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"Ushinawareta Mirai o Motomete" è un anime dello Studio Feel tratta dall'omonima visual novel del 2014, composto da dodici episodi.

Nell'istituto Uchihama la vita va avanti tranquilla, mentre il club di astronomia inizia a pensare cosa poter fare per il festival scolastico. All'improvviso, una scossa, come fosse un terremoto, scuote tutti; i membri del club, tra cui il protagonista Sou Akiyama, vanno a vedere cosa sia successo al piano superiore e qui trovano una ragazza svenuta senza vestiti, Yui Furukawa. La ragazza, spaesata ed evidentemente in stato confusionale, sembra però conoscere Suo. Da qua gli ingranaggi della ruota del destino iniziano a muoversi, nuovamente.

Questo anime si può dividere in due parti: la prima metà è più di genere slice of life, ed è parte fondamentale, anche se lunghetta, per comprendere e farsi coinvolgere dagli eventi della seconda metà, più di tipo drammatico/sci-fi. Gli argomenti trattati sono abbastanza originali e ho trovato l'intero svolgimento, con viaggi nel tempo e paradossi, molto ispirato e interessante. La vicenda non ha il classico finale buonista che ci si potrebbe aspettare e, anzi, dà modo di pensare ad alcune implicazioni che i viaggi nel tempo potrebbero avere e che spesso non sono evidenziate in altre opere.
Se il personaggio di Suo Akiyama non è certo nulla di eccezionale (anche se in alcuni punti evidenzia alcuni lati ombrosi interessanti), ho apprezzato molto sia la dolce Kaori Sasaki sia in particolare Yui Furukawa, la povera ragazza che in qualche modo cerca di cambiare con le sue sole forze il destino triste che sembra aver intrappolato i protagonisti, senza possibilità di rimedio; alla fine la sua triste storia, la sua devozione e il suo destino sono qualcosa che difficilmente può non rimanere impresso.

Ciò che abbassa il voto all'anime purtroppo è il suo comparto tecnico, cosa che sicuramente lo ha penalizzato anche agli occhi di molti; le cose migliorano comunque dopo i primi due-tre episodi, anche se c'è sempre qualche errorino di troppo fino quasi alla fine. Un peccato, perché questa serie poteva essere un piccolo gioiello. La OST è buona ma nulla di speciale, anche se la sigla iniziale la considero una delle mie preferite in assoluto, davvero bella e orecchiabile.

In generale, quindi, una serie che merita sicuramente di essere vista, in cui non bisogna fermarsi alle apparenze dei primi episodi, ma proseguire, con una parte finale che sicuramente darà da pensare e riflettere.