Recensione
Needless
8.0/10
Needless è uno di quei manga che infondono adrenalina al lettore. Lo stile di disegno, soprattutto nelle scene di combattimento, risulta alquanto aggressivo: si notino i pugni, disegnati come se fossero stati ricavati dal legno a suon di colpi d’ascia, gli addominali dei maschi, letteralmente scolpiti tanto da sembrare finti, i visi deformati spesso in volti demoniaci, occhi bianchi e denti digrignati in sorrisi da fiera. Questo da al disegno un che di crudo, di selvaggio come se quest’ultimo passasse in secondo piano rispetto all’azione del personaggio. Per contro le ragazze sono rappresentate come lolite dal dolce aspetto o da donne provocanti dalle curve abbondanti (vestite il meno possibile).
Se lo stile di disegno è perfetto per rendere al meglio combattimenti violenti, spesso simili a vere e proprie risse da strada, anche la trama, lineare senza troppe (se non nessuna) sottotrame, concentra l’attenzione del lettore sulle innumerevoli battaglie di cui la storia è più che altro un pretesto.
Le varie lotte, oltre alla violenza includono anche notevole acume tattico, soprattutto nel personaggio di Yamada, spesso fondamentale nel comprendere il funzionamento del potere nemico altrimenti inspiegabile. I poteri inoltre, nonostante qualche banalità come power o telekinesis, sono spesso realizzati con grande ingegno e sagacia, soprattutto per le svariate applicazioni create dai possessori (cito il Bermuda Asport o la quarta Onda). Un tale livello di versatilità e strategia per un singolo potere l’ho potuto trovare solo nel miglior Hirohiko Araki nelle bizzarre avventure di Jojo.
Passiamo ai personaggi. Come già riportato, i protagonisti e gli antagonisti vestono in maniera a dir poco assurda, spesso con colletti giganti, cappotti o pellicce complicati ed accessori vistosi. L’esagerazione nel design dei personaggi è a mio avviso una compensazione della grama caratterizzazione data da Imai. È indubbio che a livello visivo i personaggi colpiscano parecchio, dato il look volutamente tamarro (e qui mi ritorna in mente Jojo, specie nei personaggi di Jotaro e Josuke, anche loro vestiti in maniera a dir poco inusuale e bizzarra.) e l’atteggiamento spaccone e mai troppo serio.
Come molti hanno fatto notare, forse i personaggi sono TROPPO poco seri per essere abitanti di un mondo devastato dalla guerra e più precisamente in una zona isolata, pericolosa e senza leggi come il Black Spot. Bisogna anche affermare che in un posto così solo i più tosti possono sopravvivere ed Adam, pur non essendo uno che prende le cose troppo sul serio, è sicuramente un tipo in grado di badare a se stesso.
Un altro dettaglio che si può notare è che i personaggi, per quanto superficialmente caratterizzati, incarnano perfettamente la mentalità post bellica: Gente di certo non nobile d’animo, preoccupata unicamente di sopravvivere ed approfittare delle situazioni. Tuttavia, proprio in questo clima si vengono a formare più facilmente alleanze il cui scopo è l’abbattimento di un nemico comune. Giudicare una mentalità per noi aliena come infantile è puro pregiudizio, dato che nessuno si è mai ritrovato in situazioni simili
L’aspetto più incisivo del manga sono sicuramente le gag comiche, a mio avviso geniali per realizzazione, ma a volte pessime in tempistica. Perché se è vero che l’umorismo di Needless è forse uno dei più divertenti nel panorama degli Shohen odierni, è altresì vero che spesso questo umorismo viene inserito nel bel mezzo di momenti seri o disperati, spezzando l’atmosfera e rendendo difficile prendere sul serio la storia.
Nonostante questi difetti Needless è un buon manga d’azione, e non un rifiuto come molti hanno sostenuto.
Se lo stile di disegno è perfetto per rendere al meglio combattimenti violenti, spesso simili a vere e proprie risse da strada, anche la trama, lineare senza troppe (se non nessuna) sottotrame, concentra l’attenzione del lettore sulle innumerevoli battaglie di cui la storia è più che altro un pretesto.
Le varie lotte, oltre alla violenza includono anche notevole acume tattico, soprattutto nel personaggio di Yamada, spesso fondamentale nel comprendere il funzionamento del potere nemico altrimenti inspiegabile. I poteri inoltre, nonostante qualche banalità come power o telekinesis, sono spesso realizzati con grande ingegno e sagacia, soprattutto per le svariate applicazioni create dai possessori (cito il Bermuda Asport o la quarta Onda). Un tale livello di versatilità e strategia per un singolo potere l’ho potuto trovare solo nel miglior Hirohiko Araki nelle bizzarre avventure di Jojo.
Passiamo ai personaggi. Come già riportato, i protagonisti e gli antagonisti vestono in maniera a dir poco assurda, spesso con colletti giganti, cappotti o pellicce complicati ed accessori vistosi. L’esagerazione nel design dei personaggi è a mio avviso una compensazione della grama caratterizzazione data da Imai. È indubbio che a livello visivo i personaggi colpiscano parecchio, dato il look volutamente tamarro (e qui mi ritorna in mente Jojo, specie nei personaggi di Jotaro e Josuke, anche loro vestiti in maniera a dir poco inusuale e bizzarra.) e l’atteggiamento spaccone e mai troppo serio.
Come molti hanno fatto notare, forse i personaggi sono TROPPO poco seri per essere abitanti di un mondo devastato dalla guerra e più precisamente in una zona isolata, pericolosa e senza leggi come il Black Spot. Bisogna anche affermare che in un posto così solo i più tosti possono sopravvivere ed Adam, pur non essendo uno che prende le cose troppo sul serio, è sicuramente un tipo in grado di badare a se stesso.
Un altro dettaglio che si può notare è che i personaggi, per quanto superficialmente caratterizzati, incarnano perfettamente la mentalità post bellica: Gente di certo non nobile d’animo, preoccupata unicamente di sopravvivere ed approfittare delle situazioni. Tuttavia, proprio in questo clima si vengono a formare più facilmente alleanze il cui scopo è l’abbattimento di un nemico comune. Giudicare una mentalità per noi aliena come infantile è puro pregiudizio, dato che nessuno si è mai ritrovato in situazioni simili
L’aspetto più incisivo del manga sono sicuramente le gag comiche, a mio avviso geniali per realizzazione, ma a volte pessime in tempistica. Perché se è vero che l’umorismo di Needless è forse uno dei più divertenti nel panorama degli Shohen odierni, è altresì vero che spesso questo umorismo viene inserito nel bel mezzo di momenti seri o disperati, spezzando l’atmosfera e rendendo difficile prendere sul serio la storia.
Nonostante questi difetti Needless è un buon manga d’azione, e non un rifiuto come molti hanno sostenuto.