Recensione
Concrete Revolutio
6.0/10
Nel 1986 Alan Moore pubblica il primo numero di "Watchmen", il fumetto che indaga e decostruisce la figura del supereroe, non più impeccabile modello di giustizia, ma uomo comune, fragile e problematico, ridimensionando l'impatto e l'importanza dell'eroe nei confronti della società, attraverso il celebre interrogativo "Chi sorveglia i sorveglianti?".
L'ultimo lavoro dello Studio Bones, "Concrete Revolutio: Superhuman Phantasmagoria" , è fortemente ispirato dalle idee del capolavoro di Moore,e lo si percepisce fin dal primo episodio.
Shou Aikawa, lo sceneggiatore, crea un mondo complesso, in cui convivono allo stesso tempo alieni e robot, kaiju e yokai, streghe e demoni, normali umani e figure che umane non sono più, i superumani. Sono questi ultimi ad avere uno spazio preponderante nell'opera, che narra le vicende dell' organizzazione segreta Chōjinka, di cui fa parte il protagonista Jiro Hitoyoshi, che mira ad assicurare loro protezione e anonimato.
Viene quindi rappresentato un caleidoscopio di figure differenti, non buone e cattive, ma ambigue, che risentono di varie ispirazioni: dai racconti di fantascienza (si pensi ai robot o al personaggio di Jaguar) ai miti della tradizione (i fantasmi e gli yokai) fino ad arrivare ai tokusatsu e ai fumetti americani (l'idea di fondo è di "Watchmen", ma il personaggio di Claude echeggia a "V per vendetta"). Il tema fondamentale che viene esplorato è l'idea di giustizia,se esista veramente e se essa sia assoluta o relativa,ed ogni episodio ruota attorno ad un differente aspetto di essa.
L'ambientazione e il concept ambizioso sono i punti più forti dell'opera, che sfortunatamente vacilla nella sua impostazione narrativa.
L'anime si svolge infatti su 2 piani temporali, presentando le vicende di un Jiro ancora ingenuo nell'anno 42-43, e il medesimo protagonista, in fuga dall'autorità e ormai disilluso, nell'anno 48. Ma i soli 13 episodi episodi non danno luogo a 2 narrazioni distinte, ma intrecciate in forma episodica; ognuno di essi - fatti salvi gli episodi finali - serve ad approfondire un particolare superuomo e la sua idea di giustizia, ma la cronologia generale degli eventi narrati è così vasta e densa da non permettere né una facile comprensione delle vicende né una valida caratterizzazione di tutto il cast,troppo numeroso per il tempo offerto e perlopiù,fatta salva qualche eccezione,composto da macchiette.
L'apparato tecnico è invece solido,con colori sgargianti e accesi e l'uso di vari effetti che ricordano le pagine di un fumetto americano.Da celebrare la presenza di Yutaka Nakamura come key animator che ci regala alcune delle sequenze più belle dell'anno.
In conclusione abbiamo un progetto ambizioso che non ha soddisfatto pienamente le aspettative, in attesa di una seconda stagione che, si spera, corregga qualche difetto del primo cour.
L'ultimo lavoro dello Studio Bones, "Concrete Revolutio: Superhuman Phantasmagoria" , è fortemente ispirato dalle idee del capolavoro di Moore,e lo si percepisce fin dal primo episodio.
Shou Aikawa, lo sceneggiatore, crea un mondo complesso, in cui convivono allo stesso tempo alieni e robot, kaiju e yokai, streghe e demoni, normali umani e figure che umane non sono più, i superumani. Sono questi ultimi ad avere uno spazio preponderante nell'opera, che narra le vicende dell' organizzazione segreta Chōjinka, di cui fa parte il protagonista Jiro Hitoyoshi, che mira ad assicurare loro protezione e anonimato.
Viene quindi rappresentato un caleidoscopio di figure differenti, non buone e cattive, ma ambigue, che risentono di varie ispirazioni: dai racconti di fantascienza (si pensi ai robot o al personaggio di Jaguar) ai miti della tradizione (i fantasmi e gli yokai) fino ad arrivare ai tokusatsu e ai fumetti americani (l'idea di fondo è di "Watchmen", ma il personaggio di Claude echeggia a "V per vendetta"). Il tema fondamentale che viene esplorato è l'idea di giustizia,se esista veramente e se essa sia assoluta o relativa,ed ogni episodio ruota attorno ad un differente aspetto di essa.
L'ambientazione e il concept ambizioso sono i punti più forti dell'opera, che sfortunatamente vacilla nella sua impostazione narrativa.
L'anime si svolge infatti su 2 piani temporali, presentando le vicende di un Jiro ancora ingenuo nell'anno 42-43, e il medesimo protagonista, in fuga dall'autorità e ormai disilluso, nell'anno 48. Ma i soli 13 episodi episodi non danno luogo a 2 narrazioni distinte, ma intrecciate in forma episodica; ognuno di essi - fatti salvi gli episodi finali - serve ad approfondire un particolare superuomo e la sua idea di giustizia, ma la cronologia generale degli eventi narrati è così vasta e densa da non permettere né una facile comprensione delle vicende né una valida caratterizzazione di tutto il cast,troppo numeroso per il tempo offerto e perlopiù,fatta salva qualche eccezione,composto da macchiette.
L'apparato tecnico è invece solido,con colori sgargianti e accesi e l'uso di vari effetti che ricordano le pagine di un fumetto americano.Da celebrare la presenza di Yutaka Nakamura come key animator che ci regala alcune delle sequenze più belle dell'anno.
In conclusione abbiamo un progetto ambizioso che non ha soddisfatto pienamente le aspettative, in attesa di una seconda stagione che, si spera, corregga qualche difetto del primo cour.