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"Soul Eater Not!" è una serie composta da dodici episodi, basata sulla serie manga omonima. Ovviamente, il tutto è uno spin-off della serie madre "Soul Eater", famosissima e molto apprezzata sia in patria che qui da noi in Italia. A livello temporale la serie si conclude probabilmente qualche settimana prima dell'inizio della serie regolare, ovvero quando Cadav... ehm, Sid era appena morto (e risorto), Soul e Maka erano vicini al raccoglimento della novantanovesima anima e Medusa iniziava ad entrare in scena. Le protagoniste della serie sono tre nuove studentesse della DWMA: la timida e impacciata Tsugumi, la smemorata e formosa Meme e la principessa super classy Anastasia, o semplicemente Anya. Le tre stringeranno velocemente amicizia e condivideranno la camera nel dormitorio della scuola, dove incontreranno anche le loro nuove compagne di corso, Kim e Jaqueline, e altri personaggi nuovi. Nel corso della serie si vedono numerosi camei, quali Maka e Soul, Black Star, Death The Kid, le Thompson e il dottor Stein nella veste di medico, invece che di professore.

L'idea di partenza della serie secondo me è molto buona: mostrare la vita quotidiana degli studenti della DWMA e raccontarci qualcosa in più su di loro; però, purtroppo, alla fine la serie tende a perdere un pochino senso perché si butta troppo sull'humor, con puntate molto slice of life, e c'è un eccesso di fanservice. Se dovessi definire la serie direi che è un lavoro senza infamia e senza lode, perché, anche se non mi ha fatto decisamente impazzire, è stato però carino spendere qualche ora ridendo un po' e scoprendo qualche dettaglio in più su Kim e la sua lanterna magica/partner Jaquie, sulle sorelle Thompson e su come è morto Cadav... ehm, Sid.
Il personaggio di Anya è secondo me quello meglio riuscito fra i tre, perché appare molto reale nel suo essere snob, ma anche interessata al mondo delle 'persone comuni', come le chiama lei. Tsugumi non mi è particolarmente piaciuta, perché incapace di fare una scelta definitiva fino alla fine e perché è un personaggio abbastanza classico (ragazzina piena di paure che piano piano cerca di uscire dal guscio, complessata perché si ritrova insieme a due tipe che ai suoi occhi sembrano straordinarie; alla fine è tutto merito suo se la situazione non precipita...). Il personaggio di Meme invece mi ha annoiata da morire, ma comunque era indispensabile alla serie, quindi non posso non parlarne. Lei è un po' il tipico personaggio sbadato, strambo e sottovalutato a causa della scarsa intelligenza e memoria che dimostra (anche se poi redimerà sé stessa).

Niente di speciale nemmeno l'animazione: a partire dai combattimenti quasi del tutto nulli, passando per la vita quotidiana delle ragazze, fino ad arrivare alle trasformazioni, non c'è niente di particolarmente appetibile per gli amanti dell'animazione ad alti livelli.
E, come dicevo all'inizio, c'è un po' troppo fanservice che, oltre a rivelarsi un po' inappropriato in alcuni momenti, diventata eccessivo perché stiamo parlando di ragazzine di quattordici anni che non si ricordano nemmeno come si chiamano, a momenti. Ho apprezzato però la svolta omosessuale di Jacquie, e mi sono detta: "Ah, ecco perché lei non se la fa con Harvar o con quel figo di Kirikou nel manga". Adesso si spiega tutto!

Ad ogni modo, devo dire che tutto sommato è piacevole spendere queste quattro ore a guardare la serie, perché non è impegnativa e mi è piaciuto molto rivedere i personaggi della serie madre. Tutto sommato darei alla serie un 7, giusto per non dare proprio la sufficienza, ma la consiglio solo a chi è già appassionato di "Soul Eater", così come del manga stesso. Buona visione!