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Akame ga kiru è un anime violento, nei combattimenti e nei sentimenti, che di rado concede momenti per tirare il fiato.
L'ambientazione ci immerge in un tardo medioevo dalle scenografie tipicamente europee. La capitale, simbolo della centralità del potere corrotto, è l'unico luogo di un certo rilievo, ma non è il principale sfondo dell'anime. Ci troviamo ad accompagnare i protagonisti nelle loro missioni di giorno e di notte, tra le vie cittadine e tra la fitta vegetazione di grandi foreste; all'interno di edifici e in campi aperti dove spesso la potenza dei combattimenti è libera di esprimersi senza costrizioni. Una varietà d'ambientazione che non annoia e che rende lo spettatore un soggetto itinerante, un complice di viaggio sempre guardingo. I disegni sono di ottima fattura e l'alternanza del tratto sa ben ritagliare siparietti spassosi in un contenuto particolarmente sanguinolento senza che questi risultino fuori luogo.
La musica non è stata composta per essere una protagonista della storia. Non esiste alcun leitmotive ma porta con sé un suono speziato dal sapore più arabo che giapponese. Sempre adeguata alle situazioni, sa esaltare egregiamente tutti gli attimi clou degli episodi, senza però mai disturbare l'attenzione dello spettatore, sia quando si sviluppa poderosa con orchestra e cori nelle battaglie sia quando discorre delicatamente in un piano solo per sottolineare i momenti più intimi. Impossibile però non rimanere rapiti dall'opening delle prime puntate. Un pezzo degno di essere ascoltato singolarmente e ripetutamente anche con l'autoradio o con lo stereo di casa.
Di genere "Combattimento", Akame ga Kiru lancia per assurdo un forte messaggio pacifista - ebbene sì! - che inequivocabilmente illustra allo spettatore quanto la lotta, la guerra, per qualunque fine sia attuata, per il fatto stesso che sia guerra, è sempre una sconfitta. Sebbene infatti l'anime illustri i ribelli quali portatori di libertà, lascia che essi stessi si definiscano spregiativamente assassini. E' un messaggio che viene ripetuto continuamente. Anche se è per far trionfare il bene, una uccisione rimane comunque un atto riprovevole. Inizialmente i nemici appaiono come elementi da distruggere senza pietà, mostri informi e nemici spietati, ma, man mano che l'anime si sviluppa, le personalità di alcuni "cattivi" fanno emergere un lato umano che, nonostante tutto, ci lega anche a loro impedendoci così di gioire della loro morte. I combattimenti sono spettacolari e coinvolgenti, pieni di passione, ma il finale è amaro, qualunque sia il caduto… eroe o antieroe. Si partecipa così al dolore in un caso e nell'altro finendo per rimanere perennemente frustrati di fronte a tanta violenza che fino all'ultimissimo minuto miete vittime anche eccellenti alle quali ci eravamo affezionati.
Non mancano comunque nell'anime diversi momenti divertenti e qualche velato ammiccamento all'erotismo, due spezie che i maestri giapponesi sanno ben dosare nei loro prodotti rendendo il piatto più gustoso e mai insipido.
Ritengo quindi che Akame ga kiru sia uno dei migliori anime che io abbia visto fino ad ora. Non gli lascio un 10 perché forse avrei preferito un finale differente, ma non posso dare un voto all'opera inferiore al 9 per la voglia che mi ha lasciato di volerlo rivedere più volte.