Recensione
Bakuman.
7.0/10
Recensione di Lazy strike
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Bakuman non è il classico shounen, non vedrete mai personaggi tirare fuori mosse dai nomi strani e lunghe chilometri o qualsiasi genere di combattimento fisico. Infatti la storia si concentra su due ragazzi e sul loro sogno, quello di diventare dei mangaka affermati, condito da una classica narrazione “slice of life”.
Strada ardua e cosparsa di difficoltà: dalla necessità di affermare il proprio stile di disegno a quella di creare una trama convincente, capace di conquistare i gusti del pubblico e quindi riuscire a ritagliarsi una fetta di appassionati.
Il manga ha un disegno forse un po’ scarno rispetto al lavoro passato (Death Note), rimanendo pur piacevolissimo e pulito nelle varie pagine dei capitoli.
La trama unisce la commedia romantica con la vera e propria “guerra” che può avvenire in una qualsiasi redazione di giornale, mostrandoci la struttura e i movimenti che guidano le varie azioni di ogni membro dello staff.
Vengono anche approfondite le metodiche di lavoro del mangaka e dei loro collaboratori, con intrecci assolutamente non superficiali tra autori e aiutanti.
Le relazioni tra i personaggi della storia sono un punto fortissimo di questo manga, col passare dei numeri le vicende dei due protagonisti andranno a mischiarsi con quelle degli altri autori, creando una situazione di competizione/amicizia capace di svolte esplosive e inaspettate.
Il punti deboli del manga riguardano i due protagonisti, che alla fine risultano amorfi e stereotipati come tanti altri personaggi già visti in precedenza: lo scrittore intraprendente ma troppo impaziente e il disegnatore silenzioso e dotato di talento che tende a scoraggiarsi con facilità. Fine, ecco a voi i “protagonisti della storia”.
Per fortuna nel corso della serie questi due vengono affiancati da una serie di personaggi dotati di sfaccettature particolari, Nakai ne è un esempio lampante. Infatti questo personaggio secondario si ritrova al centro di vicende e di errori personali che lo porteranno a prendere una strada inaspettata.
Aoki e Nizuma ne sono un altro esempio, rivali che acquistano molto più valore e spessore dei protagonisti nel corso della storia.
In breve, una serie da 8 per chi vorrebbe vedere almeno una volta i retroscena e le attività di una redazione come quella di “Shonen Jump”, un 7 per coloro che cercano una storia che offra trama e spessore. Per tutti gli altri che cercano azione e avventura, questo manga è da evitare come la peste.
Volumi letti: 7, a quota 2 di quelli italiani.
Strada ardua e cosparsa di difficoltà: dalla necessità di affermare il proprio stile di disegno a quella di creare una trama convincente, capace di conquistare i gusti del pubblico e quindi riuscire a ritagliarsi una fetta di appassionati.
Il manga ha un disegno forse un po’ scarno rispetto al lavoro passato (Death Note), rimanendo pur piacevolissimo e pulito nelle varie pagine dei capitoli.
La trama unisce la commedia romantica con la vera e propria “guerra” che può avvenire in una qualsiasi redazione di giornale, mostrandoci la struttura e i movimenti che guidano le varie azioni di ogni membro dello staff.
Vengono anche approfondite le metodiche di lavoro del mangaka e dei loro collaboratori, con intrecci assolutamente non superficiali tra autori e aiutanti.
Le relazioni tra i personaggi della storia sono un punto fortissimo di questo manga, col passare dei numeri le vicende dei due protagonisti andranno a mischiarsi con quelle degli altri autori, creando una situazione di competizione/amicizia capace di svolte esplosive e inaspettate.
Il punti deboli del manga riguardano i due protagonisti, che alla fine risultano amorfi e stereotipati come tanti altri personaggi già visti in precedenza: lo scrittore intraprendente ma troppo impaziente e il disegnatore silenzioso e dotato di talento che tende a scoraggiarsi con facilità. Fine, ecco a voi i “protagonisti della storia”.
Per fortuna nel corso della serie questi due vengono affiancati da una serie di personaggi dotati di sfaccettature particolari, Nakai ne è un esempio lampante. Infatti questo personaggio secondario si ritrova al centro di vicende e di errori personali che lo porteranno a prendere una strada inaspettata.
Aoki e Nizuma ne sono un altro esempio, rivali che acquistano molto più valore e spessore dei protagonisti nel corso della storia.
In breve, una serie da 8 per chi vorrebbe vedere almeno una volta i retroscena e le attività di una redazione come quella di “Shonen Jump”, un 7 per coloro che cercano una storia che offra trama e spessore. Per tutti gli altri che cercano azione e avventura, questo manga è da evitare come la peste.
Volumi letti: 7, a quota 2 di quelli italiani.