Recensione
Amnesia
3.0/10
"Amnesia" è un anime tratto da un otome game, realizzato proprio con lo scopo di spiegare le conseguenze della prima scelta che si fa, ossia, con quale dei ragazzi proposti fidanzarsi.
A prescindere dal gioco, però, Amnesia propone spunti interessanti.
La protagonista, di cui non si conosce il nome, perde la memoria dopo essersi scontrata con uno spirito di nome Orion. Per recuperare i ricordi, quest'ultimo le propone di viaggiare attraverso varie dimensioni, promettendole di essere sempre al suo fianco. Dopo due episodi sparisce e ricompare ogni tanto per controllare che la nostra eroina sia viva. Mai fidarsi delle promesse degli spiriti inter-dimensionali.
La nostra eroina si trova così a dover ricominciare la sua ricerca ogni volta che risolve il mistero del mondo in cui si trova.
Come ho già detto, esistevano spunti interessanti: si poteva approfondire il legame tra memoria e personalità. La protagonista, in effetti, sembra una bambola: accetta passivamente qualunque cosa le succeda. Questo aspetto, da molti criticato aspramente, può spiegarsi semplicemente leggendo il titolo. I ricordi sono proprio ciò che ci rende noi stessi, senza non esistiamo. Questo aspetto, però, è stato sottovalutato.
L'assenza di un finale (o meglio, la scelta di non farlo vedere allo spettatore) è piuttosto logica, se ci si ricorda che è un anime tratto da un gioco.
La protagonista non ha un nome perché il nome lo sceglie il giocatore.
Ora, però, passiamo ai punti dolenti.
I personaggi, oltre alla protagonista, sono quattro ragazzi (più uno, come al supermercato), ognuno con un proprio colore e un proprio seme delle carte. Per fortuna, visto che, altrimenti, non sarei riuscita a distinguerli. Ognuno di loro è la personificazione di uno stereotipo e sono, indovina un po', uno più bello dell'altro. Stiamo parlando di un reverse-harem, che cosa vi aspettavate?
Oltre alla straordinaria caratterizzazione dei personaggi, ci sono i vestiti. Non è difficile trovare qualcuno vestito in maniera eccentrica in un anime. Ebbene, quei vestiti non sono eccentrici, sono proprio esagerati e a, mio parere, brutti, ma ciò che mi ha scioccato di più è stato che non si tratta di uno o pochi personaggi isolati: non ne esiste uno vestito normale. E tutti portano il proprio seme cucito addosso.
I disegni, però, sono carini. Gli occhi, disegnati dividendo le iridi in tre parti e colorandole di tre colori differenti (a volte scelti a caso), sono interessanti e innovativi. I fisici sono abbastanza proporzionati.
La colonna sonora non mi è piaciuta particolarmente.
Un voto per "Amnesia"?
Propone un tema complicato, ma non lo evolve quanto speravo. Invece di innumerevoli spunti di riflessione che si potevano approfondire, si passano dodici puntate a guardare la protagonista amoreggiare (più o meno) con un ragazzo o con un altro. Secondo me, questo è peggio che creare un lavoro dai temi modesti, ma spiegati con cura.
D'altro canto, creare la versione animata di un gioco è sempre difficile e i risultati sono spesso deludenti. Sotto questa luce, le scelte dei produttori, non potendosi scostare dall'otome game più di tanto, mi sembrano quasi obbligate.
In partenza volevo assegnare il voto più basso possibile, ma, dopo questa riflessione, ho optato per un 3.
A prescindere dal gioco, però, Amnesia propone spunti interessanti.
La protagonista, di cui non si conosce il nome, perde la memoria dopo essersi scontrata con uno spirito di nome Orion. Per recuperare i ricordi, quest'ultimo le propone di viaggiare attraverso varie dimensioni, promettendole di essere sempre al suo fianco. Dopo due episodi sparisce e ricompare ogni tanto per controllare che la nostra eroina sia viva. Mai fidarsi delle promesse degli spiriti inter-dimensionali.
La nostra eroina si trova così a dover ricominciare la sua ricerca ogni volta che risolve il mistero del mondo in cui si trova.
Come ho già detto, esistevano spunti interessanti: si poteva approfondire il legame tra memoria e personalità. La protagonista, in effetti, sembra una bambola: accetta passivamente qualunque cosa le succeda. Questo aspetto, da molti criticato aspramente, può spiegarsi semplicemente leggendo il titolo. I ricordi sono proprio ciò che ci rende noi stessi, senza non esistiamo. Questo aspetto, però, è stato sottovalutato.
L'assenza di un finale (o meglio, la scelta di non farlo vedere allo spettatore) è piuttosto logica, se ci si ricorda che è un anime tratto da un gioco.
La protagonista non ha un nome perché il nome lo sceglie il giocatore.
Ora, però, passiamo ai punti dolenti.
I personaggi, oltre alla protagonista, sono quattro ragazzi (più uno, come al supermercato), ognuno con un proprio colore e un proprio seme delle carte. Per fortuna, visto che, altrimenti, non sarei riuscita a distinguerli. Ognuno di loro è la personificazione di uno stereotipo e sono, indovina un po', uno più bello dell'altro. Stiamo parlando di un reverse-harem, che cosa vi aspettavate?
Oltre alla straordinaria caratterizzazione dei personaggi, ci sono i vestiti. Non è difficile trovare qualcuno vestito in maniera eccentrica in un anime. Ebbene, quei vestiti non sono eccentrici, sono proprio esagerati e a, mio parere, brutti, ma ciò che mi ha scioccato di più è stato che non si tratta di uno o pochi personaggi isolati: non ne esiste uno vestito normale. E tutti portano il proprio seme cucito addosso.
I disegni, però, sono carini. Gli occhi, disegnati dividendo le iridi in tre parti e colorandole di tre colori differenti (a volte scelti a caso), sono interessanti e innovativi. I fisici sono abbastanza proporzionati.
La colonna sonora non mi è piaciuta particolarmente.
Un voto per "Amnesia"?
Propone un tema complicato, ma non lo evolve quanto speravo. Invece di innumerevoli spunti di riflessione che si potevano approfondire, si passano dodici puntate a guardare la protagonista amoreggiare (più o meno) con un ragazzo o con un altro. Secondo me, questo è peggio che creare un lavoro dai temi modesti, ma spiegati con cura.
D'altro canto, creare la versione animata di un gioco è sempre difficile e i risultati sono spesso deludenti. Sotto questa luce, le scelte dei produttori, non potendosi scostare dall'otome game più di tanto, mi sembrano quasi obbligate.
In partenza volevo assegnare il voto più basso possibile, ma, dopo questa riflessione, ho optato per un 3.