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Avevo buone percezioni su questa serie, sia per la resa grafica, piacevolmente nitida e definita, sia per l'inconsueta protagonista, atipica in un genere solitamente basato su storie di cartonati dalle fattezze femminili, che si esprimono utilizzando il vocabolario di un neonato di un anno.
Felicita si oppone fermamente al destino imposto dal padre, indirizzato su un matrimonio combinato con il vincitore del torneo, atto a designare il nuovo capo dell'Arcana famiglia. Le premesse quindi, per un'avvincente dichiarazione di indipendenza, a suon di calci e pugnali, c'erano tutte, poi, qualcosa è successo, qualcosa che ha bloccato la narrazione in episodi superflui, incentrati ad esaminare i compiti svolti dall'organizzazione sull'isola di Regalo, interessanti quanto osservare la giornata di un impiegato dell'agenzia dell'entrate.

In mezzo alla noia di restituire un gattino alla sua proprietaria o scovare il ladro della meringata, appaiono a caso flash-back importanti sul passato dei protagonisti, che dovrebbero rilanciare la trama, ma ne aumentano soltanto il disordine.
Non si comprende, dove la sceneggiatura voglia andare a parare. Il torneo, presentato come l'avvenimento principale, si condensa nelle ultime due puntate, designando un finale talmente scontato, da provocare una lieve incazzatura in chi guarda.

Infine, il comparto maschile ha la stessa intensità emotiva di un bradipo, pende, senza cognizione di causa, dalle labbra di "Bambina" (a.k.a. Felicita), quando, in teoria, dovrebbe alimentare lo scontro con il potere dei tarocchi a loro conferiti.
Rimangono, invece, tutti pacifici e beati, a mangiarsi le lasagne.

Un peccato, un peccato veramente, si poteva fare meglio, proponendo qualcosa di diverso. Assegno, comunque la sufficienza, per aver almeno presentato un'eroina dotata di un cervello funzionante, elemento raro di questi tempi.