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E' con un grande rammarico che mi accingo a stroncare un anime con la parola "Tsukihime" nel suo nome. Parlare di "Shingetsutan Tsukihime" come mera operazione pubblicitaria inerente la famosa novel di Kiriko Nasu sarebbe quasi un complimento, data la scarsa qualità effettiva dell'opera, un adattamento talmente deludente da aver addirittura generato un meme quanto mai veritiero: There's no Tsukihime anime.

Il materiale presente nella novel di "Tsukihime" è impossibile da comprimere in una serie di soli dodici episodi e, se in più alla suddetta si aggiungono una scarsa competenza registica e una sceneggiatura confusionaria, che tira dentro a casaccio determinati frammenti delle varie route dell'opera originale, creando un caotico minestrone privo di mordente e pathos, il risultato non può che essere negativo. E, se a quanto detto si aggiungono le elevate aspettative di chi già conosceva la novel, la lama della ghigliottina che si erge maestosa sulla testa dell'opera si fa sempre più tagliente e pesante, soprattutto per quanto concerne la caratterizzazione dei personaggi, che in questo adattamento si rivelano dei manichini depressi piatti come tavole da stiro, del tutto privi del fascino e dei tormenti interiori delle loro controparti originarie.

Mancano tante cose, troppe cose, e i buchi narrativi che verrebbero naturalmente colmati dallo script della novel rimangono aperti, e di mezzo ci passa l'aria, dando origine a un metaforico, acutissimo fischio che sa tanto di fallimento artistico. Anche prendendo "Shingetsutan Tsukihime" come un prodotto a sé stante, alieno agli scritti di Kinoko Nasu - il quale tra l'altro è stato uno dei tanti a lamentarsi di esso -, il risultato non cambia; tuttavia, a sua discolpa, l'opera ha il merito di riprodurre le malinconiche atmosfere della visual novel, grazie a una colonna sonora splendida, assolutamente sprecata in un contesto del genere - ed è un vero peccato, siccome si tratta di una serie di composizioni di altissima qualità.

Peccato quindi che le gesta vampiresche e occulte di Shiki, Arcueid e soci siano finite per diventare una delle occasioni sprecate più memorabili dei primi anni duemila. Di certo, con molte più puntate e uno staff di prim'ordine, magari sotto la supervisione dell'autore originale, saremmo di fronte a un ottimo anime, forse un capolavoro. Chi lo sa. Fatto salvo ciò, curiosamente, dopo questo flop colossale, la Type-Moon nel 2006 si rivolse allo studio Deen per la trasposizione animata di "Fate/stay night", ottenendo un risultato nuovamente discutibile, anche se - a parer mio - superiore a quanto fatto in precedenza da J.C. Staff con il qui presente "Tsukihime". Ciò premesso, soltanto con l'arrivo della collaborazione di Type-Moon con Ufotable è stato possibile produrre un adattamento fedele a una sola route della rispettiva novel, senza alcun minestrone indigeribile mal sceneggiato formato da più route compresse a forza in un'unica storia. Sto parlando del "Fate/stay night: Unlimited Blade Works", che a quanto pare ha soddisfatto pienamente il fandom della visual novel "Fate/stay night". Pertanto, se è vero che sbagliando si impara, oggigiorno è ancora lecito sperare in un adattamento di "Tsukihime" firmato Ufotable, che molto probabilmente verrà incentivato dal futuro remake della visual novel al quale l'azienda di Nasu e Takeuchi sta attualmente lavorando. Pertanto, è lecito sperare in bene, gustandosi nel frattempo il vero "Tsukihime", con il suo mood anni novanta e i suoi personaggi dai mille segreti e dalle numerose sfaccettature, che si muovono in un contesto noir/sentimentale/soprannaturale decisamente cupo e figlio delle suggestioni che l'otakuzoku stava vivendo negli anni novanta. Pertanto, rimando il lettore interessato all'opera alla mia recensione della visual novel originale.