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Basta. Adesso basta, non se ne può più del Detective Conan. Arrivare al numero 64, quando il finale della storia sembra ancora lontano, è esagerato. Si vede che l'autore, Gosho Aoyama, un grandissimo, ovviamente, non ha ancora scelto il finale giusto, ma non si può continuare così.
La trama principale tratta di Shinici Kudo, un geniale diciassettenne che, un giorno, si ritrova per sbaglio ad origliare un discorso segretissimo tra due "Uomini in Nero", facenti parte di un'organizzazione (segreta, ovviamente). Questi due tizi si accorgono che Shinici aveva sentito il loro discorso e gli somministrano un potentissimo veleno, che, però, non ha l'effetto desiderato. Infatti Shinici ringiovanisce di dieci anni. Da questo momento in poi Shinici, che deciderà di chiamarsi Conan, andrà a vivere dalla sua migliore amica Ran, il cui padre è un detective. Dunque da questo momento in poi Conan aiuterà Kogoro a risolvere tutti i casi che lui non riuscirà a risolvere (e sono tanti). La trama principale dunque praticamente scompare per lasciare spazio a piccoli episodi autoconclusivi. Stupidissimi episodi autoconclusivi, aggiungerei. A parte qualche piccola parte molto interessante, i casi da risolvere sono noiosissimi, dato che si capisce il colpevole circa all'inizio della storia. Nell'80% dei casi appunto si capisce subito il colpevole. Nel 15% Conan viene illuminato magicamente sull'identità del colpevole, il 5% semplicemente non lo capisce. Insomma, qualcuno all'inizio si poteva anche accettare, ma arrivati al 64° volume ci si può solo tagliare le vene. Mi dispiace dare 5, ma è l'unico voto che si merita.