Recensione
Yosuga no Sora
7.0/10
"Yosuga no Sora: In Solitude, Where We Are Least Alone". Un nome che è tutto un programma. La tristezza e la malinconia permeano quest'anime dall'inizio alla fine, non lasciando allo spettatore una minima boccata d'aria.
La storia originale è tratta da un eroge, dal quale verranno prodotti adattamenti per un manga e per una serie animata. Tutto comincia da un trasferimento dei due protagonisti, gemelli, Haruka e Sora. Essi vivono da soli nella vecchia casa dei nonni, ormai defunti, abbandonati da tutto il mondo. Sì, perché anche i genitori, come viene spiegato in più di un episodio, sono morti in un incidente stradale. Tutta la trama si incentra sulle vicende amorose del povero Haruka che nel frattempo dovrà badare alla sua gemella. Egli farà i conti con ogni cosa, dal cucinare allo studiare, dal regolare le finanze al non sperperare.
I personaggi: Haruka, il protagonista principale, buono e affidabile, ma soprattutto propositivo. Egli guarderà avanti, lotterà in ogni modo con il suo passato tenebroso, alla ricerca di uno spiraglio di luce. Sora, sua sorella-gemella: lei è molto introversa e di poche parole, a differenza del fratello non accetta la morte dei genitori, il suo passato la opprime, la attanaglia e le risucchia la volontà di vivere. Ci sono poi varie ragazze, ricordiamoci che è un harem/ecchi.
Il comparto tecnico è davvero molto buono, le musiche si adatteranno bene alle scene e inoltre sia la opening che le due ending saranno di grande compagnia durante la visione.
La grafica generale è secondo me ottima per l'epoca (ci troviamo nel 2010), il character design è fantastico, i personaggi sono ben delineati, sia nella vita quotidiana che nelle scene di "piacere". La struttura della storia: essendo tratto da un eroge, la trama presenterà varie "route", ognuna con un personaggio diverso. La quantità di ecchi sfiora il confine dell'hentai, compariranno scene di sesso non troppo nascoste.
Tirando le somme, "Yosuga no Sora" è un anime che si presenta molto bene, ma col passare degli episodi sbanda finendo totalmente fuori strada. La storia si presta bene a trattare tematiche quali la solitudine, la difficoltà a vivere da soli senza genitori, la depressione che colpisce gli orfani, la diversità con cui ogni essere umano reagisce davanti alle proprie sofferenze - chi come Haruka sente gli affanni che lo rincorrono per tutta la giornata ma riesce comunque ad andare avanti o chi come Sora che non ha la forza di contrastare il dolore. Purtroppo, però, niente di tutto ciò viene a galla, questi elementi sono come sassi in uno stagno che non riescono a galleggiare; nessuno di essi verrà trattato, nonostante ci sia una solida base, probabilmente complice la loro stessa complessità, che non gli ha permesso di emergere. Peccato, gli autori avrebbero potuto fare un buon lavoro, un seinen molto maturo che riusciva a combinare tematiche profonde a una buona dose di sentimentalismo/incesto. Al contrario, troviamo un anime che pretende troppo, ovvero rappresentare quattro storie d'amore in dodici puntate...
Ricordiamoci sì che la storia è tratta da un eroge, ma rendiamoci anche conto che gli autori avrebbero potuto rappresentare soltanto una route, e sarebbe uscito fuori sicuramente qualcosa di migliore.
Che dire, nonostante ciò è un anime che è risultato piacevole da vedere, almeno per il primo e l'ultimo arco narrativo, il resto sono solo forzature.
La storia originale è tratta da un eroge, dal quale verranno prodotti adattamenti per un manga e per una serie animata. Tutto comincia da un trasferimento dei due protagonisti, gemelli, Haruka e Sora. Essi vivono da soli nella vecchia casa dei nonni, ormai defunti, abbandonati da tutto il mondo. Sì, perché anche i genitori, come viene spiegato in più di un episodio, sono morti in un incidente stradale. Tutta la trama si incentra sulle vicende amorose del povero Haruka che nel frattempo dovrà badare alla sua gemella. Egli farà i conti con ogni cosa, dal cucinare allo studiare, dal regolare le finanze al non sperperare.
I personaggi: Haruka, il protagonista principale, buono e affidabile, ma soprattutto propositivo. Egli guarderà avanti, lotterà in ogni modo con il suo passato tenebroso, alla ricerca di uno spiraglio di luce. Sora, sua sorella-gemella: lei è molto introversa e di poche parole, a differenza del fratello non accetta la morte dei genitori, il suo passato la opprime, la attanaglia e le risucchia la volontà di vivere. Ci sono poi varie ragazze, ricordiamoci che è un harem/ecchi.
Il comparto tecnico è davvero molto buono, le musiche si adatteranno bene alle scene e inoltre sia la opening che le due ending saranno di grande compagnia durante la visione.
La grafica generale è secondo me ottima per l'epoca (ci troviamo nel 2010), il character design è fantastico, i personaggi sono ben delineati, sia nella vita quotidiana che nelle scene di "piacere". La struttura della storia: essendo tratto da un eroge, la trama presenterà varie "route", ognuna con un personaggio diverso. La quantità di ecchi sfiora il confine dell'hentai, compariranno scene di sesso non troppo nascoste.
Tirando le somme, "Yosuga no Sora" è un anime che si presenta molto bene, ma col passare degli episodi sbanda finendo totalmente fuori strada. La storia si presta bene a trattare tematiche quali la solitudine, la difficoltà a vivere da soli senza genitori, la depressione che colpisce gli orfani, la diversità con cui ogni essere umano reagisce davanti alle proprie sofferenze - chi come Haruka sente gli affanni che lo rincorrono per tutta la giornata ma riesce comunque ad andare avanti o chi come Sora che non ha la forza di contrastare il dolore. Purtroppo, però, niente di tutto ciò viene a galla, questi elementi sono come sassi in uno stagno che non riescono a galleggiare; nessuno di essi verrà trattato, nonostante ci sia una solida base, probabilmente complice la loro stessa complessità, che non gli ha permesso di emergere. Peccato, gli autori avrebbero potuto fare un buon lavoro, un seinen molto maturo che riusciva a combinare tematiche profonde a una buona dose di sentimentalismo/incesto. Al contrario, troviamo un anime che pretende troppo, ovvero rappresentare quattro storie d'amore in dodici puntate...
Ricordiamoci sì che la storia è tratta da un eroge, ma rendiamoci anche conto che gli autori avrebbero potuto rappresentare soltanto una route, e sarebbe uscito fuori sicuramente qualcosa di migliore.
Che dire, nonostante ciò è un anime che è risultato piacevole da vedere, almeno per il primo e l'ultimo arco narrativo, il resto sono solo forzature.