Recensione
Soul Eater
6.0/10
Non capisco perchè l'anime, nettamente inferiore in fatto di trama, abbia più recensioni positive della versione cartacea. In ogni caso, ho voglia di spezzare una lancia a favore di questo manga, di cui mi sono innamorata da un po' di tempo a questa parte, ma che sembra aver fatto breccia nei cuori dei più in modo assolutamente negativo!
Innanzitutto, la trama. Non vediamo niente di troppo nuovo: i ragazzini protagonisti, che si dividono in due categorie, "Shokunin" e "Buki" (nella traduzione italiana il primo termine viene sostituito) alunni in un'accademia fondata dallo Shinigami, il Dio della Morte in persona, sono istruiti al combattimento (ma non solo) e in ogni caso preparati per sconfiggere i "Kishin", pericolosi demoni che si cibano di anime umane.
Da questo filone principale, si dipanano le vicende di sette studenti frequentanti questa famosa scuola, chiamata "Shibusen" (in italia è "DWMA" o qualcosa del genere, sinceramente un cambiamento che non ho molto approvato...), Maka e Soul, BlackStar e Tsubaki e infine Death The Kid, figlio dello stesso Shinigami, con le sue due armi Liz e Patty. Fin qui nulla di diverso dalla serie animata, incluso un fastidiosissimo fanservice che l'autore poteva benissimo risparmiarsi.
A metà delle vicende, però, si ha un meraviglioso cambiamento: si introducono nuovi personaggi (che non cadono nel dimenticatoio) e se ne rincontrano di già conosciuti, che vengono approfonditi tanto da diventare anch'essi protagonisti e non più solo comparse. La storia si fa molto più seria (quasi tragica in alcuni punti) e assistiamo a qualche cambiamento psicologico; niente di eclatante: ricordiamoci che siamo sempre di fronte ad un fumetto per ragazzini...
Non mi dilungo più di tanto sulla storia, visto che è stata già trattata nelle precedenti recensioni, e parlo della realizzazione tecnica. I disegni, effettivamente, nei primi numeri della serie non sono affatto apprezzabili (diciamo pure orrendi), gli sfondi sono praticamente assenti nella maggior parte delle vignette, e non sono ancora riuscita a capire il motivo per cui, in alcuni disegni del primo capitolo, le dita dei personaggi sono quadrate...
Man mano che si va avanti comunque si ha un incredibile miglioramento da parte dell'autore, che effettua anche un leggero cambiamento di stile.
Fantastiche le ambientazioni... quando iniziano ad apparire.
Non so quale tipo di forza su questa terra mi abbia spinto a cominciare a leggere questo manga, mettendo in conto il fatto di trovarmi in tremende ristrettezze economiche, e che di solito mal sopporto gli shonen. So solo che ho personalmente fatto una buona scelta, e che spero che la serie continui anche se non troppo, visto che allungare il brodo non è mai una buona cosa (vedi Naruto) in Giappone quanto in Italia.
Nonostante ciò, non mi sento di consigliarlo, o almeno non a tutti. Se conoscete bene i vostri gusti, e preferite manga più maturi, non prendetelo, saranno soldi buttati via. Al limite, prima di comprarlo, leggete qualche capitolo su internet.
Se invece siete alla ricerca di storie semplici ma coinvolgenti, se non avete troppe pretese, se siete amanti delle armi come me, compratelo e non ve ne pentirete.
Innanzitutto, la trama. Non vediamo niente di troppo nuovo: i ragazzini protagonisti, che si dividono in due categorie, "Shokunin" e "Buki" (nella traduzione italiana il primo termine viene sostituito) alunni in un'accademia fondata dallo Shinigami, il Dio della Morte in persona, sono istruiti al combattimento (ma non solo) e in ogni caso preparati per sconfiggere i "Kishin", pericolosi demoni che si cibano di anime umane.
Da questo filone principale, si dipanano le vicende di sette studenti frequentanti questa famosa scuola, chiamata "Shibusen" (in italia è "DWMA" o qualcosa del genere, sinceramente un cambiamento che non ho molto approvato...), Maka e Soul, BlackStar e Tsubaki e infine Death The Kid, figlio dello stesso Shinigami, con le sue due armi Liz e Patty. Fin qui nulla di diverso dalla serie animata, incluso un fastidiosissimo fanservice che l'autore poteva benissimo risparmiarsi.
A metà delle vicende, però, si ha un meraviglioso cambiamento: si introducono nuovi personaggi (che non cadono nel dimenticatoio) e se ne rincontrano di già conosciuti, che vengono approfonditi tanto da diventare anch'essi protagonisti e non più solo comparse. La storia si fa molto più seria (quasi tragica in alcuni punti) e assistiamo a qualche cambiamento psicologico; niente di eclatante: ricordiamoci che siamo sempre di fronte ad un fumetto per ragazzini...
Non mi dilungo più di tanto sulla storia, visto che è stata già trattata nelle precedenti recensioni, e parlo della realizzazione tecnica. I disegni, effettivamente, nei primi numeri della serie non sono affatto apprezzabili (diciamo pure orrendi), gli sfondi sono praticamente assenti nella maggior parte delle vignette, e non sono ancora riuscita a capire il motivo per cui, in alcuni disegni del primo capitolo, le dita dei personaggi sono quadrate...
Man mano che si va avanti comunque si ha un incredibile miglioramento da parte dell'autore, che effettua anche un leggero cambiamento di stile.
Fantastiche le ambientazioni... quando iniziano ad apparire.
Non so quale tipo di forza su questa terra mi abbia spinto a cominciare a leggere questo manga, mettendo in conto il fatto di trovarmi in tremende ristrettezze economiche, e che di solito mal sopporto gli shonen. So solo che ho personalmente fatto una buona scelta, e che spero che la serie continui anche se non troppo, visto che allungare il brodo non è mai una buona cosa (vedi Naruto) in Giappone quanto in Italia.
Nonostante ciò, non mi sento di consigliarlo, o almeno non a tutti. Se conoscete bene i vostri gusti, e preferite manga più maturi, non prendetelo, saranno soldi buttati via. Al limite, prima di comprarlo, leggete qualche capitolo su internet.
Se invece siete alla ricerca di storie semplici ma coinvolgenti, se non avete troppe pretese, se siete amanti delle armi come me, compratelo e non ve ne pentirete.