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E' particolarmente piacevole trovarsi davanti prodotti largamente pensati e documentati. Cesare è uno di questi prodotti, uno sguardo orientale verso la storia rinascimentale italiana; un grande artista che osserva dalla sua visuale straniera un periodo dell'Italia spesso ignaro persino a noi italiani (più per ignoranza che per altro... anche io sono uno di questi).

Cesare è una serie largamente predisposta e pensata dall'autrice, Fuyumi Souryu, già nota al grande pubblico per Mars. Si nota in particolare la grande ricercatezza storica dell'opera, frutto di un enorme lavoro di caratterizzazione e ricreazione da parte della stessa Souryu e in partnership con altri eminenti professori ed esperti di storia italiana (a fine di ogni volume è solitamente presente una lista di fonti bibliografiche che hanno permesso la ricerca da parte dell'autrice).

Cesare (che, superfluo dirlo, non è il Cesare condottiero romano) è difatti un manga storico ambientato nella Pisa di fine '400. Le vicende riguardano per l'appunto Cesare Borgia, fratello della famosa Lucrezia Borgia, discendente dell'omonima nobile famiglia spagnola.
L'incipit è quantomeno interessante, dato che l'autrice s'impegna a ricreare con fonti documentate il mondo che ruota intorno al giovane Cesare durante il periodo universitario a Pisa. Tuttavia Cesare non è un manga solo storico, in quanto buona parte del fumetto viene romanzata inserendo elementi di fantasia, come la presenza di Angelo da Canossa, il protagonista (e quasi catalizzatore, oserei dire, tra il lettore e la figura di Cesare).

Fuyumi Souryu riesce a districarsi in una matassa difficile da sbrogliare. E' sempre impegnativo riuscire a far combaciare finzione e realtà storica; se di primo acchito la figura di Angelo da Canossa sembra essere totalmente fuori luogo (è un fiorentino, di neanche elevata classe sociale e dal carattere timido e quasi incerto, che diventa amico di un nobile Borgia spagnolo con ben altre ambizioni) ben presto ci si accorge che non è su Angelo che la storia si concentra. Anzi, egli serve più che altro per un contrasto tra loro due: ci ritroviamo Cesare calcolatore, distaccato, a tratti anche malvagio, spesso opportunista e manovratore; e dall'altro lato un ragazzo ingenuo, proveniente dal volgo, che non sa nulla dei complotti tra i potenti. Uno appartiene al mondo, appunto, "dei potenti" e l'altro "al popolo".
Eppure entrambi possiedono curiosi punti di contatto. Angelo si dimostra più di una volta di essere un abile oratore, a suo modo addirittura sfrontato (senza accorgersene), insegna a Cesare la vita del popolo, nella sua ingenuità; Cesare invece protegge più di una volta Angelo, gli mostra letteralmente un mondo nuovo, quello dei nobili e, strano a dirsi, Cesare è anche molto ingenuo nel "mondo del popolo", quasi quanto Angelo lo è nel "mondo dei potenti".

Angelo e Cesare, dunque, sono i due specchi del popolo e della nobiltà. Non avrebbero punti di contatto, ma all'università di Pisa il mondo è racchiuso in quattro mura, proprio come una Europa in miniatura.
L'ambientazione è quantomai affascinante proprio per questo motivo: nel periodo storico dove i potenti di tutta Europa mandavano i figli a studiare proprio nella città della torre pendente, l'Europa intera si ritrova: ci sono i gruppi spagnoli, fiorentini, francesi, ecc. Tutti formati da rampolli Europei. Rivalità e alleanze si saldano facilmente quasi quanto si suggellano e si distruggono nelle vere e proprie nazioni europee.

L'autrice ha voluto poi arricchire l'opera di numerosi riferimenti, mischiando e romanzando personaggi del passato. Così ci troviamo addirittura un giovane Machiavelli a Pisa, che in questa finzione prende spunto proprio da Angelo un discorso chiave del suo "Il Principe". Oppure assistiamo all'apparizione di Leonardo da Vinci, intento a tirare indovinelli a un giovane Cesare. O addirittura Cristoforo Colombo, in procinto di partire per il suo viaggio verso Cipango e Katai... qui sappiamo tutti come è andata a finire.

Nel caso di Machiavelli e altri eminenti uomini del passato, l'impressione è quella di un po' di sano divertimento da parte dell'autrice di romanzare e presentare personaggi storici, ma mai approfondirli. Se a prima vista questa soluzione può essere catalogata come puro fanservice, il risultato è quantomeno suggestivo: la realizzazione storica è pienamente affascinante, lasciando passare alcune incongruenze e forzature forse volutamente inserite e forse no, si riesce a godere appieno un ottimo manga storico dal sapore di romanzo che prende per le atmosfere e la maniacale ricostruzione visiva degli ambienti del tempo.
Se dovessi azzardare un accostamento sull'amalgama storica e romanzata, allora direi che assomiglia molto a Il Nome della Rosa di Eco come pasta di finzione e realtà.

La presentazione degli edifici è di buona fattura, si nota la cura di ricerca nella rappresentazione grafica di ambienti, paesaggi e addirittura dipinti che non esistono più, mentre i disegni per i personaggi non sono propriamente eccezionali. Fuyumi Souryo ha uno stile da fumetti shoujo, non certamente da manga storico. E, come tutti gli artisti shoujo, ha (in questo caso) un enorme difetto: tende ad idealizzare gli uomini sul tratto, rendendo molto spesso i personaggi delicati anche nelle caratteristiche peggiori. Cesare, nei primi momenti, odora molto di personaggio perfetto sul comparto grafico, bellissimo e inarrivabile, viso angelico e quant'altro. E' vero che anche nella realtà si dice fosse un uomo affascinante sul piano fisico, ma sembra sia abbastanza esagerato nel fumetto.
In particolar modo un problema di Cesare sono le espressioni legnose (particolarmente di Angelo) e una certa rigidità di fondo sulle posture del corpo, spesso molto slanciato; tutto ciò su un manga che si presenta con certi sforzi storici e di ricerca stona abbastanza.

Tuttavia lo scoglio della grafica si può tranquillamente evitare: Cesare è un manga complesso, le ricerche di Souryuo e del suo staff sono presentate in maniera delicata e, nonostante alcune tematiche pesanti, tutto scorre in maniera delicata e intrigante.
La cosa che rimarrà dopo la lettura di Cesare non è certamente la smania di voler sapere cosa succederà dopo, ma una pura e semplice soddisfazione di essersi immersi per un po' di tempo in una Italia rinascimentale, affascinante e sconosciuta anche a molti di noi, discendenti di quel periodo. Una Italia vista da una orientale, che evidentemente la ama e la stima come si merita. Un buon prodotto, meritevole di essere letto, senza alcun dubbio.