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8.0/10
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In questo volume unico contenente sei storie brevi, la mangaka Rumiko Takahashi abbandona un po’ la ventata piuttosto ironica offerta in <b>Rumic Short</b> per offrire uno sguardo più intimistico, legato ai sentimenti e a quel pizzico di soprannaturale dettato dalle leggende nipponiche.
I soggetti sono tutti adulti, e sembra quasi che la Takahashi approfitti delle sue storie brevi per rivolgere l’attenzione su squarci della società nipponica che non è fatta solo di studenti liceali alle prese con esami o storie d’amore.

- Il lato più pungente ed al contempo tremendamente realistico lo si vede nella bellissima storia <i>“La Tragedia di P”</i> in cui il pinguino Pitt viene ospitato in condominio, per soddisfare una richiesta di un amico di famiglia. Com’è facile immaginare, il regolamento lo proibisce, e sorgono diverse situazioni al contempo imbarazzanti e divertenti che ruoteranno attorno allo strano animale domestico.
- In <i>“Mercante d’Amore”</i> ci viene mostrata la giovane Yukari alle prese con una sala per matrimoni ereditata sulla via del fallimento, l’onere dei dipendenti da pagare e un ultimo matrimonio da celebrare.
- <i>“La Casa dell’Immondizia”</i> ci svela il problema del muretto della famiglia Hirooka, scambiata da tutti per deposito immondizia. Quando poi compaiono souvenir esotici e si scopre che provengono dal superiore del signor Hirooka, sono guai per entrambe le famiglie.
- <i>“Dentro il Vaso”</i> offre una storia di mistero in cui, in un semplice vaso di fiori, aleggia l’ombra di un possibile omicidio in famiglia.
- In <i>“Cent’Anni d’Amore”</i> l’arzilla vecchietta Risa muore, resuscitando qualche attimo dopo con poteri extrasensoriali, poteri che Risa utilizzerà per avvicinarsi al giovane Takanezawa, così somigliante al suo primo amore di gioventù. Ma i ricordi si offuscano, e le cose non sono poi così romanzate come sembrano.
- <i>“Felicità Extra Large”</i> ci racconta delle incomprensioni tra Hanako e la suocera: un enorme e dispettoso spirito sembra infatti voler mettere a tutti i costi i bastoni fra le ruote ad Hanako, impedendole di acquistare una casa nuova.

I disegni sono curati e senza troppi fronzoli, mai così adatti a tratteggiare storie di questo tipo; il tratto della mangaka è già sicuro, rotondo e molto apprezzabile, poiché questa raccolta è stata elaborata quando l’autrice già aveva una più che solida esperienza nel campo.
L’edizione di Star Comics è alla pari di altri volumi unici della Takahashi, senza sovraccopertina, con carta bianca ma a ben vedere un po’ trasparente; infine il senso di lettura rimane invertito, ovvero all’occidentale.
Il formato del manga è più ampio di un tankobon standard, ma si presenta comunque maneggevole, con carta bianca impreziosita anche da tavole a colori. Come in Rumic Short, la copertina ritrae molti dei personaggi delle storie che si rincorrono dal fronte al retro del volume.

Consiglio questo volume unico a tutti perché davvero non vi trovo difetti: il contesto giapponese che fa da cornice a tutte le storie spazia ampiamente mescolando la quotidianità all’ironia e al soprannaturale, tingendo talvolta un velo di "assurdo" su una realtà mai banale né ripetitiva.
L’unico problema diventa, onestamente, il dover reperire anche il volume unico Rumic Short, poiché i due tomi sembrano quasi ipotetiche metà di un’unica opera; è molto evidente, infatti, il parallelismo tra i due. Rumic Theater si presta dunque benissimo a portare avanti il percorso iniziato in Rumic Short, e ne sembra quasi l’ideale compimento, come suggeriscono sia i protagonisti delle storie, sia la modalità scelta per illustrare la copertina.
Chi già apprezza la Takahashi non può certamente farselo scappare, ma la lettura è senz’altro obbligata anche per coloro che amano senza riguardi il Giappone e bramano, perché no, di sapere se la realtà nipponica è davvero così entusiasmante come sembra da fuori, o se invece si nasconde qualcosa dietro all’impenetrabile sorriso di una casalinga qualunque.