificato dallo stesso produttore presente alla proiezione è stata girata a un budget decisamente ridotto- tratta di un tema molto attuale nel Giappone di oggi così come in ogni altro paese, ovvero i rapporti tra i giovani del ventunesimo secolo. La mia generazione ha visto l'evolversi della tecnologia e della comunicazione in tempi spaventosamente brevi; i giovani, sebbene siano apparentemente sempre "in contatto" sono allo stesso tempo molto più soli, chiusi nel loro mondo digitale, restii a relazionarsi e sempre più insicuri nel compiere scelte che riguardino vita, rapporti sociali e amore.
In merito a quest'ultimo, fondamentale elemento, bisogna porre una premessa: in Giappone vengono spesso organizzati degli appuntamenti informali tra un numero circa uguale di uomini e donne, che per la maggior parte non si conoscono, in modo da trovare possibili partner.

Il film si apre proprio con nove giovani, cinque maschi e quattro femmine, che si incontrano ad uno di questi appuntamenti, organizzato nell'appartamento dello sfrontato Koji e della sua fidanzata, l'esuberante Tomoko. L'obiettivo di Koji è di riuscire a combinare una ragazza per il suo amico Osamu, timido, bruttino e un po' "sfigato". La lunga scena iniziale, in un crescendo di chiasso, risa e urla, degenera ben presto in un rumoroso e imbarazzante caos; ma oltre a presentare i personaggi e lo stile provocatorio che caratterizzerà l'intero film, essa è finalizzata a fare da premessa a tutte le vicende che accadranno in seguito, in un intreccio di relazioni, tradimenti e litigi.

Il film, come già accennato in precedenza, è stato girato a low budget: i nove giovani attori sono per la maggior parte esordienti, la colonna sonora è praticamente assente e le ambientazioni sono ridotte a quattro sole abitazioni, vale a dire gli appartamenti di Koji e di suo fratello, il monolocale di Osamu e quello di altri due ragazzi. Gli autori tuttavia hanno saputo costruire una sceneggiatura davvero geniale che, valorizzata dal sapiente montaggio, si regge quasi esclusivamente sui dialoghi delineando uno straordinario intreccio di storie, bugie e amori, tanto ingarbugliato da rasentare l'assurdo.
I personaggi sono un altro punto forte della pellicola: sebbene abbiano una buona componente grottesca e suscitino più di qualche volta ilarità nello spettatore per la loro "stupidità", sono la perfetta rappresentazione della società moderna, assolutamente realistici per la loro umanità e per le difficoltà che hanno ad affrontare la realtà. Infatti l'intento del regista, attraverso questa pesante satira sociale, è di fornirci e farci riflettere su dei modelli di comportamento assolutamente eccessivi, ma che rispecchiano il mondo verso il quale ci stiamo dirigendo.
Degli esempi possono essere il tizio che, credendo di piacerle, continua a chiamare ossessivamente un'amica senza ottenere risposta, inconsapevole che lei lo stesse solo prendendo in giro; oppure le contraddizioni di Osamu, diviso tra il desiderio sessuale nei confronti della sua ragazza e il giudizio dei suoi amici che la considerano brutta.

In definitiva "Be My Baby" è essenzialmente questo: giovani adulti tra i venti e i trent'anni, di classe sociale medio-bassa, che si innamorano, si sfogano e trascorrono le loro vite modeste come possono, cercando egoisticamente di trovarne un senso. Intanto il tempo si trascina incessante, scandendo la loro esistenza e facendo da sfondo alle complicatissime e singolari vicende; si ride, ma sono risate amare.