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6.0/10
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Ed eccoci qua a recensire uno di quei tanti anime che escono e quasi sembra che la gente lo eviti come la peste e dunque il loro tasso di ascolto è davvero minimo. Tuttavia nel caso in questione, ovvero quello di Gingistune (volpe argentata), anime della stagione autunnale 2013 composto da 12 episodi e tratto dall'omonimo manga, non dico che mi sia pentito di averlo visto dato che come potete vedere ho comunque dato una sufficienza, ma mi sarei aspettato decisamente di più dalla trama e dalle prime puntate che poi mano a mano sono andate con lo sciuparsi e a rendere la visione molte volte assai noiosa, ma andiamo con ordine.

La trama è molto semplice e abbastanza classica. La protagonista è Makoto, una ragazza che in tenerà età perse la madre per colpa di una malattia. Tuttavia questa bambina prese in eredità dalla madre la capacità di vedere la divinità locale, ovvero Gintaro, una volpe che accudirà e in parte crescerà questa giovine fanciulla che inoltre abita insieme al padre nel santuario dedicato proprio a questa divinità e le vicende che vedremo in questa serie si ambienteranno in gran parte o in questo tempio oppure nella scuola superiore che Makoto inizierà a frequentare.

Devo dire che i personaggi non sono caratterizzati in modo netto e questa è la prima grande pecca di questa serie. Makoto sarà la ragazzina vivace e quasi sempre allegra già vista e rivista in altre serie e che ogni tanto piangerà davanti alle solite difficoltà che la sua età adolescenziale le pone. Anche Gintaro rappresenta una figura non nuova, ovvero quella del dio che a primo impatto può sembrare burbero e a tratti un po' egoista ma che in realtà è sempre pronto ad aiutare Makoto e a dargli saggi consigli, sopratutto se questa gli porta della arance di cui è ghiotto. Poi se vogliamo citare un altro personaggio possiamo prendere in considerazione in padre di Makoto che come la figlia è sempre sorridente e spensierato che non fa altro che prendersi cura del suo tempietto dalla mattina alla sera.

La storia in se non ha tantissimo da offrire almeno che non sia il primissimo anime che vi capita davanti agli occhi perché infatti tutto ciò che vedremo all'inizio sarà Makoto che si farà delle amiche nella sua scuola e tutte le solite cose della sua età che in parte vi ho detto anche prima. Fortunatamente la storia si "sveglia" quando un ragazzo, Kamio, arriverà al tempio con il suo dio personale, Haru, e li succederanno una serie di cose che caratterizzeranno la seconda parte dell'opera e che un po' salvano la serie perché ti spingono a mandarla avanti fino alla fine, ma che comunque non alzano di molto lo standard che si era presentato all'inizio.

La opening e l'ending non sono chissà quale armonia che ti rimane in testa e inoltre i disegni lasciano un po' a desiderare. Possiamo dire che questi sono poco poco al di sotto della media anche perché come potete vedere dalla Gallery qui presente i dettagli quasi non esistono, le ambientazioni sono davvero poche e se proprio possiamo salvare qualcosa sono disegni delle divinità antropomorfe che rispecchiano lo stile del manga da cui è tratta l'opera.

IL finale è abbastanza nella norma, dunque non aspettatevi chissà quali colpi di scena che vi facciano sobbalzare dalla sedia, anzi, sarà anche piuttosto prevedibile, ma non possiamo dire certo che sia inappropriato.

Per concludere, posso dire che Gingitsune è quell'anime che magari consiglierei a un ragazzino che vuole conoscere alcuni degli aspetti del Giappone in particolare legati al culto religioso e alle credenze popolari, il tutto contornato da una piccola storia che purtroppo cade nella banalità , tuttavia c'è da precisare che la serie non si dimostrerà mai "brutta" nel vero senso della parola e penso che 6 come voto vada abbastanza bene.