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Attenzione: la recensione contiene spoiler

Ammetto che la visione di questo anime mi ha diviso interiormente. Se da una parte l'ho trovato un prodotto pregevole, dall'altra ritengo che lo svolgimento sia eccessivamente scontato. Mi è parso, onestamente, che di tutta la carne messa al fuoco non rimanga molto alla fine.
Seppure i personaggi siano insoliti e abbiano alle spalle delle storie molto interessanti da raccontare, tutto è particolarmente statico. Dopo un inizio coinvolgente, la storia si perde dietro ai soliti giochi di coppia; intrecci amorosi eccessivi e scontati. Tutti gli elementi diversi che erano introdotti, e che lasciavano ben sperare in un solido sviluppo, vengono invece lasciati sbiadire, fino a morire del tutto. Pian piano si raggiunge l'amara consapevolezza che nulla di quanto ci si aspettava si materializzerà. Onestamente, non ho ben compreso perché la storia si sia incamminata su questo sentiero, tralasciando particolari importanti e anche delicati.

Il racconto è ambientato in un periodo non ben precisato (sembrerebbe potersi collocare a cavallo tra gli anni '50 e '60). Trapela, comunque, l'estrema particolarità del momento storico. Un periodo in cui comincia ad affermarsi una vera apertura nei confronti del mondo occidentale da parte della chiusa società giapponese. Influenze in tema di moda, musica, religione. Iniziano a intravedersi le prime coraggiose coppie miste, guardate con sfavore dai molti conservatori del tempo. E' la musica jazz a fare da sfondo e da collante in questa storia incentrata sul senso dell'amicizia e sui primi amori. Evidente anche la componente religiosa che, in particolare, interessa il personaggio di Sentaro.
Tuttavia, nonostante queste rilevanti peculiarità, tutto è marginalizzato. Contrariamente alle aspettative, nulla viene affrontato in modo profondo e analitico come, invece, sarebbe stato doveroso fare. Da un certo punto in poi, il racconto si sviluppa in un modo poco comprensibile, focalizzandosi quasi esclusivamente sugli intrecci amorosi tra i vari personaggi che popolano la storia, continui, destabilizzanti, molti dei quali solo fugaci. La stessa musica, che avrebbe dovuto essere un elemento fondamentale, viene accantonata. Nuovamente, ci troviamo dinanzi a una storia che avrebbe avuto le potenzialità per essere un capolavoro, ma nessuna scelta è stata effettuata con la giusta dose di coraggio. Lentamente si lascia andare il timone di questa enorme e meravigliosa nave da crociera che prende il largo senza più una precisa meta.

Il finale poi è davvero spiazzante. I protagonsiti si dividono, ognuno va per la propria strada, individualmente. Di Sentaro, in particolare, nessuno sa più nulla per ben otto anni. Solo alla fine si scoprirà qual è la strada che lo stesso ha deciso di intraprendere. Una scelta importante e profonda quella di Sentaro, alla quale, tuttavia, non è stata data la giusta considerazione. Lo spettatore è posto di fronte a un dato di fatto senza essere stato condotto a tale epilogo da un precedente e analitico percorso narrativo. Non volendo entrare nel dettaglio, seppure vi era stato qualche velato accenno nel corso della storia, che faceva presagire il futuro di questo ragazzo, si tratta comunque di un mero accenno e nulla di più. Il che è davvero inspiegabile.
Una storia fumosa che alterna momenti di originalità e innovazione a momenti insipidi e scontati. Una storia raccontata in un modo che io non ho apprezzato fino in fondo.