Recensione
One Piece
1.0/10
Recensione di L'inviato di Friggi Toast
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La pietà che suscita questo anime non ha fine.
Ma analizziamo con cura ogni personaggio e ogni aspetto per denotarne la demenza.
Iniziamo con una specie di renna-gremlin antropomorfa provvista di zoccoli che si fa chiamare Chopper. E' la prima volta che vedo unire a pirati già mentalmente ritardati e un poco effeminati un personaggio privo di qualsiasi intelligenza o carisma. Fin qui non ci sarebbe nessuno che potrebbe smentirmi, ma, come se non bastasse, il "grande maestro" Oda ha reso possibile che un pericolo pubblico del genere facesse il dottore della ciurma. Chissà che operazioni chirurgiche avrà messo in atto con quegli zoccoli fatati! Torna a tirare la slitta di Babbo Natale, renna mocciosa!
Zoro. Con solo una serie di rumori onomatopeici come slang, snikt o sbring potremmo riassumere Zoro. Il personaggio, giusto un poco fissato con le armi, non le usa solo con le mani ma anche con la bocca, dimostrando un perfetto collo muscoloso da toro. Inutile poi sottolineare la sua inadeguatezza in ogni dialogo.
Nami. E' forse uno dei meno odiosi componenti della nave. Sì, se non fosse che dal nulla le sono stati affibbiati poteri stile Thor che le permettano di controllare il tempo... mah!
Usop. L'uomo più insulso della ciurma, che, oltre a non avere nessun potere, riesce solo a sparare sassi con una fionda che nel corso della storia diventa sempre più grande ma misera. Inoltre anche nei dialoghi è simpatico come un pugno nelle gengive e non presenta un benché minimo pregio. Particolare importante dell'insulsa vita di questo protagonista che continua a perpetrare le sue vicissitudini dalle prime puntate lo possiamo trovare nella disperata, ma in realtà quasi comica reazione alla morte della Going Merry. Questa non è nemmeno una persona ma una fragile barca, peraltro rubata, che nel corso delle avventure della ciurma resiste ad ogni avversità perché semplicemente è amata dai protagonisti.
Possiamo anche tralasciare gli altri personaggi, forse un po' più gradevoli, che non sono in realtà i colpevoli della bestemmia nota come "One Piece".
Analizziamo la trama. La storia comincia con il primo impatto del protagonista Rubber con il mondo piratesco e con la sua idea e poi ragione di vita: diventare un pirata per viaggiare e vivere mille avventure. Naturalmente il tutto è coronato dall'innesto nella trama dei nuovi compagni della ciurma di Rubber cappello di paglia, da nuovi poteri classici in uno shounen e da nuovi nemici sempre più potenti. Idea di base fantasiosa e molto interessante. Mano a mano però il tutto perde un filo conduttore: i cosiddetti pirati di Rubber, già atipici perché non sono mostri sanguinari o comunque persone non proprio buone e solidali, perdono di vista il primo obiettivo: trovare un favoloso tesoro lasciato dal re dei pirati. Così cominciano a viaggiare senza meta e a interagire con persone che poi loro ovviamente aiuteranno non si sa bene per quale motivo. Anche i luoghi sempre più esotici e malriusciti sono accoppiati nel misero tentativo, già nella prima parte dell'anime, di suscitare nello spettatore un po" di attenzione.
In questo shonen tra l'altro, altro problema è il famoso power up. Soprattutto per quanto riguarda il capitano Rubber. Questo, come se niente fosse, si inventa power up una saga dietro l'altra, senza il benché minimo arredamento. Non possiamo poi rimanere quieti ogni volta che si fanno sentire i fervidi e alquanto irritanti tipi di risata dei protagonisti tipo "Ishishishishishi".
In definitiva posso dire che l'idea di base non è male, i personaggi, sebbene dotati di un buon design, non vengono sviluppati interiormente ma gli si cuciono addosso frasi fatte e personalità superficiali, condite qua e là da pianti a dirotto senza senso. In più, soprattutto il mondo che fa da sfondo, sembra uscito da una cattiva avventura con funghi allucinogeni condita con il concetto che il molto è bello. In realtà però l'anime mi pare tronfio, ripetitivo, scontatissimo e soprattutto caratterizzato dal 'troppo stroppia'.
Ma analizziamo con cura ogni personaggio e ogni aspetto per denotarne la demenza.
Iniziamo con una specie di renna-gremlin antropomorfa provvista di zoccoli che si fa chiamare Chopper. E' la prima volta che vedo unire a pirati già mentalmente ritardati e un poco effeminati un personaggio privo di qualsiasi intelligenza o carisma. Fin qui non ci sarebbe nessuno che potrebbe smentirmi, ma, come se non bastasse, il "grande maestro" Oda ha reso possibile che un pericolo pubblico del genere facesse il dottore della ciurma. Chissà che operazioni chirurgiche avrà messo in atto con quegli zoccoli fatati! Torna a tirare la slitta di Babbo Natale, renna mocciosa!
Zoro. Con solo una serie di rumori onomatopeici come slang, snikt o sbring potremmo riassumere Zoro. Il personaggio, giusto un poco fissato con le armi, non le usa solo con le mani ma anche con la bocca, dimostrando un perfetto collo muscoloso da toro. Inutile poi sottolineare la sua inadeguatezza in ogni dialogo.
Nami. E' forse uno dei meno odiosi componenti della nave. Sì, se non fosse che dal nulla le sono stati affibbiati poteri stile Thor che le permettano di controllare il tempo... mah!
Usop. L'uomo più insulso della ciurma, che, oltre a non avere nessun potere, riesce solo a sparare sassi con una fionda che nel corso della storia diventa sempre più grande ma misera. Inoltre anche nei dialoghi è simpatico come un pugno nelle gengive e non presenta un benché minimo pregio. Particolare importante dell'insulsa vita di questo protagonista che continua a perpetrare le sue vicissitudini dalle prime puntate lo possiamo trovare nella disperata, ma in realtà quasi comica reazione alla morte della Going Merry. Questa non è nemmeno una persona ma una fragile barca, peraltro rubata, che nel corso delle avventure della ciurma resiste ad ogni avversità perché semplicemente è amata dai protagonisti.
Possiamo anche tralasciare gli altri personaggi, forse un po' più gradevoli, che non sono in realtà i colpevoli della bestemmia nota come "One Piece".
Analizziamo la trama. La storia comincia con il primo impatto del protagonista Rubber con il mondo piratesco e con la sua idea e poi ragione di vita: diventare un pirata per viaggiare e vivere mille avventure. Naturalmente il tutto è coronato dall'innesto nella trama dei nuovi compagni della ciurma di Rubber cappello di paglia, da nuovi poteri classici in uno shounen e da nuovi nemici sempre più potenti. Idea di base fantasiosa e molto interessante. Mano a mano però il tutto perde un filo conduttore: i cosiddetti pirati di Rubber, già atipici perché non sono mostri sanguinari o comunque persone non proprio buone e solidali, perdono di vista il primo obiettivo: trovare un favoloso tesoro lasciato dal re dei pirati. Così cominciano a viaggiare senza meta e a interagire con persone che poi loro ovviamente aiuteranno non si sa bene per quale motivo. Anche i luoghi sempre più esotici e malriusciti sono accoppiati nel misero tentativo, già nella prima parte dell'anime, di suscitare nello spettatore un po" di attenzione.
In questo shonen tra l'altro, altro problema è il famoso power up. Soprattutto per quanto riguarda il capitano Rubber. Questo, come se niente fosse, si inventa power up una saga dietro l'altra, senza il benché minimo arredamento. Non possiamo poi rimanere quieti ogni volta che si fanno sentire i fervidi e alquanto irritanti tipi di risata dei protagonisti tipo "Ishishishishishi".
In definitiva posso dire che l'idea di base non è male, i personaggi, sebbene dotati di un buon design, non vengono sviluppati interiormente ma gli si cuciono addosso frasi fatte e personalità superficiali, condite qua e là da pianti a dirotto senza senso. In più, soprattutto il mondo che fa da sfondo, sembra uscito da una cattiva avventura con funghi allucinogeni condita con il concetto che il molto è bello. In realtà però l'anime mi pare tronfio, ripetitivo, scontatissimo e soprattutto caratterizzato dal 'troppo stroppia'.